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Reportage
17 febbraio 2017 - Controstorie - Libia - Il Giornale
I documenti inediti dell’Isis trovati nella base di Sirte
Fausto Biloslavo
da Misurata
Teste mozzate, prigionieri giustiziati senza pietà, incredibili scene di battaglia, minacce di attacchi devastanti in Europa, proclami delle bandiere nere dall\\\\\\\'Afghanistan all\\\\\\\'Algeria, cecchini che si addestrano sparando su bersagli umani, ma anche la vita quotidiana nel defunto Califfato libico regolata dalla più rigorosa sharia, la dura legge del Corano. Diversi video risultano inediti e tutti sono stati trovati fra le macerie della battaglia di Sirte, l\\\\\\\'ex capitale dello Stato islamico in Libia liberata in dicembre. I seguaci del Califfo avevano un vero e proprio centro di comunicazione e propaganda alle porte della città, dove stampavano Al Naba, il settimanale delle bandiere nere. E, soprattutto, sfornavano o ricevevano dalla Siria e dall\\\\\\\'Irak video di ottima qualità montati con stile hollywoodiano per dimostrare la potenza del Califfato e spargere il seme del terrore via internet.
Per settimane abbiamo cercato i miliziani anti Califfo, che erano entrati per primi nel centro stampa delle bandiere nere a Sirte, portando via computer e dvd fino a quando è arrivata una telefonata per un misterioso appuntamento in un caffè di Misurata. Un salafita con il barbone d\\\\\\\'ordinanza, rigorosamente senza baffi, si è presentato con una piccola memoria portatile. «Anche noi siamo per la sharia, ma questa gente è pazza. Basta guardare i loro video», esordisce il messaggero senza nome consegnando al Giornale tutte le immagini dello Stato islamico sequestrate a Sirte.
ATTACCHI ALL\\\\\\\'EUROPA
Un seguace del Califfo vestito di nero, che imbraccia un fucile mitragliatore, si fa riprendere, come un consumato attore, davanti a un elicottero abbattuto in Irak, con l\\\\\\\'immancabile bandiera nera che gli sventola(...)
(...) alle spalle in segno di vittoria. Il mujahed di bella presenza parla in inglese. «Un messaggio al mondo materialista - esordisce - che combatte sotto l\\\\\\\'America e ai loro cani arabi o non arabi che si autoproclamano musulmani. Noi vinceremo e apriremo tutto il mondo all\\\\\\\'islam. Allah ci appoggia».
In altri spezzoni si vede una fila di poveri prigionieri legati e bendati costretti a sedersi in mezzo a un prato tutti allineati. E, subito dopo, la telecamera riprende un\\\\\\\'immane esplosione, che li polverizza. I prigionieri sono stati giustiziati facendoli accomodare su delle mine.
A Sirte erano arrivati anche i video con i proclami delle costole dello Stato islamico in Algeria e dei talebani che sventolano le bandiere nere in Afghanistan. Sequenze d\\\\\\\'altri tempi con i mujaheddin a cavallo e gli stendardi al vento. Poi il barbuto emiro Hafez Said Khan, con qualche chilo di troppo, giura con i suoi tagliagole fedeltà al Califfo in nome dello Stato del Khorasan. Così le truppe di Allah chiamano l\\\\\\\'Afghanistan, inglobando parte delle confinanti ex Repubbliche sovietiche dell\\\\\\\'Asia centrale.
Il titolo del video non lascia dubbi: «Omaggio degli jihadisti al Califfo - Dio lo abbia in gloria».
Da far tremare i polsi le minacce di due giovani volontari della guerra santa, che parlano francese e si rivolgono direttamente al presidente François Hollande. «I soldati dello Stato islamico sono dappertutto», esordisce quello a destra nel video. I due sono in mimetica da combattimento e armati fino ai denti. Il più esagitato è il terrorista a sinistra che annuncia «vi colpiremo con questo», mostrando un coltellaccio «e con questo», brandendo il mitragliatore, «e con i giubbotti esplosivi». A un certo punto alza il livello delle minacce: «Utilizzeremo le macchine minate (pronuncia la parola in arabo, mufakaha) a Parigi e a Bruxelles». Si tratterebbe di Lotfi Aoumeur, un volontario belga che, in seguito, si è fatto saltare in aria a Qayara per fermare l\\\\\\\'esercito iracheno che stava avanzando su Mosul, la capitale irachena del Califfato.
