LIBRO E MOSTRA Gli occhi
della guerra
Gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage in prima linea. Per questo gli occhi della guerra diventano il titolo di un libro fotografico. Un libro per raccontare, con immagini e sguardi fugaci, 25 anni di servizi dai fronti più caldi del mondo.
[continua]


REPORTAGE
Inferno Bakhmut
la Stalingrado
ucraina
BAKHMUT - Il vecchio senza un occhio e con il colbacco sembra uscito da un film sulla seconda guerra mondiale. Il centro di Bakhmut, la Stalingrado ucraina, è una poltiglia di palazzi sventrati su un tappeto di schegge e detriti sparpagliati lungo le strade. I russi, 200 metri più in là, vomitano da oltre il fiume cannonate sulla città cercando di stanare gli invisibili difensori.
[continua]

image



aggiungi un commento
Si comincia!
21 gennaio 2008
"Libero spazio a commenti ed idee" come ha scritto Fausto Biloslavo, questo dovrebbe essere lo scopo e l'essenza della democrazia e, segnatamente, dell'insegnamento universitario. Durante il mio semestre questo ha guidato le lezioni: fornire strumenti e non prescrizioni, procedure, atteggiamenti e non regolamenti. Consigli e non diktat. Occhiali per osservare meglio la realtà dei fatti e delle fonti, non paraocchi per vedere solo quello che si confà ai nostri "pre-giudizi." Però poi il corso si conclude e già so che mi mancherà il confronto con gli studenti, la comunicazione ha come prima caratteristica quella di essere un flusso continuo, ininterrotto...ed ecco l'idea di aprire un blog, aperto a tutti, non solo ai frequentanti delle mie lezioni di comunicazione di crisi...abbiamo deciso di chiamarlo Shangri-la, un luogo virtuale appunto, ma che evoca libertà, equilibrio e serenità. Le qualità che vorremmo far proprie delle nostre discussioni...la comunicazione di crisi dunque, con tutte le sue sfaccettature, la gestione dell'informazione, il perfezionamento continuo di quelle lenti colorate che ci aiutano ad osservare il mondo, ad essere cittadini con la C maiuscola. Buon viaggio a noi tutti dunque!

Francesco Barontini



06 giugno 2019 08:06:48 - http://canadianorderpharmacy.com/ http://canadianorderpharmacy.com/BI scrive:
Greetings from Florida! I'm bored to tears at work so I decided to check out your blog on my iphone during lunch break. I love the knowledge you present here and can't wait to take a look when I get home. I'm shocked at how quick your blog loaded on my phone .. I'm not even using WIFI, just 3G .. Anyhow, fantastic blog!


23 maggio 2018 17:07:38 - Justinedili JustinediliTN scrive:
Thank you. Lots of postings.


04 luglio 2016 11:24:39 - mdgZ4vreQR VO6CzyBWKlL scrive:
Om…. saya pemula dan sekarang pake 7D lensa 18-135 + 50mm fix. 18 – 135 apa bisa dipakai untuk foto sunset? beberapa kali saya coba hasilnya jauh dari yg saya hangokar(mpaa moga ini cuma tehnik foto aja yg salah)? Terus apa yg harus saya lakukan kalo ingin foto sunset dgn 18-135?Thanks Hendra


29 aprile 2014 16:33:31 - Johnf560 Johnf560 scrive:
Really informative article post.Thanks Again. Awesome. caadebeffafd


26 dicembre 2008 12:06:15 - Paola Arcidiacono scrive:
Per tre lunghi mesi ho atteso con ansia questi giorni di relax e di feste da trascorrere in famiglia ma dopo una settimana mi ritrovo a pensare con nostalgia alle belle ore trascorse con i miei "colleghi" e con il professore Barontini...ogni venerdi mattina, per quattro ore,una sorta di resoconto sulla settimana che volgeva al termine. Questo mi manca, uno scambio di opinioni aperto ed istruttivo, perchè alle volte è più bello confrontarsi con chi si ha un rapporto meno stretto piuttosto che con chi ci conosce a menadito. Per iniziare ho fatto una rapita lettura delle riflessioni che si possono leggere sul blog, tutte datate gennaio e febbraio 2008...cosa è successo in questi mesi? riprendendo alcuni spunti sul blog: Obama è il presidente eletto degli Stati Uniti e la Clinton sarà al suo fianco con un incarico ufficiale; Berlusconi è il nuovo Presidente del Consiglio Italiano; Carla Bruni non è ancora in stato interessante; Clemente Mastella è ospite fisso a Quelli che il calcio per seguire dallo stadio le partite del Napoli; la crisi economica è arrivata ed i Governi si affannano a stanziare aiuti(ho appena letto che la Russia ha deciso una serie di aiuti economici per le imprese colpite dalla crisi fra cui alcuni colossi dell'energia, la Diocesi di Milano ha stanziato aiuti per 1MILIONE di euro per le famiglie colpite dalla crisi)ma alcuni asperti dicono che se gli stipendi sono gli stessi di qualche mese fa e se i prezzi oggi sono più bassi allora le famiglie hanno più denaro a disposizione; una scossa di terremoto ha colpito il nord Italia e Bertolaso ha pubblicamente detto che se un terremoto di quella portata avesse colpito il sud Italia avrebbe causato molti più danni e disagi...un modo per calmare gli animi e far capire che non ci sono pericoli oppure un modo per approfittare della situazione per fare una blanda denuncia sullo stato delle cose al sud, o ancora una semplice constatazione dei fatti?la mia Calabria è una zona altamente sismica e certo non posso non avere fatto caso a quelle affermazioni. Mi sono fin troppo dilungata ma era solo per iniziare una conversazione prometto che alla prossima sarò breve...


12 febbraio 2008 10:58:22 - Fausto Biloslavo scrive:
Mi sembra che ci sia molta carne al fuoco, con spunti di grande interesse e giuste denunce, ma invito tutti al dono della sintesi.


12 febbraio 2008 10:11:48 - MARILENA SCICCHITANO scrive:
Ciao a tutti, questo testo mi è arrivato tramite mail da un nostro Prof. penso sia giusto che il nostro blog ospiti informazioni del genere... CENSURA 'LEGALE' Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'. Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto. Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA). L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003. Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare. Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi. All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo. La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4) E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.* *(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI in questi casi). Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me. La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere. Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6) Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità. Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7) Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8) Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari. Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo. Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno. Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori. Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare. Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità. Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema. Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate. In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me. Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva. Grazie di avermi letto. Paolo Barnard dpbarnard@libero.it Note: 1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004. 2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo. 3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza, difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me. 4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...". 5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria". 6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005. 7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18 8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)


