image
Articolo
01 settembre 2021 - Prima - Afghanistan - Il Giornale
L’ultimo soldato
di Fausto Biloslavo
L\\\' ultimo soldato americano ha lasciato l\\\'Afghanistan. Non un fantaccino qualunque ma il generale a due stelle, Chris Donahue, comandante dell\\\'82° divisione aviotrasportata che ha tenuto l\\\'aeroporto di Kabul per l\\\'evacuazione più possente e drammatica del mondo libero. La foto verdognola, da visione notturna, rende l\\\'immagine simbolo ancora più drammatica. Il generale con elmetto, mimetica e arma in pugno è in mezzo alla pista e sta salendo a bordo dell\\\'ultimo aereo americano che decolla da Kabul un minuto prima di mezzanotte e del 31 agosto.
La foto storica ricorda un\\\'altra disfatta: il ritiro dell\\\'Armata rossa nel 1989 e il generale Boris Gromov, che per ultimo passava a piedi il ponte dell\\\' amicizia sull\\\'Amu Darja al confine con la repubblica uzbeka dell\\\'Urss, dopo interminabili colonne di blindati. I sovietici se ne andavano, sconfitti, dopo 10 anni e 40mila caduti. L\\\'Afghanistan, dopo avere ingoiato nel sangue l\\\'Inghilterra, l\\\'Urss e la Nato, si è dimostrato, ancora una volta, la tomba degli imperi. Il generale Donahue lascia per sempre l\\\'Afghanistan dopo 20 anni di intervento concluso con la fulminea vittoria dei talebani. L\\\'ufficiale, cadetto di West Point, ha alle spalle 17 missioni comprese la guerre in Iraq, Siria e Afghanistan. Dopo l\\\'11 settembre si è presentato volontario nella Delta force, l\\\'élite dei corpi speciali americani. \\\"E\\\' stata una missione incredibilmente dura, piena di molteplici complessità, con minacce attive per tutto il tempo\\\" ha twittato il 18mo Corpo aviotrasportato commentando la foto del generale. Donahue, prima di andarsene ha comunicato la consegna dello scalo al comandante talebano che fremeva per entrare e iniziare la festa. Il motto dell\\\'82ima, che ha una base anche in Italia è fino in fondo. E così è stato nonostante un attacco suicida che ha falciato 13 soldati americani e 160 civili in fuga verso la libertà. Per la Caporetto afghana non ci sarà mai un Piave che porterà alla vittoria. La sconfitta è cocente e bagnata di sangue con la strage kamikaze allo scalo. Vent\\\'anni gettati al vento. Un mese e mezzo dopo il ritiro dell\\\'ultimo soldato italiano da Herat i talebani hanno conquistato Kabul. Una guerra lampo che in soli 9 giorni ha fatto cadere 34 capoluoghi di provincia.
La Nato ha sempre combattuto, soprattutto gli italiani, con un braccio legato dietro la schiena a causa del ritornello della missione di pace. L\\\'esportazione della democrazia è stata una boiata pazzesca. Non è un frigorifero o lavatrice che funziona ovunque se la colleghi alla presa di corrente. Il mondo libero non è stato in grado di conquistare i cuori e le menti degli afghani e neppure di sradicare l\\\'inettitudine e la corruzione del governo, che è crollato come un castello di carte assieme alle forze di sicurezza. I diritti acquisiti, le conquiste, come le bambine a scuola, le donne al lavoro, una parvenza di elezioni e di stato di diritto sbandierati all\\\'ammaina bandiera ad Herat dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, si sono sciolti come neve al sole davanti all\\\'avanzata fulminea dei talebani. Anche la musica ne ha fatto le spese e un noto cantante folk è stato passato per la armi.
I talebani, come hanno sempre detto con inflessibile coerenza, non vogliono la democrazia e ancora meno i valori occidentali, ma solo l\\\'interpretazione dura e pura della sharia, la legge del Corano. Dopo vent\\\'anni di guerra cantano giustamente vittoria all\\\'aeroporto di Kabul innalzando il vessillo bianco con i versetti neri dell\\\'Islam ed i combattenti delle loro unità speciali, le Red unit, vestiti da Rambo grazie all\\\'attrezzatura bellica Usa donata agli afghani. Adesso bisogna voltare pagina e fare tesoro degli errori compiuti per guardare al futuro del paese e dei rapporti con l\\\'Emirato integralista. Il nuovo governo, che verrà annunciato fra non molto, sarà il primo banco di prova, ma al di là dei nomi di facciata per renderlo inclusivo i talebani andranno giudicati sui fatti di ogni giorno. Il paese non va isolato, altrimenti non tireremo mai fuori chi è rimasto indietro, pur avendo collaborato con noi, chi ha sempre guardato all\\\'Italia come esempio e ancora di salvezza, chi non vuole vivere nel Medioevo talebano. La comunità internazionale deve monitorare e vigilare per evitare che l\\\'Afghanistan ridiventi la culla del terrore come prima dell\\\'11 settembre. I segnali sono pessimi e non solo per la costola locale dello Stato islamico che sta rialzando la testa. Ieri è tornato nella provincia natale di Nangarhar, da tempo hub del terrorismo, Amin-ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden, che aveva protetto fino all\\\'ultimo lo sceicco di Al Qaida nell\\\'ultima ridotta di Tora Bora. La gente del posto l\\\'ha accolto come un eroe reclamando selfie e baciandogli la mano.
[continua]

