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18 ottobre 2018 - Attualità - Arabia Saudita - Il Giornale
Khashoggi morto di torture in 7 minuti
Fausto Biloslavo
Prima brutalmente interrogato con le dita tagliate per farlo parlare. Poi narcotizzato e alla fine decapitato e smembrato per sbarazzarsi del corpo. Particolari raccapriccianti della triste fine del giornalista Jamal Khashoggi, che sarebbe stato fatto a pezzi all\'interno del consolato saudita a Istanbul da una squadra di 15 uomini giunti da Riad e legati all\'erede al trono Mohammed Bin Salman. Gli investigatori turchi stanno facendo trapelare particolari sempre più inquietanti dell\'inchiesta, che smontano l\'ipotesi di un interrogatorio finito male. Al contrario, la missione sembra proprio che puntasse a eliminare il giornalista scomodo. Il 2 ottobre con i due jet privati del commando è arrivato a Istanbul anche il medico legale Salah Muhammad al-Tubaigy, esperto di autopsie. Un luminare che ha lavorato con il ministero dell\'Interno saudita. Secondo i turchi si sarebbe portato dietro una sega per ossa. Il povero Khashoggi è stato accolto nell\'ufficio del console, Mohammad al-Otaibi, indagato e riparato ieri in Arabia Saudita. E subito dopo aggredito. In una registrazione audio si sente il console che dice: «Fatelo altrove o avrò problemi». Un aguzzino risponde: «Stai zitto se vuoi restare vivo quando tornerai in Arabia Saudita». Il giornalista urla e viene trascinato in uno studio attiguo all\'ufficio del diplomatico. Sembra che non sia stato interrogato a lungo, forse solo pochi minuti, ma con metodi spietati come il taglio delle dita. L\'audio dura 11 minuti e si capisce che a un certo punto la vittima viene narcotizzata. A questo punto entrerebbe in gioco, come in un film dell\'orrore, l\'anatomopatologo. I turchi sostengono che avrebbe cominciato a sezionare il corpo con Khashoggi ancora vivo. «Quando faccio questo lavoro ascolto la musica. Dovreste farlo anche voi» si sentirebbe dire nella registrazione della scena in stile Pulp fiction. Alla fine il giornalista sarebbe stato decapitato.
Khashoggi aveva un Apple watch e prima di entrare nel consolato ha lasciato il telefonino iPhone alla compagna che lo aspettava all\'esterno. Il collegamento bluetooth funziona per un raggio di 30-50 metri. Khashoggi potrebbe essere entrato nel consolato con una telefonata già attiva attraverso il suo cellulare. Lo smartphone avrebbe così registrato tutto compresi i battiti del cuore attraverso la app dell\'orologio. I turchi, però, potrebbero usare la storia dell\'Apple watch come paravento per prove audio e video più dirette grazie a microspie piazzate nel consolato.
Il presidente americano Donald Trump ha chiesto ad Ankara di ascoltare i nastri «se esistono» sostenendo che gli Stati Uniti «non copriranno» l\'Arabia Saudita. E auspicando che «la verità venga fuori entro la fine della settimana». Il segretario di Stato, Mike Pompeo, ieri ad Ankara, ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ed il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu. Nuove ricerche sono state effettuate nella residenza del console, ma i maggiori media turchi e americani stanno pubblicando i nomi dei sospetti sicari. Almeno 11 presunti componenti del commando su 15 sono stati identificati come membri delle forze di sicurezza saudite. Ben sette farebbero parte della Guardia reale e alcuni sono stati segnalati come agenti della scorta nei viaggi all\'estero del principe ereditario Mohammed Bin Salman. Ufficialmente il regno collabora all\'inchiesta, ma continua a sostenere che i 15 sauditi coinvolti fossero solo turisti e che le autorità non sanno che fine abbia fatto Khashoggi. Linea poco credibile che ha fatto fioccare una lunga lista di disdette alla Davos del deserto, convocata per martedì prossimo a Riad. L\'ultima defezione eccellente è del direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde. Uno smacco per l\'erede al trono, che punta molto sull\'appuntamento in nome delle sue riforme economiche.