11 febbraio 2008 18:58:13 - Enrico Scarponi scrive:
Giornata della memoria, giornata del ricordo...... sono iniziative che non condivido. Mi rendo conto che tutti voi non sarete d'accordo con me, ma tenterò di spiegare per non essere frainteso.. Credo che in queste iniziative ci sia poco di sincero, il più delle volte questi eventi sono strumentalizzati da una parte politica per screditare quella avversa, oppure, come nel caso della giornata della memoria, per fare un pò di buona pubblicità e zittire le voci di dissenso intorno alla politica estera di un paese (quello di Israele). Ragazzi è assolutamente vero, si è sempre parlato poco della tragedia delle foibe, però come altrettanto poco si è parlato dell'occupazione italiana in Jugoslavia e come altrettanto poco si è parlato della Libia o delle atrocità commesse dal nostro paese nel corno d'Africa... Proprio l'anno scorso mi sono trovato a fare un lavoro sulla Libia e facendo un pò di ricerche su alcuni libri mi sono reso conto di quante cose sia i nostri libri di testo o i nostri media non c'hanno mai detto... Io cosa farei? Non farei una giornata della memoria per questo o quel popolo, farei piuttosto una giornata di riflessione in generale sulla guerra, il razzismo, su tutte quelle cause che possono far degradare l'uomo a livello di bestia e uccidere un suo simile solo perchè parla un'altra lingua o è di un colore diverso... una giornata di riflessione sull'essere umano e sul perchè a volte è così stupido e inutilmente crudele... forse così si può arrivare a quel tanto fatidico "perchè non succeda mai più..". Sì, queste iniziative mi lasciano perplesso perchè vedo politici che in queste celebrazioni sono promotori e appassionati oratori e poi non battono ciglio quando, come è successo poco tempo fa e come temo succeda tutt'ora, si lasciano morire centinaia di immigrati clandestini nel deserto grazie al patto fatto con Gheddafi... e allora no - mi verrebbe da dire se incontrassi uno di questi politici - caro mio, la tua giornata della memoria è durata veramente poco se proprio te che eri appassionato oratore contro le discriminazioni razziali di mezzo secolo fa ora non perdi un minuto di sonno per le violazioni dei diritti umani che per colpa tua e delle leggi che approvi vengono commesse nei Cpt, non ti è servito a niente il giorno della memoria o del ricordo se un giorno sì e l'altro anche ce l'hai su e tuoni contro il diverso di turno, prima il clandestino, poi l'omosessuale, poi il cinese... poi non ti sorprendere se in una scuola media dei ragazzetti pestano a sangue un loro compagno sudamericano. Impara prima ad accettare i diversi, poi vienimi pure a parlare del giorno della memoria ma quello che ne ha più bisogno sei te caro politico, perchè la gente comune non è portata a commettere stragi o genocidi se non ci sei te che la istighi con le tue stupidaggini...ecco qua.


11 febbraio 2008 16:17:49 - Livia Di Lonardo scrive:
...Dite qualcosa di più sensato per favore??...:/ A cosa farebbero riferimento quei siti??...Scusate l'ignoranza!...Grazie! Livia


11 febbraio 2008 12:38:44 - Livia Di Lonardo scrive:
Ahimè...cara Maria Alessandra...sono d'accordo con te...Ma purtroppo non tutti comprendono l'importanza dell'evento che oggi ricordiamo con tanta tristezza. E' così, il mondo è fatto di colori diversi, ognuno pensa e agisce in modo diverso, ognuno ricorda le cose in modo diverso ed è questo che ci rende diversi, quella stessa "diversità" (culturale e ideologico-politica) che, se riflettiamo un momento, ha in un certo senso causato le vittime delle foibe...Riusciremo un giorno a colorare di bianco il mondo?? (lasciami ricordare il bianco come colore dell'unione e della fratellanza tra i popoli)...Lascio a te come a tutti gli altri la possibilità di trovare una risposta...A presto. Livia


11 febbraio 2008 11:50:48 - Pier Giorgio Cozzi scrive:
ieri a Milano, nell'ufficialità del giorno della memoria, è stata intitolata a Fiume una porzione di strada. poca cosa, poca gente (prevalentemente di una "parte" ideologico-politica, poco spazio sui media. In una parola: poca memoria. Negli anni '50, sul pianerottolo di casa dove, bambino, giocavo con i coetanei approdarono, è il caso di dirlo, due 'pensionanti' come vennero chiamate dagli altri inquilini: una mamma e la figlia giovinetta, bionda, treccine, tanta fame (dividevamo insieme le magre merende del primo dopoguerra), occhi chiari e sorriso perenne. Forse si chiamava Floriana. Profughe dalmate, mi informarono i miei genitori, senza peraltro aggiungere spiegazioni. Stettero le due donne in quella casa di Milano qualche mese, prima di andarsene in punta di piedi come erano arrivate. Lasciandoci, malgrado la loro condizione di esuli un ricordo di serenità e dignità indimenticati.


11 febbraio 2008 10:54:08 - Maria Alessandra Giannelli scrive:
livia, mi permetto di ricollegarmi al tuo ultimo commento per dire qualcosa che ieri mi ha lasciato davvero l'amaro in bocca. Tu parli di memoria condivisa, ieri ho incrociato per caso la coda del corteo che si è tenuto a Perugia per ricordare le vittime delle foibe e davanti ai miei occhi hanno sfilato gruppi con la bandiera di Forza Italia, Alleanza Nazionale, Forza Nuova. Mi chiedo: un evento tanto atroce non dovrebbe essere condannato dall'intera comunità italiana? Rigettato come atrocità contro l'umanità e non come "scelta" politica? e allora che bisogno c'è di fare un corteo di destra, per di più tutti ben divisi in gruppi?!


10 febbraio 2008 18:55:36 - Livia Di Lonardo scrive:
"Per una memoria condivisa non bisogna avere pregiudizi ideologici...bisogna superare il passato guardando al futuro"...e ancora..."La memoria condivisa deve abbracciare le vittime dei lager nazisti e fascisti e i martiri delle foibe comuniste". E' quanto scrive Federico Degni Carando in onore di una "memoria condivisa". Non c'è che dire, raccontare la storia è come raccontare un pezzo della nostra vita, di cui forse non siamo i diretti protagonisti, ma in un certo senso è come se lo fossimo...Perchè le vicende passate ci coinvolgono a tal punto che spesso è come se stessimo rivivendo questo passato, un passato che ci ha resi schiavi di brutti ricordi purtroppo..."Abbracciare il passato", senza nessun pregiudizio ideologico, è come riabbracciare le numerose vittime del nazismo e del fascismo che hanno tanto sofferto e raccontato al mondo la verità...Nonostante tutto, spesso (troppo spesso direi!) si dimentica il passato e, puntualmente, continuano le atrocità, continua la corsa al potere, all'odio, all'egoismo...Il passato dovrebbe aiutare i popoli a ricordare, e le memorie dovrebbero essere di aiuto per migliorare, non per peggiorare! Ma, ahimè...la strada verso l'ordine e la pace è ancora lunga, perchè troppa è la voglia di prevalere, di competere, di sottomettere...di "strafare"...P.S. Un generoso apprezzamento al sito del Dott. Carando. Grazie per averci dato la possibilità di ricordare e riflettere! A presto. Livia


09 febbraio 2008 16:23:58 - Fausto Biloslavo scrive:
Grazie per le segnalazioni. Con la penna, il canto o in qualsiasi altra maniera civile l'importantante è darsi da fare e non dimenticare.


