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18 luglio 2019 - Prima - Ong - Il Giornale
I pm sbugiardano Carola: “Migranti non in pericolo. Sea Watch? Atto di forza”
C arola Rackete non aveva alcun diritto o dovere «umanitario» di forzare il blocco imposto dal Viminale e schiacciare contro il molo la motovedetta della Guardia di Finanza per far sbarcare i migranti. Il ricorso della procura di Agrigento contro l\\\'ordinanza del Gip, che aveva lasciato andare la capitana ha un punto fermo molto chiaro. «Non si può ritenere sussistente la scriminante dell\\\'avere adempiuto a un dovere visto, che i migranti erano in sicurezza nella rada con la massima assistenza delle autorità che avevano anche disposto alcuni sbarchi per motivi sanitari», scrivono nelle 18 pagine presentate in Cassazione il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, l\\\'aggiunto Salvatore Vella e il pubblico ministero Gloria Andreoli. In pratica il 29 giugno la comandante tedesca di Sea watch 3 ha violato la legge e non è vero che a bordo i migranti erano in pericolo di vita e dovevano venire sbarcati ad ogni costo. I reati contestati a Rackete sono di resistenza a pubblico ufficiale e resistenza o violenza a nave da guerra.
Secondo la procura ci sono altri tre motivi che dimostrano l\\\'errata valutazione giuridica del Gip Alessandra Vella, che con la sua ordinanza «assolutoria» del 2 luglio ha trasformato Carola in un\\\'eroina dei due mondi. Anche se venisse accolto il ricorso «blindato», che non è trapelato, la talebana dell\\\'accoglienza della Ong tedesca resterà libera e bella. Per decidere sulla misura cautelare la procura avrebbe dovuto investire il Tribunale del riesame. L\\\'obiettivo è fissare dei paletti alle operazioni delle Ong, che fanno quello che vogliono violando norme e divieti. La decisione della Cassazione sul ricorso servirà da pietra miliare anche per i prossimi casi. 
Carola, però, deve preoccuparsi di più del secondo filone d\\\'inchiesta sull\\\'ipotesi di reato di favoreggiamento dell\\\'immigrazione clandestina. Oggi è previsto ad Agrigento il suo interrogatorio fiume sul recupero dei migranti davanti alle coste libiche. Il procuratore aggiunto Salvatore Vella è deciso a portare fino in fondo l\\\'inchiesta. Una fonte del Giornale, che si occupa del caso, spiega che «questa volta non finirà in una bolla di sapone come le altre». Gli investigatori avrebbero in mano indizi e prove che potrebbero incastrare l\\\'estremista umanitaria dell\\\'Ong tedesca Sea watch.
Ieri è continuato l\\\'interrogatorio, iniziato il giorno prima, di Erasmo Palazzotto, deputato dell\\\'estrema sinistra di Liberi e uguali, capo missione del veliero Alex. Anche in questo caso pur di sbarcare i migranti in Italia il 6 luglio è stato seguito l\\\'«esempio» di Carola e l\\\'imbarcazione della Ong Mediterranea Saving Humans ha forzato il blocco. Palazzotto è indagato per favoreggiamento dell\\\'immigrazione clandestina e «disobbedienza, resistenza e violenza a nave da guerra». Secondo il suo avvocato, Fabio Lanfranca, «la vicenda è lineare. È stato fatto di tutto per aiutare gente in difficoltà. E questo è quello che l\\\'onorevole sta raccontando in maniera puntuale, precisa e documentando tutti i passaggi». Sia Alex che la nave Sea watch 3 sono sotto sequestro.
Nel frattempo è stata intercettata l\\\'ennesima lettera minatoria con polvere da sparo e l\\\'ogiva di un proiettile indirizzata al procuratore capo di Agrigento e alla Gip Vella. Le minacce sono firmate da una fantomatica «ultradestra sovranista». Il braccio di ferro con le Ong ha provocato l\\\'invio alla procura di venti lettere minatorie. A Patronaggio è stata assegnata una scorta. In Toscana sono state raccolte in 24 ore 2.248 firme contro il premio che la Regione guidata dal centro sinistra vuole conferire a Carola Rackete. Marco Stella, vicepresidente del Consiglio regionale di Forza Italia e promotore della petizione ha spiegato che «la gente è arrabbiata perché non ci sta a vedere premiata ed eletta a modello una persona che viola le nostre leggi».
[continua]