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09 agosto 2018 - Interni - Italia - Il Giornale
Moavero a Marcinelle: migranti pure gli italiani L’ira leghista: “Offende”
I l ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, paragona i migranti italiani della tragedia di Marcinelle a quelli che arrivano oggi e la Lega lancia un siluro. Sessantadue anni fa 262 minatori, tra cui 136 italiani, morirono nell\'incendio della miniera di carbone. Le versioni fra il messaggio scritto di Moavero e le parole riportate dalle agenzie di stampa che sarebbero state pronunciate alla celebrazione dal ministro, però divergono.
«Non dimentichiamo che Marcinelle è una tragedia dell\'immigrazione, soprattutto ora che tanti vengono in Europa - avrebbe detto Moavero - Non sottostimiamo la difficoltà di gestire un tale fenomeno ma non dimentichiamo che i nostri padri e nonni erano migranti». Sul sito della Farnesina il discorso scritto è più sfumato: siamo stati «una nazione di emigranti. Non scordiamoci mai dei loro sacrifici (dei nostri nonni e padri). Pensiamoci quando vediamo arrivare in Europa i migranti della nostra travagliata epoca».
Poche ore dopo i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo replicano a muso duro. «Paragonare gli italiani che sono emigrati nel mondo, a cui nessuno regalava niente né pagava pranzi e cene in albergo, ai clandestini che arrivano oggi in Italia è poco rispettoso della verità, della storia e del buon senso» sostengono i leghisti in un comunicato. Il «siluro» politico è micidiale, ma non imprevisto. Moavero è l\'anello debole del governo gialloverde. Scialbo dal punto di vista politico aveva già fatto storcere il naso alla Lega con dichiarazioni troppo arrendevoli sull\'operazione europea Sophia, che continua a sbarcare i migranti solo in Italia. L\'incauto paragone con Marcinelle ha dato fuoco alle polveri.
E il delicato tema dell\'immigrazione ha provocato ieri l\'ennesimo esposto contro il governo presentato alla procura di Napoli per il rimorchiatore italiano Asso 28, che una decina di giorni fa, su richiesta della Guardia costiera libica ha riportato verso Tripoli 101 migranti soccorsi in mezzo al mare. Non è un caso che la denuncia sia stata preparata dagli avvocati Danilo Risi ed Elena Coccia. Il primo, presidente dei Giuristi democratici di Napoli, si è candidato al Senato con i comunisti duri e puri di Potere al popolo. La seconda è consigliere comunale nel capoluogo partenopeo per l\'estrema sinistra di Sel.
Nell\'esposto si denuncia che i migranti sono stati riportati in Libia, «porto non sicuro senza alcuna possibilità di avanzare domanda di asilo o di protezione internazionale». I pasdaran pro migranti non lo citano, ma è evidente il riferimento a Matteo Salvini e alla sua linea di fermezza al Viminale. Nel mirino finisce anche il ministro grillino Danilo Toninelli responsabile del Centro di soccorso della guardia costiera a Roma tirato in causa.
Curioso che fra la trentina di firmatari ci sia anche Mauro Volpi, docente universitario, che lo stesso Toninelli interpellava nel 2016 in video su YouTube con il logo del Movimento 5 stelle per «le ragioni del no» al referendum sulla riforma costituzionale di Matteo Renzi. L\'unico personaggio noto del mondo intellettuale, che sottoscrive l\'esposto, è Moni Ovadia, pro sinistra estrema del greco Tsipras.
Primo firmatario è il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, seguito da Guido Calvi, eletto con i voti del Pd al Csm. Pasdaran dell\'accoglienza che hanno sottoscritto la denuncia e indossato la toga sono Luigi Ferrajoli e Livio Pepino, strenuo difensore dei No Tav da quando è andato in pensione. Fra i politici dell\'esposto pro migranti spiccano un paio di ex sottosegretari. Alfonso Gianni del governo Prodi e Vincenzo Maria Vita, che è stato sottosegretario per quattro esecutivi di centrosinistra.
[continua]

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18 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
L'Islam nelle carceri
Sono circa 10mila i detenuti musulmani nelle carceri italiane. Soprattutto marocchini, tunisini algerini, ma non manca qualche afghano o iracheno. Nella stragrande maggioranza delinquenti comuni che si aggrappano alla fede per sopravvivere dietro le sbarre. Ma il pericolo del radicalismo islamico è sempre in agguato. Circa 80 detenuti musulmani con reati di terrorismo sono stati concentrati in quattro carceri: Macomer, Asti, Benevento e Rossano. Queste immagini esclusive mostrano la preghiera verso la Mecca nella sezione di Alta sicurezza 2 del carcere sardo di Macomer. Dove sono isolati personaggi come il convertito francese Raphael Gendron arrestato a Bari nel 2008 e Adel Ben Mabrouk uno dei tre tunisini catturati in Afghanistan, internati a Guantanamo e mandati in Italia dalla Casa Bianca. “Ci insultano per provocare lo scontro dandoci dei fascisti, razzisti, servi degli americani. Una volta hanno esultato urlando Allah o Akbar, quando dei soldati italiani sono morti in un attentato in Afghanistan” denunciano gli agenti della polizia penitenziaria. Nel carcere penale di Padova sono un centinaio i detenuti comuni musulmani che seguono le regole islamiche guidati dall’Imam fai da te Enhaji Abderrahman Fra i detenuti comuni non mancano storie drammatiche di guerra come quella di un giovane iracheno raccontata dall’educatrice del carcere Cinzia Sattin, che ha l’incubo di saltare in aria come la sua famiglia a causa di un attacco suicida. L’amministrazione penitenziaria mette a disposizione degli spazi per la preghiera e fornisce il vitto halal, secondo le regole musulmane. La fede nell’Islam serve a sopportare la detenzione. Molti condannano il terrorismo, ma c’è anche dell’altro....

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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.

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05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachi­stana, in coma dopo le spranga­te del fratello, non voleva spo­sarsi con un cugino in Pakistan. Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucci­so a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schiera­ta a fianco della figlia. Se Noshe­e­n avesse chinato la testa il mari­to, scelto nella cerchia familia­re, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Ita­lia. La piaga dei matrimoni com­binati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adole­scenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il busi­ness della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro. Non capita solo nelle comuni­tà musulmane come quelle pa­chistana, marocchina o egizia­na, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a par­te.

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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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