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15 dicembre 2018 - Attualità - Terrorismo - Il Giornale
Tutte le primule rosse del terrorismo che hanno trovato rifugio all’estero
Fausto Biloslavo
Cesare Battisti non è l\'unico latitante eccellente degli anni di piombo, che fino ad oggi l\'ha fatta franca. Altri 33 terroristi hanno trovato rifugio all\'estero scampando alla condanna che pesa sulle loro spalle in Italia. Molto meno sotto i riflettori sono in gran parte rossi, ma anche neri.
La Francia è sempre stata tra le mete preferite dei terroristi nostrani per evitare la galera. Uno dei più noti, che continua a dichiararsi innocente, è Giorgio Pietrostefani, latitante a Parigi. Dirigente di Lotta continua è stato condannato a 22 anni di carcere assieme ad Adriano Sofri per l\'omicidio del commissario Luigi Calabresi. La pena si avvia verso la prescrizione nel 2027, ma Pietrostefani ha già 75 anni.
Anche Sergio Tornaghi, terrorista della colonna Walter Alasia attiva a Milano negli anni settanta, è riparato in Francia. Oltralpe c\'è pure una pattuglia di donne degli anni di piombo come la «primula rossa» Simonetta Giorgieri, del Comitato rivoluzionario toscano e Carla Vendetti che faceva parte delle Brigate rosse per la costruzione del Partito comunista combattente. Esponenti delle nuove Br sono state accusate degli omicidi di Marco Biagi e Massimo D\'Antona. Il caso più controverso riguarda Marina Petrella condannata all\'ergastolo in Italia per l\'omicidio di un poliziotto. Nel 2008 l\'allora presidente francese Nicolas Sarkozy ha negato l\'estradizione per motivi umanitari. Sua moglie, Carla Bruni, è sempre stata sospettata di essere coinvolta nelle coperture che hanno garantito a Battisti di lasciare la Francia per il Brasile senza scontare un solo giorno di cella in Italia. Claudio Lavazza, suo compagno di lotta e terrore nei Proletari armati per il comunismo è riparato in Spagna finendo in carcere per altri reati commessi nella nuova patria e non per le condanne a suo carico in Italia.
A Londra ha trovato rifugio Vittorio Spadavecchia, che ha fatto parte dei Nuclei armati rivoluzionari. Il terrorista di destra era fuggito dopo l\'assalto alla sede dell\'Olp di Roma.
Mauro Lojacono e Alessio Casimirri sono due brigatisti condannati in contumacia per il sequestro Moro, che l\'hanno fatta franca grazie alla nuova cittadinanza. Il primo è diventato cittadino svizzero e il secondo nicaraguense aprendo un ristorante a Managua.
Incredibile la vicenda di Maurizio Baldasseroni, di San Donato Milanese, che nel 1978 uccise tre persone. Il terrorista di Prima linea fa perdere le sua tracce dopo una fuga in Sud America. Nel 2013 il nipote, che vive negli Stati Uniti, inoltra al tribunale di Milano una richiesta di morte presunta per poter vendere una casa intestata con lo zio. L\'anno dopo la domanda viene respinta, ma il terrorista rimane un fantasma.
Franco Coda, uno dei fondatori di Prima Linea, ha ucciso l\'agente di polizia Fausto Dionisi, ma avrebbe trovato rifugio fra il Brasile, Venezuela e Cuba. L\'avvocato di famiglia sostiene che ricomparve a Milano per «affidare ai due fratelli una procura relativa all\'eredità di un appartamento». Poi è stato dichiarato morto presunto. Mariella Magi, vedova del poliziotto ucciso, e presidente dell\'Associazione Memoria dei caduti forze dell\'ordine, non ci crede e attende giustizia. «Il caso Battisti è uno, ma ce ne sono tanti altri di assassini ancora in giro all\'estero - spiega la vedova - Lo stesso assassino di mio marito è tuttora latitante e nonostante sia stato condannato all\'ergastolo non ha scontato nemmeno un giorno in carcere».
[continua]

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