09 febbraio 2008 16:01:42 - Gennaro Grimolizzi scrive:
Carissimo Fausto, cari amici del blog, vi segnalo l'ultimo numero del mensile "EuropaItalia". Si tratta di una rivista nata pochi mesi con l'intento di approfondire una serie di tematiche di respiro europeo, che hanno diretta attinenza con i fatti italiani. Tra le firme di "EuropaItalia" vi è anche quella di Franco Cardini.


09 febbraio 2008 13:34:45 - Mario Fragiacomo scrive:
Caro Fausto, sono un musicista e compositore triestino: Mario Fragiacomo e forse ci conosciamo. Siccome sono coinvolto anche quest'anno nella ricorrenza del Giorno del Ricordo, volevo segnalarti che ho realizzato un video con il mio ensemble che ho sottoposto a YouTube pochi giorni fa. Ho pensato che forse ti può interessare. http://it.youtube.com/watch?v=Xot47y4x9Y0 Oltre a questo sono stato coinvolto sempre con il mio ensemble (Mitteleuropa Ensemble Chamber Quartet) per questa ricorrenza a Monza (questa sera) e domani, domenica all'Auditorium di Gorizia (ore 17.30) Cordiali saluti. Bellissimo il tuo articolo che ho letto oggi. Mario Fragiacomo Mario Fragiacomo Music & Performing Arts Via Venezia, 1 20060 Cassina De' Pecchi (MI) Tel.: ++39 02 9528600 Mobile: 333 108 9248 E-mail: mariofragiacomo@hotmail.com Official Web Site: www.fragiacomo.org


09 febbraio 2008 09:28:44 - Fausto Biloslavo scrive:
Vi segnalo qusto sito sulla memoria condivisa www.enniocarando.eu Cosa ne pensate? Nel pomeriggio inserirò il mio ultimo articolo sulla Giornata del ricordo che si celebrerà domani dedeicata all'esodo di istriani, fiumani e dalmati.


08 febbraio 2008 18:26:17 - Fausto Biloslavo scrive:
Eccomi Livia. Purtroppo sono travolto dal lavoro. Scrivere, scrivere e ancora scrivere. Non mi lamento soprattutto perhè lavoro da casa quando non sono in giro per qualche reportage. Qualche programma tv riesco a vederlo, ma raramente. A parte un paio di serial, come 24 che consiglio, se faccio zapping con il telecomando mi viene male a vedere quante boiate trasmettono le nostre televisioni. Devo però confessare che dopo oltre dieci ore di lavoro sui fatti internazionali non riesco a seguire nulla di impegnativo e tantomeno a leggere un libro (aspetto ben più grave). Solitamente mi addormento alla seconda notizia del telegirnale di mezza sera. Ciao


08 febbraio 2008 18:01:26 - Livia Di Lonardo scrive:
Insomma...che fine avete fatto tutti quanti?... Spero di rispondere presto a qualsiasi vostro commento o suggerimento! ;)Livia


07 febbraio 2008 21:25:01 - Livia Di Lonardo scrive:
Benissimo Romina...può essere vero...dopo una lunga e faticosa giornata è difficile che qualcuno riesca a reggere fino all'una di notte o più!...E' successo anche a me; ricordo infatti che dopo un'intera giornata a lezione tornavo a casa stanca morta! A malapena riuscivo ad indossare il pigiama!...Ma la questione va oltre un semplice programma televisivo purtroppo...Il problema è la troppa superficialità della gente che non riesce a comprendere quanto il mondo stia cambiando in...peggio! Non sono pessimista, mai lo sono stata e mai lo sarò, ma più che altro sono (forse fin troppo) realista. E' questo forse il problema? Non saprei...Forse spesso è meglio non capire, non sentire, non parlare, o meglio, fingere di essere ignoranti, ma in questo modo non si fa altro che continuare a mostrare al mondo la sua cattiveria, quel mondo che non vuole vedere...che vorrebbe non vedere...che fa finta di vedere... Invito tutti a commentare le mie idee come quelle di Romina (se posso permettermi) per continuare il nostro emozionante viaggio insieme! A presto... Livia


07 febbraio 2008 16:40:38 - Romina Raucci scrive:
Cara Livia,sono felice che tu abbia raccolto il mio invito. Sono d'accordo con te solo se ti riferisci alle persone che hanno la possibilità di gestire la propria giornata autonomemente ma devo, purtroppo,dissentire in altri casi. Una persona comune che si sveglia ogni giorno alle sei del mattino e torna a casa la sera alle nove non regge fisicamente fino all'una di notte per guardare un programma televisivo. A maggior ragione se non ha più trent'anni. Inoltre credo che per assorbire ed acquisire la spinta ad approfondire determinati argomenti bisogna essere il più possibile lucidi e reattivi. Questo, ovviamente, non toglie il fatto che, se si ha vero interesse per qualcosa, si possa trovare comunque un modo per informarsi. Mi piacerebbe però che alla politica estera dei nostri governi ed alle questioni poliche internazionali in generale fosse tolta l'etichetta di "riservato ad un'audience di nicchia" per le ragioni che ho prima esposto. E questo, come primo passo, presuppone una fruizione più ampia delle relative tematiche.Passatemi l'espressione forse un po' enfatica ma le "rivoluzioni", anche quelle culturali, non si possono fare solo con i generali. Spero di aver chiarito meglio quello che intendevo dire...a presto!!


07 febbraio 2008 14:27:23 - Livia Di Lonardo scrive:
Cara Romina...in parte hai ragione, ma aggiungerei: "Volere è potere, ma la volontà spesso è succube del potere!"... E poi...penso che indipendentemente dall'ora in cui viene mandata in onda una trasmissione, se qualcuno è interessato a "sapere e conoscere" (e ribadisco veramente interessato)non fa caso all'orologio e al tempo che resta prima di dedicarsi a qualcos'altro! Non potrebbe essere solo una scusa quella dell'"orario"? Se c'è tempo per guardare il "Grande Fratello" (con tutto rispetto per questo programma che a me personalmente non comunica un bel niente...)ci sarà anche tempo per cose molto più interessanti...A presto Livia ;)


