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Editoriale
07 maggio 2021 - Prima - Libia - Il Giornale
Migranti e Turchia Vietato andarsene
«Per 10mila euro di pesce rischiamo che arrivino decine di migliaia di migranti se rompiamo con la Guardia costiera di Tripoli», spiega una fonte del Giornale che conosce bene cosa è accaduto ieri al largo della Libia.
Il ferimento del comandante di un peschereccio italiano per gli spari arrivati da una delle vecchie motovedette grigie della Guardia di Finanza regalate ai libici è inaccettabile. Però bisogna anche ricordare che i pescatori di Mazara del Vallo si sono spinti troppo vicino alle acque territoriali di Tripoli nonostante gli avvertimenti della nostra Marina militare che era stata informata della possibile reazione. Un annoso problema sulla decisione unilaterale libica di allargare a dismisura la zona di pesca esclusiva fin dai tempi di Gheddafi.
Adesso che il ferito è in salvo, bisogna fare di tutto per evitare che la prossima volta ci scappi il morto. Un Paese come l\\\'Italia, non proprio l\\\'ultima ruota del carro nel Mediterraneo, deve essere netto e deciso con il nuovo governo di Tripoli e tenere a bada i pescatori siciliani, che talvolta, seppure per mangiare, si spingono troppo oltre provocando piccoli terremoti geopolitici.
È il momento di dimostrare fermezza e allo stesso tempo di tenere i nervi saldi in nome della realpolitik senza perdere la bussola per le zuffe politiche interne. La sinistra ultrà e il Pd hanno già lanciato il siluro alla Guardia costiera libica, chiedendo di interrompere addestramento, aiuti e le consegne previste di nuove motovedette. Ma possiamo veramente permettercelo, con la Turchia che ci fa già le scarpe (...)
(...) in Libia, e in vista di un\\\'estate di passione per l\\\'ondata prevista di migranti?
Le avvisaglie non lasciano dubbi e i numeri parlano chiaro. Da gennaio sono già sbarcati in Italia 10.708 migranti, quasi tre volte tanto lo scorso anno per non parlare del 2019. La Guardia costiera libica ne ha intercettati 6.614, compresi i 650 solo nell\\\'ultimo fine settimana, quando erano partiti in 72 ore 2mila persone. Siamo in grado di abbandonare per rappresaglia la Marina di Tripoli, che quest\\\'estate rimarrebbe ormeggiata di fronte alle partenze dei gommoni? Se la politica vuole farlo, ha un\\\'occasione a portata di mano con il rinnovo in Parlamento delle missioni all\\\'estero entro luglio. L\\\'operazione Miasit prevede espressamente «assistenza e supporto addestrativi e di mentoring alle forze di sicurezza libiche per le attività di controllo e contrasto dell\\\'immigrazione illegale». E per di più «attività per il ripristino dell\\\'efficienza dei principali assetti terrestri, navali e aerei, comprese le relative infrastrutture, funzionali allo sviluppo della capacità libica di controllo del territorio e al supporto per il contrasto dell\\\'immigrazione illegale».
L\\\'ultimo voto dello scorso anno aveva previsto uno stanziamento di 58 milioni di euro per la missione libica. Dieci milioni vanno all\\\'assistenza e supporto della Guardia costiera, compresa la consegna di almeno una motovedetta nuova di zecca. Se le forze politiche pensano sia giusto depennare gli aiuti dopo che i libici hanno sparato, che lo facciano alzando la mano in Parlamento, ma poi si preparino allo sbarco del 60% di migranti in più. E soprattutto a perdere la Libia lasciandola all\\\'abbraccio dei turchi, proprio ora che ex gheddafiani, disponibili nei confronti dell\\\'Italia, hanno il potere a Tripoli. Non è il teatrino della politica che si agita attorno al proprio ombelico, ma realpolitik in nome degli interessi nazionali nel Mare nostrum.
Fausto Biloslavo
[continua]

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29 marzo 2011 | TG5 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

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06 maggio 2019 | Quarta Repubblica Rete 4 | reportage
Libia, scenario siriano
La battaglia di Tripoli infuria fra i governativi e le truppe del generale Haftar. Nonostante gli aspri combattimenti la situazione è di stallo. Le brigate di Misurata, la Sparta libica, hanno salvato dal tracollo il premier Serraj. La guerra civile libica è sempre più simile allo scenario siriano, ma alle porte dell’Italia. Fra i combattenti, da una parte e dall’altra, molti sono stati formati da noi, come il capitano Rafat. La battaglia di Tripoli ha già provocato 400 morti, duemila feriti, 50mila sfollati e una pesante ingerenza straniera, che può trasformare la Libia in una nuova Siria. Queste sono le immagini del bombardamento mirato di un drone, probabilmente di un paese arabo alleato di Haftar, che colpisce obiettivi governativi. E la Turchia ha promesso di usare qualsiasi mezzo per difendere Tripoli. Il giorno dopo i risultati dei raid notturni sono evidenti Nella capitale si perdono e riconquistano posizioni, ma le linee si muovono di poco. E a pochi chilometri di distanza la vita scorre con il caotico traffico del centro come se non ci fosse la guerra … L’impressione è che la battaglia per la capitale stia diventando cronica e rischi di trascinarsi ancora a lungo senza né vincitori, né vinti I difensori di Tripoli considerano gli italiani, che appoggiano il governo riconosciuto dall’Onu, degli alleati e i francesi, accusati di sostenere Haftar, dei nemici. Nelle manifestazioni filo governative il presidente francese Emmanuel Macron è nel mirino. E pure le donne velate indossano i gilet gialli, simbolo della rivolta in Francia contro Macron Sul fronte del mare, dall’inizio del conflitto, la Guardia costiera libica, grazie alle motovedette donate dall’Italia come questa, ha intercettato solo 3 gommoni per un totale di 270 migranti…..che nonostante la guerra si incontrano agli angoli delle strade della capitale alla ricerca di un lavoretto giornaliero. L’intelligence americana stima che ci siano almeno 100mila migranti in Libia, ma per assurdo le ostilità hanno congelato le partenze. Leonel del Camerun che ha lavorato con una ditta italiana fino all’inizio della battaglia di Tripoli conferma che i gommoni partono sempre meno non solo a causa della guerra.I migranti conoscono molto bene la politica del ministro dell’Interno italiano. Almeno 3mila migranti detenuti nei centri governativi sono vicini alla prima linea e rischiano di venire colpiti come si vede in queste drammatiche immagini Il portavoce della Guardia costiera libica conferma che la linea del fronte blocca l’arrivo di nuovi migranti dal confine meridionale e i traffican ti sono troppo impegnati nel conflitto per far partire i gommoni ……almeno per ora. Ma cosa succederà con l’estate e il mare calmo? La Guardia costiera ha l’ordine di concentrarsi sulla guerra civile. E per questo, come si vede nelle foto, almeno una delle motovedette donate dall’Italia senza sistemi offensivi è stata riarmata.

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26 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
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26 agosto 2011 | Radio Città Futura | intervento
Libia
I giornalisti italiani rapiti a Tripoli


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06 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
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02 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Una nube nera su tutta Tripoli

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09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
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12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

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