11 marzo 2016 | Tg4 | collegamento

Colpe e bugie per gli ostaggi italiani uccisi



La ricostruzione del governo sulla drammatica vicenda dei 4 ostaggi italiani fa acqua da tutte le parti. E non mancano gravi responsabilità taciute da gran parte dei media. La matrice jihadista legata alle bandiere nere nel rapimento per autofinanziarsi è sempre più evidente, nonostante le smentite ufficiali. La trattativa c’era eccome a tal punto che è stato pagato almeno una parte del riscatto, come rivela l’unica sopravvissuta tunisina all’agguato che è costato la vita a due ostaggi Salvatore Failla e Fausto Piano. L’aspetto più grave e silenziato è l’avallo dell’Italia al raid del 19 febbraio contro un campo di addestramento del Califfato a Sabrata. L’obiettivo era Noureddine Chouchane un jihadista tunisino dello Stato islamico, che ha vissuto a lungo in Italia ed è stato espulso dal Viminale per motivi di sicurezza nazionale. Il premier Renzi ha dichiarato testualmente che si trattava “di un'azione di cui era informato il presidente della Repubblica, noi, francesi ed inglesi”. Sapevamo che gli ostaggi italiani erano a Sabrata, ma non abbiamo fatto nulla. Le bombe americane hanno rotto l’equilibrio di forze scatenando una guerra fra bandiere nere e milizie islamiste locali. Di mezzo ci sono andati due ostaggi italiani uccisi perché scambiati per jihadisti o peggio eliminati per rapinare il riscatto, servito a liberare gli altri due sequestrati, senza lasciare testimoni.