07 febbraio 2008 14:01:28 - Romina Raucci scrive:
La partecipazione a questo blog è,oserei dire,appassionante!Ogni giorno leggo commenti interessantissimi che mi regalano tante di quelle possibilità di riflesione che non riesco a stare dietro a tutto quello che mi piacerebbe approfondire.Avrei mille domande.. ma,data l'ormai nota mia incapacità di sintesi,vorrei agganciarmi a quanto già detto negli ultimi giorni.Il modo in cui viene comunicata (o non comunicata) la nostra politica estera è,nei casi migliori,quantomeno singolare;in quelli peggiori,come sottolinea il dott. Biloslavo,addirittura vergognoso. Anche quando "operiamo bene"(come abbiamo,tra l'altro imparato anche a lezione di comunicazione di crisi)non lo sappiamo!!Mi rendo conto di quanto sia delicato trattare questo tipo di comunicazione che va "gestita entro una strategia" ma ho l'impressione che quest'ultima difetti in più di un punto e,talvolta, non rispetti neanche il diritto costituzionale all'essere informati. Ad ogni modo non ho né la preparazione,né gli strumenti per poter approfondire tale considerazione. Non sono però convinta del fatto che "non vogliamo sapere". E' vero che è un atteggiamento comodo e comune occuparci solo di quello che ci succede sotto il naso;così com'è vero che la crudezza della guerra spesso è difficile da sostenere anche solo "attraverso lo schermo" o tra "righe d'inchiostro" poiché porta ad interrogarci nel profondo sul significato di cocetti che si danno,a torto,per assodati come quelli di 'civiltà' e 'umanità'(e le risposte non sarebbero rassicuranti). Ma sono convinta che se venissimo messi maggiormente in condizione di approfondire quello che succede intorno a noi(di cui siamo parte molto di più di quello che immaginiamo)non soltanto potremmo ricavarne importanti spunti per mgliorarci personalmente ma avremmo anche la possibilità di mettere tutto in prospettiva per guardare anche alle "cose nostre" con una consapevolezza diversa. Non mi riferisco tanto alla carta stampata che, comunque offre uno sprettro visivo più ampio;quanto ad Internet,è un mezzo fondamentale ma troppo dispersivo.La mia critica maggiore va alla TV.Un esempio semplice per stringere:perché non ci sono format innovativi di approfondimento della politica estera?E perché, quando ci sono, vengono relegati in orari inaccessibili a molti o sono ospitati da canali satellitari che non tutti possono permettersi?Si dovrebbe fare una scelta di palinsesto coraggiosa ma non sono poi tanto sicura che l'audience sarebbe così basso!Forse sono considerazioni ingenue..chiedo perciò un commento,se vorrà, al dott. Biloslavo e,ovviamente, a tutti voi. Spero di non essere stata troppo prolissa ed auguro a tutti buona giornata!


07 febbraio 2008 10:49:10 - Livia Di Lonardo scrive:
Io vorrei aggiungere, con mio grande dispiacere: "Quante cose, troppe cose, la gente non sa!", o meglio, "Quante cose (spesso o quasi sempre) la gente non vuole sapere!" e questo è l'errore più grande... Ci chiudiamo spesso in un mondo tutto nostro e pensiamo solo a noi stessi...è così, è vero...Andiamo avanti percorrendo la nostra strada e mai ci vien voglia di girarci un attimino per renderci conto che quello che lasciamo alle nostre spalle è la nostra stessa vita, il nostro stesso mondo, un mondo che ormai comunica con la guerra, le armi, l'odio, l'egoismo...Apprezziamo almeno gli sforzi che tanti soldati compiono per riportare la pace, che ormai, si sa, è utopia di pochi e utopia di molti!...Ma può "un'utopia" frenare la volontà di agire di tante (poche) persone che ancora credono di riuscire a rimettere ordine in questo mondo?...No, mai! Livia


06 febbraio 2008 20:55:39 - Fausto Biloslavo scrive:
Prendo spunto dalle frasi di Wittgenstein per anticipare il caos che scoppierà in parlamento sulle missioni militari all'estero. In Afghanistan, in particolare, soprattutto l'ultimo governo sostiene che portiamo solo caramelle ai bambini. Non è vero. Quando è necessario facciamo la guerra per mantenere la pace, ma la gente non lo sa. Ai giornalisti è proibito andare in Afghanistan in prima linea con i soldati italiani. Una finzione propagadnistica ad uso e consumo interno. Una vergogna.


06 febbraio 2008 16:01:37 - Livia Di Lonardo scrive:
Ciao a tutti!...Sono una "ex studentessa" laureata in Comunicazione Internazionale e specializzata in Relazioni Internazionali all'Università per Stranieri di Perugia e ho letto con interesse i vostri commenti. Penso che l'ideazione di questo blog dia finalmente l'opportunità a tutti di dialogare e confrontarsi sui più svariati problemi di attualità che "mettono in crisi la comunicazione stessa"! Pertanto, vorrei inizire il mio viaggio in questo blog insieme a tutti voi citando due celebri frasi del famoso Wittgenstein: "Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere". "Tutto ciò che può essere detto, può essere detto chiaramente". Lascio a voi la libertà di capire e interpretare...!! Alla prossima! ;) Livia


05 febbraio 2008 13:58:42 - Francesco Minici scrive:
Ecco..è proprio questo il punto. Da questa "faccenda" si aprirebbero tanti discorsi che il dibattito politico transnazionale sta affrontando un pò per scelta un pò per necessità,oserei dire, dopo l'11 settembre. Qualità Democrazia e Governi Fantoccio in primis. Ragionando un pò su quel che accade in casa nostra però io mi sto convincendo che ormai non ci sia più un feedback tra la Tematizzazione dell'Agenda dei MEdia e un adeguato feedback da parte dell' Audience ma sia sempre di più un processo unidirezionale appiattito sulla totale spettacolarizzazione degli eventi di cronaca o politici che tendono a sublimare un ego pettegolo e voyeur saltando in toto la capacità dello spettatore o anche del lettore di Interiorizzare gli eventi e rileggerli in un frame più ampio. La riflessione sul caso di Sayed sarebbe d'obbligo nell'opinione pubblica ma a mio avviso per capire anche determinati processi politici di cui questo è solo un sintomo. Ma ormai ci dicono dove dobbiamo guardare e come lo dobbiamo fare.ma le responsabilità, naturalmente, sono sono soltanto di giornali e tv anche L' OP è ormai troppo passiva per porsi problemi su ciò che è "Altro" Lontano". E' forse questo che mi scoraggia se mi guardo intorno, la passività!


05 febbraio 2008 09:14:41 - Fausto Biloslavo scrive:
Caro Francesco hai ragione. Il senato afghano ha fatto marcia indietro redendosi conto dell'enorme gaffe compiuta, ma il parlamento non ha alcun potere sulle condanne a morte. Solo il presidente può firmarle o commutarle in eragstolo o graziare. Inoltre è assolutamente incredibile come questa triste storia sia stata assolutamente sottovalutata dai giornali, in particolare quelli italiani. Evidentemente Sayed è un condannato a morte non di serie B, ma di serie Z.


05 febbraio 2008 01:40:30 - Francesco Minici scrive:
C'e' stato un tam tam su siti Internet però la notizia del passo indietro fatto dal Parlamento afghano di un'importanza enorme è sembrata essere quasi una miccia che si è bagnata "inopportunamente" da un punto di vista mediatico; almeno a me, è sembrata edulcorata o messa sullo sfondo! A lei sign. Biloslavo come è sembrato? leggevo che molti si sono lamentati che questo caso sia stato tematizzato dai Media come un faccenda di serie B, quando fa raccaponare la pelle!? Non parlo della singola testata ma del complesso.


