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Scenari
26 dicembre 2012 - Esteri - Sud Africa - Panorama
Mandela si sta spegnendo e l’Anc dilapida la sua eredità

CHE COSA E’ SUCCESSO 

Nelson Mandela, 94 anni, è in ospedale gravemente malato. Il suo lascito politico è stato tradito dall’African national congress, al potere dal 1994 ma diviso e travolto dalla corruzione. Il leader dell’Anc e presidente, Jacob Zuma, è insidiato dal suo vice, l’ex sindacalista Kgalema Motlanthe. Il congresso del partito, cominciato il 16 dicembre, ha evidenziato la spaccatura mantenendo al vertice Zuma e ipotecando la sua ricandidatura per il 2014. Le accuse di avere utilizzato soldi pubblici per la residenza privata l’hanno solo scalfito. Ma il vero problema è il distacco dell’Anc dalla sua gente, evidenziato dalla strage di 34 minatori in sciopero, uccisi ad agosto dalla polizia. Con la crisi, il Sud Africa ha perso 1 milione di posti di lavoro e, in 20 anni, l’Anc non è riuscita neppure a garantire a tutti acqua ed elettricità.

 

CHE COSA HANNO SCRITTO 

«Non ha importanza chi è il presidente, Zuma o Paperino. Quello che conta è la sua capacità di garantire alla gente una vita migliore» sostiene con una battuta sul Financial Times l’analista politico Aubrey Matshiqi, per spiegare il punto di non ritorno raggiunto dal Sud Africa. Sul Wall Street Journal Thomas Mashigo non sembra avere dubbi: «Stiamo combattendo per le nostre posizioni personali, non più nell’interesse del popolo». Nel centenario movimento antiapartheid, i nodi vengono al pettine fra anime nazionaliste, nuovi ricchi e populisti sempre più distaccati dalla realtà. Per Mashigo c’è il rischio che il partito «ci muoia fra le mani ». Sowetan, uno dei quotidiani più letti in Sud Africa, prevede un futuro cupo: «Il governo userà violenza e arroganza contro le legittime richieste della gente. Il popolo utilizzerà sempre più misure estreme per fare riconoscere i suoi bisogni. Lo scontro è inevitabile».