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Scenari mondo
19 aprile 2018 - Esteri - Siria - Panorama
Attacchi chimici

In Siria sia i governativi sia i ribelli hanno usato armi chimiche. L’ong Human right watch ha registrato 85 possibili attacchi con gas dal 2013 a oggi (nella cartina, i principali), con cloro, sarin (agente nervino), gas mostarda. Solo in pochi casi sono stati identificati i responsabili. Sulla paternità dei peggiori massacri (inclusa la strage del 7 aprile), che hanno provocato poi rappresaglie occidentali, ci sono dubbi. Ma ecco i 10 attacchi più emblematici dei sette anni di guerra. 

2012 

23 dicembre: primo sospetto attacco con armi chimiche.  I governativi avrebbero usato l’agente 15 contro i ribelli a Homs. 

2013 

19 marzo: nel quartiere Khan al Asal di Aleppo, l’esercito siriano denuncia di avere subito un attacco con il gas nervino sarin, che ha causato 20 morti. 

21 agosto: nella Goutha, in mano ai ribelli, alle porte di Damasco si verifica il più terribile attacco con gas sarin del conflitto. Le vittime, fra cui molti bambini e non combattenti, non sono mai state accertate, ma supererebbero il migliaio. Barack Obama minaccia bombardamenti di rappresaglia e ottiene lo smantellamento dell’arsenale chimico siriano. Il giornalista Usa Seymour Hersh trova documenti secondo cui i ribelli estremisti avrebbero usato il sarin per fare poi bombardare 

2015 

16 marzo: la missione dell’Opac (Organizzazione per la proibizione di armi chimiche) conferma che gli elicotteri del regime hanno lanciato barili bomba al cloro a Sarmin, vicino alla roccaforte ribelle di Idlib, uccidendo sei persone e intossicandone 30. 

21 agosto: sempre esperti Ocap accusano lo Stato islamico di avere lanciato granate di mortaio con gas mostarda a Ma’arat Umm Hawsh, durante gli scontri con i ribelli curdi per il controllo 

del territorio. 

2016 

7 aprile: a Sheik Maqsooq, distretto di Aleppo, i soldati curdi subiscono il più gravo attacco con armi chimiche da unità jihadiste. Una nuvola di fumo giallo uccide  23 persone e ne intossica altre 100, in gran parte civili.  4 aprile: ordigni che sarebbero stati lanciati da aerei o elicotteri rilasciano gas nervino a Khan Sheikhoun, controllato dai ribelli nel governatorato  di Hama. Il sarin uccide almeno 58 persone e intossica 300 civili. 

Il presidente Trump bombarda con 59 missili la vicina base aerea siriana di Shayrat.  Un esperto del Mit, prestigioso ateneo statunitense, sostiene che gli ordigni con il gas sono stati fatti brillare a terra dai ribelli per scatenare la rappresaglia Usa. 

2018 

Gennaio-marzo: durante l’offensiva governativa sull’enclave ribelle di Goutha, a ridosso della capitale, sono segnalati cinque attacchi al cloro nel giro di tre mesi. Essendo a bassa intensità, non ci sarebbero vittime. 

7 aprile: un attacco con armi chimiche a Douma, l’ultima enclave ribelle ad est di Damasco, che sarebbe stato perpetrato da elicotteri governativi, uccide 43 civili, tra cui molti bambini. Per l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità, altre 500 persone sono rimaste intossicate. Il 14 aprile Usa, Francia e Regno Unito bombardano la Siria. I russi accusano i Caschi bianchi, soccorritori nelle zone ribelli, di avere montato il caso 

ad arte. 

18 aprile: arrivano gli ispettori dell’Onu.   

(Fausto Biloslavo) 


video
25 gennaio 2016 | Tg5 | reportage
In Siria con i russi
La guerra dei russi in Siria dura da 4 mesi. I piloti di Mosca hanno già compiuto 5700 missioni bombardando diecimila obiettivi. In queste immagini si vedono le bombe da 500 o 1000 chili sganciate sui bersagli che colpiscono l’obiettivo. Un carro armato della bandiere nere cerca di dileguarsi, ma viene centrato in pieno e prende fuoco. In Siria sono impegnati circa 4mila militari russi. La base aerea a 30 chilometri dalla città siriana di Latakia è sorvolata dagli elicotteri per evitare sorprese. Le bombe vengono agganciate sotto le ali a ritmo continuo. I piloti non parlano con i giornalisti, ma si fanno filmare con la visiera del casco abbassato per evitare rappresaglie dei terroristi. Il generale Igor Konashenkov parla chiaro: “Abbiamo strappato i denti ai terroristi infliggendo pesanti perdite - sostiene - Adesso dobbiamo compiere il prossimo passo: spezzare le reni alla bestia”. Per la guerra in Siria i russi hanno mobilitato una dozzina di navi come il cacciatorpediniere “Vice ammiraglio Kulakov”. Una dimostrazione di forza in appoggio all’offensiva aerea, che serve a scoraggiare potenziali interferenze occidentali. La nave da guerra garantisce la sicurezza del porto di Tartus, base di appoggio fin dai tempi dell’Urss. I soldati russi ci scortano nell’entroterra dilaniato dai combattimenti. Negli ultimi tre anni la cittadina era una roccaforte del Fronte al Nusra, la costola siriana di Al Qaida. Le bombe russe hanno permesso ai governativi, che stavano perdendo, di riguadagnare terreno. Sul fronte siriano i militari di Mosca usano il blindato italiano Lince. Lo stesso dei nostri soldati in missione in Afghanistan.

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12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Maaalula: i tank governativi che martellano i ribelli
Il nostro inviato in Siria, Fausto Biloslavo, torna nel mezzo dei combattimenti fra le cannonate dei carri armati

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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno. 

Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.

I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.

Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.

Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.

Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione. 
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.

Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico. 
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno

Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana. 

I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.

La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.

Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto. 

Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile. 
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.

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[altri video]
radio

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

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