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02 luglio 2017 - Attualità - Ucraina - Il Giornale
Uccise fotoreporter italiano in Ucraina Arrestato a Bologna miliziano anti Putin
L\'ingrata fine del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli e del giornalista e attivista dei diritti umani, Andrey Mironov, non è rimasta impunita. La mano omicida è quella di un italiano con madre ucraina Vitaly Markiv: il 24 maggio 2014 era comandante dell\'unità della Guardia nazionale di Kiev è aprì il fuoco, in maniera indiscriminata, contro i giornalisti. Anche se, dietro la verità dell\'inchiesta, è molto probabile, che si nascondano ombre inquietanti della sporca guerra nell\'est dell\'Ucraina. Markiv è stato arrestato venerdì scorso all\'aeroporto di Bologna dai carabinieri del Ros di Milano.
I giornalisti, chiaramente dei civili, sono stati annientati con uno spietato bombardamento di mortai. Ventotto anni, padre italiano e madre ucraina, Markiv si è arruolato come volontario nella Guardia nazionale, dipendente dal ministero dell\'Interno di Kiev. Ed il 24 maggio 2014 il suo destino si è incrociato con quello di Rocchelli, Mironov e di un giornalista francese rimasto ferito. Il gruppetto si era recato in una zona pericolosa a Sloviansk, allora un\'enclave in mano ai miliziani filo russi, ma circondata dalle unità ucraine. Dalla collina Karachun, dove spiccava l\'antenna della televisione, sono stati individuati dai miliziani di Kiev comandati da Markiv e sepolti da una valanga di fuoco. In Ucraina hanno combattuto e lo stanno ancora facendo decine di italiani di destra e di sinistra, da una parte e dall\'altra della barricata. Il nucleo Ros dei carabinieri di Genova indaga su questo flusso di volontari in armi.
Un processo stabilirà la colpevolezza o meno di Markiv, ma non mancano delle ombre. Sloviansk si era sollevata per prima contro Kiev nel Donbass filo russo. Nella cittadina, a fianco dei miliziani locali, operavano elementi del Gru, il servizio militare russo.
I giornalisti erano controllati e potevano andare solo dove i filo russi in armi concedevano il permesso. Mironov, da tempo era conosciuto come un critico accanito del Cremlino e del presidente russo, Vladimir Putin. Sarebbe interessante capire chi gli telefonò e confermò «un bombardamento a Kramatorsk», come si legge negli atti, ad alcuni chilometri di distanza. E perché, in risposta alla chiamata, si sia recato sotto la collina della morte, dove i filo russi sapevano bene che gli ucraini sparavano a vista. L\'unico a rimanere illeso, guarda caso, è stato l\'autista dei giornalisti fuggito subito senza nemmeno pensare di prestare soccorso. Il grilletto è stato sicuramente tirato dagli ucraini, ma forse qualcun\' altro ha fatto attirare Mironov e compagni nella trappola mortale. L\'italiano Rocchelli, cofondatore del collettivo fotografico Cesura, non aveva alcuna colpa, ma ha subito il destino di incrociare Mironov, tutt\'altro che amato a Mosca. La sua fine ha tolto di mezzo, non solo un giornalista, ma un attivista dei diritti umani scomodo in Russia, per mano del nemico ucraino.
[continua]

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20 luglio 2014 | Russia 1 | reportage
Gli uomini neri
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte orientale dell'Ucraina contro i ribelli filo russi. Una dozzina di volontari stranieri, che giurano di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all'arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell'est del paese, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell'Interno. Fra i volontari europei, l'italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c'è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall'estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come "gli uomini neri".

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02 luglio 2014 | SKYTG24 | reportage
Gli uomini neri sul fronte dell'Est
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari provenienti da paesi europei come Italia, Svezia, Finlandia e Francia. Il battaglione Azov, accusato di simpatie naziste, sta combattendo con i suoi 250 uomini sul fronte di Mariupol, una città costiera nell’Est dell’Ucraina. Una dozzina di volontari stranieri, che sostengono di non venir pagati, hanno già prestato giuramento. Altri 24 stanno arrivando e su Facebook, il veterano francese della guerra in Croazia, Gaston Besson, ha lanciato da Kiev un appello all’arruolamento. Per giorni abbiamo seguito dalla base di Berdyansk, nell’est dell’Ucraina, il battaglione Azov, che è sotto il controllo del ministero dell’Interno. Fra i volontari europei, l’italiano Francesco F. ha lasciato la vita da manager per combattere al fianco degli ucraini contro i ribelli filo russi. Il cecchino svedese, Mikael Skillt, uno dei pochi a parlare a viso scoperto, ha una taglia dei separatisti sulla testa. E fra loro c’è pure un russo che vorrebbe abbattere il governo di Mosca. Per il colore della divisa e la provenienza dall’estrema destra ucraina ed europea sono conosciuti come “gli uomini neri”.

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14 marzo 2014 | TG5 | reportage
Gli italiani di Crimea
Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.

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radio

16 aprile 2014 | Radio IES | intervento
Ucraina
Una nuova Crimea


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26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.

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27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa


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