03 febbraio 2008 23:31:52 - Fausto Biloslavo scrive:
Sul caso Sayed e sulle grinfie degli ulema, i pretoni islamici, sull'Afghanistan ho scritto un pezzo su Il Giornale il primo febraio che trovate nella sezione Gli ultimi dieci articoli. Non solo Repubblica, ma pure Il Giornale ha aderito all'appello per il collega condannato a morte lanciato per primo dall'Indipendent. Per fortuna il Senato afghano ha fatto marcia indietro sulla richiesta di eseguire la pena capitale nei confronti di Sayed. Nel mio picolo ho deciso di ospitare pure io, sulla prima pagina del sito, l'appello per salvare la vita a Sayed


02 febbraio 2008 13:08:27 - Enrico Scarponi scrive:
Esatto, potete trovare l'articolo in italiano riguardo al fatto e la petizione contro la condanna a morte del giornalista anche sul sito di Repubblica nella sezione esteri: www.repubblica.it


02 febbraio 2008 12:37:07 - Francesco Minici scrive:
Ragazzi c'e' una petizione on line su Indipendent vi lascio il sito: www.indipendet.co.uk!!!


02 febbraio 2008 12:30:31 - Francesco Minici scrive:
"Sayed Parez, Giornalista afghano condannato a morte per un articolo blasfemo" E' notizia che leggo oggi. Ieri il parlamento afghano si è espresso per togliere la vita ad un 23enne. Un giornalista. C'e' una raccolta firme in corso perchè oltre al Parlamento Britannico, Europeo e a varie Ong ci si vuole mobilitare anche in Italia per chiedere al Presidentissimo Karzai di sospendere la pena. Le sue colpe non sono precisate ma riguarderebbero un aticolo che ha questo ragazzo ha scritto per,diciamo cosi', un'interpretazione estensiva delle norme Coraniche circa la ossibilità delle donne di avere più mariti. Un attentato. Io prendo da li' lo spunto per guardarmi intorno e lamentarmi. C'e' chi ha Coraggio e sfida la morte guardando il cielo a testa alta. C'e' chi di coraggio non ne ha, guarda in terra sevile e docile e magari fa anche il giornalista in Italia. I teatrini degli ultimi giorni in Parlamento e la situazione attuale della classe politica riflette a tutti i livelli la situazione sociale della penisola. Noi siamo stufi di noi stessi ma troppo disillusi per tentare di cambiare.


31 gennaio 2008 10:33:17 - Romina Raucci scrive:
E'vero!!! il dono della sintesi non mi appartiene molto. Ma ho scritto tutto di getto non rendendomi conto di quanto effettivamente fosse lungo.Mi sono lasciata prendere la mano dal volervi partecipare i miei pensieri (tutti insieme!!!) Per alcune questioni, poi, mi sento particolarmente coinvolta. A mia discolpa dico che mi è stato regalato un momento mooolto liberatorio!!! Saluti a tutti!!!


30 gennaio 2008 17:21:58 - Fausto Biloslavo scrive:
CHANGE: WE CAN BELIEVE IN. In questo dobbiamo credere!!! Apprezzo i vostri interessanti commenti, ma ricordo, come diceva Montanelli quando coreggeva i miei sgangherati pezzi, il dono della sintesi.


30 gennaio 2008 15:56:13 - Romina Raucci scrive:
Ciao a tutti!!! "Lingua uccide più veloce di spada" diceva un vecchio detto indiano!! Il potere della comunicazione mi ha sempre affascinata; sin da bambina raccoglievo aforismi di personaggi famosi che riuscivano ad interpretare, attraverso frasi che non sarei mai riuscita a formulare con tanta sapienza, i miei pensieri e le mie passioni. Ho sempre pensato che sapersi esprimere fosse un po' la "chiave di volta dello stare al mondo", una possibilità unica per collegare le menti ed i cuori, per crescere e arricchirsi in ogni ambito della propria vita. Da qui la felicità di poter partecipare a questo blog... Da qui, in primis, la scelta dei miei studi... Ma se c'è una cosa che ho imparato da quest'ultimi e che le parole sono anche Atti, non soltanto in grado di gestire le situazioni ma anche di crearle. Avere rispetto per le parole significa avere rispetto per le proprie azioni. Avere rispetto per le parole significa prima di tutto non svuotarle di senso. Avere rispetto per le parole significa evitare di usarle semplicemente per "dare fiato alle corde" o al fine di operare un mero esercizio stilistico (che è pertinente solo in appropriati contesti). Bene, arrivando al punto, in questi giorni le parole della politica più che affascinarmi mi hanno lasciata nauseata: un misto di incredulità e tristezza che sarebbe difficile descrivere. E non mi riferisco solo alla scena alla quale abbiamo assistito in diretta giovedì sera dalla sede del SENATO DELLA REPUBBLICA (il maiuscolo mi evita un inutile commento). Cuffaro afferma: "Mi dimetto per la mia famiglia" senza pensare minimamente al rispetto dovuto agli elettori e alla carica da lui ricoperta. E non mi importa se ha favorito la mafia in quanto organizzazione o singoli mafiosi: si è reso conto che ha ricevuto una condanna a cinque anni per favoreggiamento?? Ora, non dico che i politici dovrebbero essere puri come angioletti, ma c'è un limite a tutto!! Intanto, sempre in Sicilia, un gruppo i giovani chiede gli venga legittimato il diritto di costituirsi parte civile nei processi per mafia a causa del danno d'immagine che tale organizzazione arreca alla propria persona e alla propria regione. La cosa mi ha particolarmente colpita perché anch'io sono cittadina di una regione che è, allo stesso tempo, la mia rabbia ed il mio orgoglio. Sono campana,nello specifico sannita, e le vicende di questi ultimi giorni hanno, qui da noi, una valenza tutta particolare su molti fronti essendo state un po' la "pietra dello scandalo" rispetto alla crisi di governo e non solo.. Anche volendomi semplicemente soffermare sull'aspetto comunicativo, la situazione ha risvolti ridicoli ed agghiaccianti allo stesso tempo. Avete idea dell'eco che hanno prodotto le parole rivolte ai giornalisti dal sindaco di Napoli Iervolino, nei "primi giorni" dell'emergenza rifiuti, quando, col suo caratteristico tono melenso e stridulo, ha affermato:"Non muore nessuno, ne verremo fuori!"?!? A sette chilometri da casa mia vi è un paese dove la percentuale di tumori al cervello (che portano alla morte in meno di un anno-se si è fortunati) raggiunge cifre da capogiro se calcolate sul totale nazionale. Il fatto sembrava scientificamente inspiegabile fino a quando non si è cominciato ad indagare scoprendo depositi di amianto a cielo aperto. Nel frattempo, sui banchi dei supermercati del Nord già campeggiano cartelli come "Mozzarella di bufala Non Campana" ed anche qui da noi i prodotti ortofrutticoli, ormai, sono di provenienza esterna. Certo, per questo "non muore nessuno" ma che vita avranno le migliaia di famiglie il cui reddito si basa essenzialmente sulle attività agricole? E ancora...alcune città del Nord-Est investono in pubblicità "comparative" (loro sì che conoscono il vero significato di mercato basato sulla libera concorrenza), presso i giornali tedeschi, al solo fine di sottolineare che loro "non sono come noi" che lì non c'è spazzatura. Hanno forse dimenticato quando vendevano la Loro spazzatura alla camorra nostrana che poi la sotterrava sotto le nostre case (col beneplacito di qualche politico)? Perdonatemi sa sbaglio ma questa non si dovrebbe definire connivenza?? Perché nessuno riesce a capire che l'Italia è un'unica nazione e ci si dovrebbe sentire italiani anche all'indomani di una finale di calcio di coppa del mondo? Per quanto riguarda il caso Mastella troppo ci sarebbe da dire. Tuttavia, visto che (come al solito) la mia logorrea ha già riempito uno spazio non indifferente, mi limito a sottolineare due cose. In merito alla magra figura fatta dal Procuratore di Santa Maria Capua Vetere durante un suo comunicato stampa (il cui vedeo impazza sul web)permettetemi di stemperare i toni: siccome si tratta essenzialmente di una crisi comunicativa, magari si sensibilizzerà il mercato del lavoro circa l'importanza della figura del comunicatore! Con nostra grande soddisfazione!! Di altro genere sono, invece, le dichiarazioni fatte dalla popolazione di Ceppaloni unita nella solidarietà alla famiglia dell'ex Ministro della Giustizia. Mi ha fatto una profonda tenerezza un signore che, intervistato circa le motivazioni del suo sostegno alla signora Lonardo, ha, più o meno, affermato (non ricordo le parole esatte anche perché erano in dialetto): "Perché ci ha sempre aiutato! Io avevo il tumore e dovevo fare una visita per la quale ci serviva un sacco di tempo, l'ho chiamata e lei me l'ha fatta avere il giorno dopo." Questo mi permette di sottolineare quanto poi, alla fine, le persone comuni, i cittadini,abbiano bisogno di una politica che non solo le rappresenti ma anche che le sostenga, le protegga, abbia interesse verso i loro drammi privati (a livello locale e non solo). Al signore in questione, invece, magari andava spiegato che pur essendo un gesto molto nobile, una sanità che funziona dovrebbe essere garantita a TUTTI i cittadini al di là del colore politico. Ecco, l'espressione chiave,a mio avviso, è proprio "ANDAVA SPIEGATO". Sono stanca di dichiarazioni altisonani o profetiche; sono stanca di isterismi ed urla; sono stanca di epiteti ed improperi! Una politica è seria quando si comporta seriamente, quando si esprime con serietà, quando è in grado di spiegare a tutto l'eterogeneo elettorato questioni importanti, e di non facile comprensione per i non addetti ai lavori, quali quelle concernenti l'economia o la tanto famigerata legge elettorale (la cui importanza rimane oscura ai più). Mi viene il mal di testa al sol pensiero di quello che ci aspetta nei prossimi mesi data l'ormai quasi certa campagna elettorale! Ed a proposito di quest'ultima, una bella lezione,come ha già sottolinato qualcuno in questa sede, ci viene d'oltreoceano. Dagli "enormi" Stati Uniti d'America che, malgrado le loro insite contraddizioni,i loro blockbuster ed i reality show, sanno essere Uniti quando serve. Così come si affidano, attraverso una emozionata partecipazione democratica, agli slogan dei loro candidati. Uno di questi, quello del candidato democratico Obama, recita: CHANGE: WE CAN BELIEVE IN. E noi, in cosa dovremmo credere???