video
25 novembre 2001 | TG5 - Canale 5 e Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Il futuro governo dell'Afghanistan
Il futuro governo dell'Afghanistan

play
04 giugno 2010 | Tele4 | reportage
Intervista sul'Afghanistan la mia seconda patria
Un'intervista di Tele 4 in occasione del dibattito “Afghanistan: raccontare la guerra, raccontare la pace”, al Circolo della Stampa di Trieste,con la fotorgafa Monika Bulaj.

play
28 ottobre 2012 | TG5 | reportage
Afghanistan: un botto e la polvere dell'esplosione che invade il blindato
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta. I soldati italiani si sono infilati fra le montagne di Farah nell’Afghanistan occidentale infestato da talebani. Una colonna di fumo alta una quindicina di metri si alza verso il cielo. Il tenente Davide Secondi, 24 anni, urla alla radio “siamo saltati, siamo saltati” su un Ied, le famigerate trappole esplosive disseminate dai talebani. Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere a questi ordigni. E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo. A bordo siamo in cinque ancorati ai sedili come in Formula uno per evitare di rimbalzare come birilli per l’esplosione. La più esposta è Mariangela Baldieri, 24 anni, del 32° genio guastatori alpini di Torino. Addetta alla mitragliatrice, metà del corpo è fuori dal mezzo in una torretta corazzata. Si è beccata dei detriti e sul primo momento non sente dall’orecchio destro. Almeno venticinque chili di esplosivo sono scoppiati davanti agli occhi di Alessio Frattagli, 26 anni, al volante. Il caporal maggiore scelto Vincenzo Pagliarello, 31 anni, veterano dell’Afghanistan, rincuora Mariangela. Siamo tutti illesi, il mezzo ha retto, l’addestramento dei guastatori ha fatto il resto. Cinquanta metri più avanti c’era un’altra trappola esplosiva. Il giorno prima a soli venti chilometri è morto in combattimento l’alpino Tiziano Chierotti. La guerra in Afghanistan continua.