LA CAPITALE LIBICA DEL CALIFFO
La «velajat di Tarabulus», provincia libica del Califfato, prima di soccombere a Sirte aveva montato in alta definizione una serie di video sul controllo del territorio da parte delle bandiere nere. Le scene più cruente sono la crocifissione di una presunta spia con la classica tuta arancione e la sua eliminazione a raffica di mitra. Oltre allo sgozzamento di un gruppo di cristiani copti arrivati dall\\\\\\\'Egitto per lavorare o imbarcarsi verso l\\\\\\\'Italia. Le decapitazioni avvengono sulla spiaggia, così il sangue che sgorga dalle gole tagliate si mescola con la risacca del mar Mediterraneo. Un terribile messaggio simbolico, come le immagini trionfalistiche dei seguaci del Califfo che conquistano delle cisterne di petrolio nel momento di loro massima espansione nel bacino di Sirte, ricco di oro nero.
Un intero video è dedicato alla polizia religiosa della defunta capitale dello Stato islamico in Libia. Una sfilza allineata di combattenti locali e stranieri con tuniche e pantaloni a sbuffo grigi, kalashnikov e volto mascherato. Gli agenti, che garantiscono l\\\\\\\'ordine dettato dall\\\\\\\'islam estremista, vengono ripresi mentre organizzano posti di blocco a Sirte oppure controllano che la barba tagliata non sia inferiore a un palmo. Le guardie religiose danno fuoco ai simboli del peccato occidentale come bottiglie di alcolici, stecche di sigarette e addirittura innocui tamburi, chitarre e altri strumenti perché la musica è proibita. Ancora più grave la distruzione a colpi di mazza delle innocue tombe dei sufi, la setta moderata dell\\\\\\\'islam.
Nonostante la furia contro i simboli occidentali, uno dei giovani poliziotti religiosi, probabilmente saudita, che pontifica mascherato al volante di un fuoristrada, inforca degli occhiali Armani alla moda.
CECCHINI ADDESTRATI
CON BERSAGLI UMANI
La cineteca delle bandiere nere a Sirte contava un\\\\\\\'ampia serie di filmati di addestramento. I più impressionanti, montati da professionisti con tanto di effetti speciali, riprendono il corso per aspiranti cecchini. Un istruttore anziano rigorosamente mascherato spiega come imbracciare il fucile con l\\\\\\\'ottica a giovani volontari in mimetica da deserto, come un\\\\\\\'unità regolare, a loro volta con il volto coperto. Fino a questo punto niente di speciale, ma poi le reclute vanno a sparare su bersagli umani sul fronte iracheno. Dietro una trincea di sacchetti di sabbia un ignaro soldatino stende dei panni quando viene colpito in pieno. Sullo schermo la grafica ha rappresentato un grande mirino che punta le vittime. Dei giovani che si nascondono tra le sterpaglie vengono individuati e finiti con un tiro alla testa. Il tutto documentato dal video per preparare meglio i cecchini dello Stato islamico.
I seguaci del Califfo scaricano a piene mani dalla rete qualsiasi filmato utile per fini militari. Un video in arabo di un sito turistico spiega come individuare città, vie, hotel con Google Earth. I terroristi possono fare lo stesso per trovare bersagli nel deserto o in Occidente. Non mancano i filmati sul tiro di precisione americani e russi oltre a videogame che simulano come ci si muove e si spara in battaglia. Lo scambio è usuale: a Sirte i miliziani jihadisti usavano per addestrarsi i video di Hamas, i fondamentalisti palestinesi della striscia di Gaza, e pure dell\\\\\\\'Esercito siriano libero, i ribelli moderati in Siria, che appoggiamo. I filmati sulle tecniche di irruzione negli edifici o cattura del nemico non sono stati girati in zone di guerra. Probabilmente si tratta di apposite installazioni a disposizione dei ribelli siriani moderati nei Paesi limitrofi come Turchia e Giordania.