29 gennaio 2008 17:35:22 - Fausto Biloslavo scrive:
Mi sono sempre occupato di guerre e politica estera proprio per stare lontano dal teatrino di casa nostra. Meglio i campi minati veri che quelli della politica italiana. Prodi ha stufato, ma le scene in parlamento quando è caduto erano disgustose e non rendono onore al nostro paese.


29 gennaio 2008 13:13:42 - Chiara Savarino scrive:
Non mi dispiacerebbe vedere Obama e la Clinton lavorare fianco a fianco. Sarebbe sicuramente un bel traguardo per l 'America e forse un bell'esempio per tutti i paesi. Più volte ho ammirato come in certe situazioni di governo le forze politiche si siano unite per il bene del paese(vedi USA con il pacchetto economico o il governo di Sarkozy che ha incluso diversi membri della sinistra).Credo sia un bel messaggio da lanciare ad una nazione. Il migliore per i cittadini!Vedere i propri politici che collaborano per uno scopo comune e che riguarda il benessere del popolo penso sia gratificante per tutti.Da un punto di vista comunicativo apprezzo sicuramente di più chi si dimostra pronto a mettersi in gioco e ad aprire le proprie prospettive ad eventuali confronti ed alleanze.Invece non faccio che vedere politici chiusi a qualsiasi dialogo,ottusi nelle loro posizioni.L'unico messaggio che riesco a percepire è quello di una politica a cui manca una cultura di dialogo,di sano confronto che poi ovviamente si riversa nella società di cui fa parte!Un bel messaggio da far passare sarebbe proprio quello di una politica nuova,pronta a lavorare per il vero benessere del paese e questo può richiedere anche collaborazione tra le parti.In un paese democratico non dovrebbe poi essere tanto difficile! A Dicembre sono stata a Londra e ho avuto il piacere di assistere ad una seduta della Camera dei Comuni, durante il Question time del Primo Ministro,nel corso del quale gli vengono fatte interrogazioni sull'andamento del governo e le cose fatte.Chiarezza.E'la prima cosa che mi è venuta in mente osservando la seduta.Anche questo ci manca!E lo si avverte sempre di più.Mancanza di comunicazione e di cultura ecco su cose si dovrebbe lavorare!


29 gennaio 2008 12:03:09 - Rosita Parente scrive:
Mi piace molto leggere, non altrettanto scrivere, ma a questo punto mi butto nella mischia e vi lascio una citazione fatta da una mia amica: "Capire non significa sapere, sapere non significa saper dire, saper dire non significa conoscere". Non so chi ne sia l’autore, anzi chiedo il vostro aiuto per scoprirlo. Senza dubbio abbiamo giornalisti che “sanno dire”, ma fino a che punto possiamo affermare che sappiano anche farci capire e conoscere la realtà dei fatti? Abbiamo seguito il corso di comunicazione di crisi e leggendo i giornali mi viene in mente solo una cosa: crisi della comunicazione! Le prime pagine dei giornali sono piene di storie e racconti – Sarko & la Bruni, chi ha bevuto champagne e chi ha mangiato mortadella – nessuno ci aiuta a capire e diventa sempre più difficile trovare le famose lenti colorate...


29 gennaio 2008 10:09:05 - Francesco Barontini scrive:
Polemos - diceva Eraclito - di tutte le cose è padre, di tutte re; e gli uni disvela come dèi e gli altri come uomini, gli uni fa schiavi gli altri liberi. La 'polemica' dunque aiuta a disvelarci, la discussione, il confronto, o la loro assenza ci rendono liberi o schiavi...quindi benvenga il disaccordo di Daniela...benvenga il desiderio di sapere, di essere al corrente, di guardare in faccia la realtà senza paraocchi e sordine, di provare a sapere come stiano veramente le cose...a qualcuno, sono d'accordo, ha sempre fatto comodo e continua a far comodo avere a che fare con cittadini poco "reattivi"...