play
[altri video]
radio

12 novembre 2001 | Radio 24 Gr | reportage
Afghanistan
Il crollo dei talebani - Il leone di Herat
In prima linea in Afghanistan dopo l'11 settembre. Ad Herat sono entrati i mujaheddin di Ismail Khan, il vecchio comandante della guerra contro i sovietici. Tutti lo conoscono come il leone per coraggio e carisma

play

08 marzo 2003 | Radio 24 | intervento
Afghanistan
I figli di Osama Bin Laden
La leggenda vuole che Osama bin Laden abbia una ventina di figli e tre o quattro mogli. Il maggiore è il ventitreenne Saad, cresciuto al fianco del padre, prima in Sudan e poi in Afghanistan nella seconda metà degli anni novanta. Osama gli ordinò di seguirlo nell'ultimo roccaforte di Tora Bora. Se fosse morto sotto i bombardamenti americani Saad avrebbe dovuto seppellirlo in un luogo segreto, continuando ad alimentare il suo mito. Dopo la disfatta afghana Saad è diventato il "delfino" di Osama, occupandosi direttamente della parte organizzativa e finanziaria dei nuovi attacchi terroristici. Altri due figli di Bin Laden hanno seguito il padre nella guera santa contro gli infedeli: Mohammed ed Ahmed. Il primo era considerato, fino all'avvento di Saad, l'erede designato. Mohammed, che ha 21 anni, fa parte delle guardie del corpo di Bin Laden. Sull'altro figlio, Ahmed, ripreso mentre imbraccia le armi a fianco di Osama si sa molto poco. Invece è più famoso Hamza, il dodicenne, pronto pure lui a combattere, che si è fatto riprendere fra i resti di un elicottero abbattutto da Al Qaida in Afghanistan. Nonostante sia un bambino ha recitato dei poemi-proclam,i davanti alle telecamere, da far accapponare la pelle: "Avverto l'America che la sua gente dovrà far fronte a terribili conseguenze se cercheranno di prendere mio padre. Combattere gli americani è alla base della fede"nell'Islam duro e puro.
Fausto Biloslavo
per Radio 24 Il sole 24 ore

play

13 aprile 2010 | Radio Città Futura | intervento
Afghanistan
La sorte dei tre italiani di Emergency in manette
Gli uomini dei servizi afghani puntano il dito contro il chirurgo Marco Garatti e Matteo D’Aira, il capo infermiere, mentre il giovane Matteo Pagani non sarebbe coinvolto e potrebbe venir ben presto scagionato.

play

02 novembre 2009 | SBS Radio Italian Language Programme | intervento
Afghanistan
La crisi elettorale
Dopo il boicottaggio del secondo turno di Abdulla Abdullah, il rivale tajiko del presidente pasthun Hamid Karzai

play

31 gennaio 2003 | Gr24 - Radio 24 | intervento
Afghanistan
La "bomba sporca" di Bin Laden
Osama bin Laden è in possesso di una bomba atomica sporca secondo fonti del governo inglese. L'ordigno sarebbe stato confezionato ad Herat nell'Afghanistan occidentale prima dell'intervento militare alleato. Lo ha rivelato l'emittente britannica BBC basandosi su informazioni dei servizi sergeti di Londra. Un ulteriore conferma è giunta dagli interrogatori di Abu Zubaida, il responsabile dei campi di addestramento di bin Laden in Afghanistan, catturato nel vicino Pakistan dagli americani. Una bomba atomica sporca è un ordigno composto da esplosivo comune, ma circondato da sostanze radioattive. I talebani avrebbero collaborato alla sua confezione fornendo isotopi radioattivi per uso medico. Quando la bomba esplode polverizza il materiale radioattivo, che contamina una vasta area circostante. Dall'Afghanistan giungono oggi altre notizie drammatiche. Una mina anticarro piazzata su un ponte, una decina di chilometri a sud dall'ex roccaforte talebana di Kandahar ha ucciso 18 civili. Le vittime viaggiavano su un autobus e le autorità afghane sospettano che si tratti di un attentato degli integralisti. I resti dei talebani e di al Qaida si sono alleati con le forze fondamentaliste del signore della guera afgana Gulbuddin Hekmatyar formando le Brigate dei martiri islamici. Un'ulteriore minaccia che dimostra come l'Afghanistan sia sempre in bilico fra pace e guerra.
Fausto Biloslavo
per Radio 24 Il Sole 24 ore

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]