Quando organizzava la guerriglia indipendentista fra i monti dell’Albania lo chiamavano “il serpente”, per la freddezza ed i modi spietati. Oggi che è primo ministro del Kosovo un rapporto del Consiglio d’Europa lo accusa di essere il capo di una potente mafia coinvolta nel traffico di droga, armi e di organi strappati ai prigionieri serbi. Hashim Thaqi respinge con sdegno le accuse, ma questa volta lo inchioderebbero testimonianze, rapporti di intelligence e notizie raccolte dall’Fbi. Comprese le relazioni del Sismi, il nostro servizio segreto, che nel 1999, indicava il futuro premier “come uno dei boss criminali più pericolosi dell’Esercito di liberazione del Kosovo”.