28 gennaio 2008 20:19:43 - daniela de simoni scrive:
mi dispiace esordire con un disaccordo su questo blog, ma non riesco proprio a convenire con alcune delle tue idee enrico, soprattutto per quando riguarda la scelta delle "prime notizie". Il male non c'è solo da "noaltri", in francia la prima notizia(che si tratti di quotidiani o telegiornali) è sempre dedicata all'appassionanate quanto struggente lovestory carla-sarko e alla separazione sarko-cecile nonostante i numerosi scioperi generali dei trasporti che hanno colpito l'intera francia giorni addietro(ed è solo un esempio)....non è solo l'italia come vedi!Purtroppo credo che il problema non sia solo da additare ai nostri politici(o ai politici in generale) ormai "vecchi" e privi di innovazione, a mio parere, ma piuttosto a una popolazione poco vogliosa di frontaggiare i veri problemi che affondano il nostro belpaese nel ridicolo. Credo piuttosto che il problema sia nel fronteggiare le lobby che guidano il flusso informatico, sempre più dettato da interessi economici, politici, pubblicitari, dove il profitto è sempre al primo posto(genere:numero di copie vendute!?).Informazione sui giornali?sinceramente ne vedo poca(e qui convengo con te)...piuttosto un comunicare ciò che il "pubblico" vuole sentire, una scelta di notizie quindi non dettata dal vero scopo che queste dovrebbero avere ma piuttosto una scelta indotta dalle esigenze dell'uditorio....auspico quindi a una ri-educazione del pubblico pagante, a una maggiore emancipazione delle fonti e a una minore critica fine a se stessa...siamo o no una democrazia?è nostro diritto quanto dovere SAPERE, sebbene sia decisamente più facile vivere nell'ignoranza!e a quanto pare, professore, c'è qualcuno a cui interessa.... cari saluti e grazie per questa possibilità di confronto.


28 gennaio 2008 19:35:24 - Francesco Barontini scrive:
purtroppo le cose stanno così, la qualità dell'attività politica non è straordinaria e di riflesso anche la sua comunicazione non brilla...ancora alla crisi di governo in televisione non c'eravamo arrivati...Enrico ha ragione, ma fino ad un certo punto...è vero le stanze della politica sono mal frequentate tanto quanto le nostre accademie, le nostre strade, i nostri ospedali, le nostre aziende...a lezione tempo addietro, riferendomi al viaggio istituzionale del Presidente della Camera in Sud America facevo notare come dalle corrispondenze dei giornalisti emergessero solo temi italiani e come questa fosse una tipicità italiana: un esponente di rilievo va all'estero e mai nessuno che chieda cosa c'è andato a fare. Quale sia lo scopo del viaggio...credo che per Natale Di Pietro sia andato a Betlemme e non si sia nemmeno saputo...credo appunto, perchè ne ho solo sentito parlare e non rammento di averlo letto o ascoltato...missione segreta? Allora davvero ci sarebbe bisogno di domande nuove...non le solite "marchette", ma anche qui è un cane che si morde la coda: a chi interessa? Se i giornali vendono la storia della Bruni e di Sarkozy è colpa dei giornalisti? Badate che non è solo un problema italiano...dopotutto da noi, come diceva Flaiano i problemi sono sempre gravi, ma mai seri...sono più d'accordo con Chiara quando effettua il paragone con gli USA...ma qui parliamo della più antica democrazia del mondo...avete notato come di fronte al pericolo di recessione Democratici e Repubblicani abbiamo messo da parte le divisioni ed abbiano concordato il pacchetto di intervento economico? Sulle primarie democratiche in questi giorni poi sto giocando con un'idea: Obama e Clinton uno presidente e l'altra vice-presidente...o viceversa...sarebbe mica male come messaggio...


28 gennaio 2008 15:26:03 - Enrico Scarponi scrive:
Ragazzi.. vogliamo farci del male? Parlare in questi giorni di comunicazione politica e dei politici nostrani in particolare è come darsi una martellata in mezzo agli occhi, ma che devono comunicare quelli là? Non mi è mai piaciuto Beppe Grillo e il suo populismo ma a volte quando vedo certe cose si offusca la ragione pure a me e affiorano pensieri (che cerco di rigettare...) del tipo che la democrazia è una grande stupidaggine se poi bisogna assistere a certe cose. Lo spettacolo che i politici di centrodestra (perchè negarlo? erano tutti loro e anche chi appartiene all'Udeur non lo considero certo di sinistra...)hanno offerto è stata una cosa orribile, gente che dovrebbe rappresentare le istituzioni e dare un esempio di confronto democratico che si comporta come i peggiori ultras, insulti, bere champagne, mangiare mortadella..... gente meschina, gretta e volgare che non è altro, se penso che il paese nei prossimi 5 anni può andare in mano a quegli animali mi fa star male. E gli altri?... incompetenti e buonannulla, Napoli sprofonda tra i rifiuti e loro lì a non fare assolutamente nulla, a pensare ai giochetti e a scannarsi tra di loro sul partito democratico del cavolo, ma possibile che in questo paese si viva sempre come in un'eterna elezione? La comunicazione politica in questo paese è semplice poichè si tratta sempre di una perenne campagna elettorale, una pure e semplice politica dell'apparire per raccattare qualche stupido voto in più... Veltroni crede di essere chissà quale profeta della politica con quel suo ecumenismo da quattro soldi e quel "volemose tutti bene per andare avanti"... ah sarebbe questo la grande novità della sinistra? non è altro che uno pseudokennedy de noantre... a volte mi fa anche ridere poveraccio. Di Berlusconi non voglio nemmeno scrivere... sarebbero solo parolacce. Forse è inutile fare gli stessi discorsi che si fanno da una vita sugli ideali in politica che non ci sono più ecc... Forse questi politici sono lo specchio nostro, lo specchio di un popolo che si trova più a suo agio nella volgarità e nella mediocrità piuttosto che nella partecipazione e nella passione delle idee..... Non lo si vede solo dalla politica ma dalla società in generale, ogni giorno apro il sito del corriere o di repubblica (sono all'estero e non posso comprare il giornale) e mi piovono addosso notizie.... o non-notizie, per esempio è possibile che con tutti i problemi che abbiamo in Italia ogni giorno sui maggiori giornali si parlava di Sarkozi e di quella insipida della sua ragazza? Ma chi se ne frega ragazzi!!!! sapete ad esempio che i giornali francesi non ne parlavano quasi per niente??? Ora che sono all'estero da diverso tempo a volte ho nostalgia del mio paese e dei posti dove vivo, perchè nonostante tutto ritengo il nostro un paese ecczionale e mi dispiace di apprendere ogni giorno che trionfa l'arrogante, che la prepotenza viene premiata e che sta crescendo una vera e propria cultura "neofascista", fatta di menefreghismo e di vuoto edonismo. La soluzione a tutto ciò?? Non lo so, io sono uno di quelli che critica e basta, forse l'ho scritta tra le righe, ma che ne so, vedete un pò voi, io adesso poi non vivo nemmeno in Italia... ciao a tutti... bella idea questa del blog.


28 gennaio 2008 13:33:41 - Chiara Savarino scrive:
Scusate,ho avuto dei problemi col pc.Ho aggiunto io il commento su Obama.