Altrettanto curioso il video di un\\\\\\\'artigianale arma ad aria compressa, che spara palline di plastica ad altissima velocità capaci di ammazzare un uomo. Più serie le istruzioni giunte dalla Siria su come lanciare un missile terra-aria a spalla o anti-tank. Per invogliare i volontari giunti dall\\\\\\\'Europa alla guerra santa i professionisti del Califfo hanno montato dei filmati che fanno invidia a Hollywood. Particolarmente suggestivo il razzo Rpg che piomba in mezzo ai combattenti jihadisti, ma esplode su un mucchio di terra lasciandoli illesi. La velocità della ripresa del razzo viene rallentata facendo vedere la scia rossastra e il tonfo dell\\\\\\\'esplosione amplificato.
«PUTIN VI STERMINEREMO. IL CALIFFATO È TORNATO»
I seguaci del Califfo a Sirte avevano ore di filmati che inneggiano ai martiri jihadisti, i kamikaze che si fanno esplodere in Siria, Irak e Libia. Il sistema è sempre lo stesso: un blindato rafforzato artigianalmente con delle corazze per sopportare i colpi di bazooka, zeppo di esplosivo. Al volante il volontario suicida, che si fa riprendere nella preparazione e prima di partire per la missione senza ritorno. L\\\\\\\'immagine del ragazzino minorenne, che è talmente piccolo da avere difficoltà a salire nell\\\\\\\'abitacolo del mostro minato, stringe il cuore. I combat camera dello Stato islamico filmano il mezzo usato come ariete fino a quando si fa saltare in aria sul posto di blocco, all\\\\\\\'ingresso della base o per aprire un varco nelle trincee nemiche. I montaggi migliori prevedono che dal fumo dell\\\\\\\'enorme esplosione salti fuori il volto sorridente del kamikaze finito in mille pezzi.
Nei video trovati a Sirte non mancano gli inviti ai musulmani che vivono in Europa a raggiungere lo Stato islamico. «Vi ho visto senza dignità davanti alle moschee in Francia - annuncia un miliziano mascherato -. Solo nella terra del Califfo troverete la dignità della guerra santa».
Le immagini girate dai droni che riprendono obiettivi colpiti si mescolano alle croci delle chiese abbattute, anche se poi vengono mostrate scene idilliache di cristiani che vivono tranquillamente sotto le bandiere nere a patto che paghino la tassa di protezione prevista dal profeta Maometto.
I più decisi sono i volontari jihadisti giunti dalla Russia e dalla Cecenia. Durante le riprese di aspri combattimenti in Irak un combattente ceceno spara e minaccia: «Putin, se Allah vorrà vi stermineremo». Non a caso uno dei video più impressionanti e ben montati è commentato in russo con i sottotitoli in inglese. Il ritornello è tutto un programma: «Presto, molto presto il sangue scorrerà...». L\\\\\\\'obiettivo è dimostrare la forza delle bandiere nere annunciando che «giorno dopo giorno faremo diventare le vostre donne concubine e i vostri ragazzi schiavi». La conclusione con le immagini degli attentati di Parigi non lascia dubbi. «L\\\\\\\'Europa sta tremando e la Russia morendo - ripete lo speaker nella cantilena martellante -. Presto, molto presto il Cremlino sarà nostro. Il Califfato è tornato». E l\\\\\\\'immagine sfuma sulla bandiera nera che sventola dall\\\\\\\'altissimo pennone che domina Raqqa, la capitale dello Stato islamico.
Fausto Biloslavo
www.gliocchidellaguerra.it
[continua]

video
24 marzo 2011 | TGCOM | reportage
I raid nella notte
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30 marzo 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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01 aprile 2011 | TG5 | reportage
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[altri video]
radio

29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

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10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
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08 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
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22 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
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26 aprile 2011 | Radio 101 | intervento
Libia
Con Luxuria bomba e non bomba
Il governo italiano, dopo una telefonata fra il presidente americano Barack Obama ed il premier Silvio Berlusconi, annuncia che cominciamo a colpire nuovi obiettivi di Gheddafi. I giornali titolano: "Bombardiamo la Libia". E prima cosa facevamo? Scherzavamo con 160 missioni aeree dal 17 marzo?

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