28 gennaio 2008 13:16:37 - scrive:
"I Kennedy scelgono Obama".Titola oggi il Corriere della Sera. La politica estera,diversamente da quella interna, ci propone, a mio parere, un esempio di partecipazione verso una politica che coinvolge e mobilita intere masse di cittadini,una politica fatta di persone, prima ancora che di politici. Non posso non notare questo modo di fare politica,che appare,almeno in campagna elettorale, emotivamente piu vicino alla gente. "Il nero o la donna?" si sente ripetere.La politica democratica americana ha il volto di due persone diverse ma a tutti comunque familiari, personificazioni di due pensieri che si distinguono e attirano l*(attenzione,simboli entrambi di un cambiamento che l*America sembra attendere con ansia. Si punta sulle qualita^ personali,comunicative, sulla "normalita" di due persone che nella loro normalit' e dunqPersino grandi esempi del passato americano come JFK ritornano in un accostamento di personalita che rende la figura di Obama sicuramente ancora piu ben voluta ed emotivamente evocativa.


28 gennaio 2008 12:38:30 - Chiara Savarino scrive:
E' un piacere scrivere in questo blog che rappresenta un pò la nostra piazza,il nostro luogo di incontro(seppure virtuale)dove l'apertura al mondo che ci circonda è una prerogativa di tutti e la voglia di capire e andare in fondo alle cose ci accomuna!In questi giorni mi è capitato spesso di ascoltare,leggere ed osservare ciò che il nostro panorama politico sta offrendo.Vorrei vedere cose ben diverse.Al di là della questione politica in sè,vorrei una comunicazione più chiara da parte di tutti e non i soliti slogan ripetuti ad oltranza.Capire.Ecco cosa dovremmo essere in grado di fare per scegliere davvero ed essere cittadini attivi sempre,ma l'informazione,la comunicazione dei nostri politici e i mass media rendono tutto molto più difficile e lontano.


25 gennaio 2008 18:29:23 - Francesco Barontini scrive:
Ragazzi è una BUFALA! "Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine", diceva ieri il senatore dell'Udeur, ma non sapeva di essere caduto in una bufala che gira da anni su internet. Il testo della poesia è di Martha Medeiros, giornalista e scrittrice brasiliana nata nel 1961. Da anni passa come una catena di sant'Antonio dalle caselle di posta elettronica ai blog: una ricerca su Google produce quasi cinquantamila risultati per le parole Neruda e "muore lentamente", ma solo pochissimi siti segnalano l'errore: il 10 gennaio 2007, più di un anno fa, Lorenzo Masetti lo scriveva sul suo blog; un altro blog sul sito internet del Pais lo ha scritto l'8 luglio 2007. Poche segnalazioni rispetto ai tantissimi siti che avevano diffuso questa "ode alla vita", come una poesia di Neruda, ma la lettura di Mastella ha svelato l'errore. I blog servono ed anche gli errori dei nostri politici a volte sono utili...in un altro senso!


25 gennaio 2008 17:34:47 - Mariangela Sassi scrive:
Scusate ma mi sono distratta sul finale...Volevo dire che mi è sembrato proprio di assistere ad una lezione di Comunicazione di crisi...Ciao e alla prossima!


25 gennaio 2008 17:31:21 - Mariangela Sassi scrive:
Salve a tutti! Che bello vedere che finalmente qualcuno ha "rotto il ghiaccio"... A proposito di comunicazione su tutti i fronti, non so se avete avuto modo di seguire la puntata di ieri sera di RIS-DELITTI IMPERFETTI su Canale 5: ad un certo punto in seguito ad una fuga di notizie su un serial killer i Carabinieri indicono una conferenza stampa. A me è parsa molto ben fatta : un comunicato breve ma chiaro che si concludeva più o meno così:"...stiamo attivando un numero verde..." Mi è sembrato prorpio ad una lezione di comunicazione di crisi...E a voi?


25 gennaio 2008 17:01:10 - Maria Alessandra Giannelli scrive:
Ebbene sì! il nostro blog ha preso il via! E' nato per essere un luogo di scambio di opinioni libero e positivo, ma non avrebbe potuto nascere in un periodo peggiore! In alcuni dei corsi che abbiamo seguito dursnte questo semestre ci siamo spesso interrogati da un lato sull'efficacia della comunicazione, dall'altro sul suo rapporto con l'etica. Ciò che mi rattrista è guardarmi intorno e vedere che nel nostro panorama politico essa non soddisfa nessuna di queste due esigenze! Le dichiarazioni che si sono susseguite in queste ore possono essere definite con un unico aggettivo, a mio avviso: ridicole! Si è più volte fatto appello alla lealtà (ma sanno cosa sia?) ed all'onore, ma come si possono impostare i propri comunicati su tali valori mentre il Paese va a rotoli? Come si pretende di ottenere fiducia? E non parlo da un punto di vista politico ma proprio comunicativo. Ed i risultati si vedono nei commenti sulla situazione italiana nella stampa estera: da brivido! Italia descritta come un Paese sull'orlo della rivolta la cui unica immagine usata per rappresentarci sono gli insulti in Senato! e la nostra credibilità va sempre più a farsi benedire.... La mia sensazione è che per trovare della comunicazione efficace bisogna guardare quasi esclusivamente alla pubblicità commerciale, mi sbaglio?


25 gennaio 2008 14:37:22 - Francesco Barontini scrive:
Le parole della politica italiana...eppure ieri dall'aula del Senato qualche bell'esempio di retorica (in senso buono s'intende) mi pare ci sia stato...lo stesso Mastella, non mi sarei mai aspettato esordisse con una poesia di Pablo Neruda...tutti comunque hanno calcato la mano sul lato emotivo, mi pare manchi la lucidità dell'affrontare i veri problemi del paese, in fin dei conti (passatemi la provocazione - sono un ex-allievo di Sartori) della riforma elettorale a chi interessa qualcosa? Grazie dell'esortazione Florinda, spanniamole tutti quelle lenti...Chiara grazie del suo commento...in effetti l'idea è proprio questa. Stimolare idee, alimentare passioni...


25 gennaio 2008 14:25:35 - Florinda Di Croce scrive:
Veniamo al dunque...In questo suicidio politico che forma prenderanno le parole? Mi auguro non quella dei soliti contenitori preconfezionati e accantonati sulle stade a brindare il nulla...Le invasioni barbariche sono iniziate già da tempo...Allora animo...e attenti a spannare quelle lenti!


25 gennaio 2008 12:23:21 - Chiara Costa scrive:
Buon giorno a tutti! Sono una studentessa del corso di Comunicazione di crisi e gestione dell'informazione. Sono contenta che si sia data vita a un'iniziativa che permetta a tutti di esprimersi liberamente! Questo blog può diventare uno spazio interessante per un confronto che sia motivo di crescita personale e non. Vedo nella comunicazione una comunione e uno scambio; un dare e un ricevere gratuito che regala a tutti la possibilità di stimolare nuove idee e alimentare passioni. Spero che questo blog diventi un mezzo per migliorare la comunicazione "su tutti i fronti" (a partire dalle nostre aule universitarie...)!! Chiara




contattami


image