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Scenari
26 dicembre 2012 - Esteri - Mali - Panorama
Prepariamo le truppe per riprendere Timbuctu

L’Italia appoggia la missione europea che farà rinascere l’esercito del Mali, in vista dell’intervento di un corpo di spedizione africano di 3.500 uomini che nel 2013 dovrebbe liberare il nord del paese occupato dai sostenitori di Al Qaeda. Fonti della Difesa confermano a Panorama che «stiamo seguendo la pianificazione europea. L’intendimento è di fornire un contributo a livello di addestramento: non oltre una quindicina di istruttori». 

Nella capitale Bamako, però, i militari golpisti che a marzo avevano preso il potere per poi riconsegnarlo ai civili sono di nuovo intervenuti a gamba tesa. Il capitano Amadou Haya Sanogo, leader del colpo di stato, l’11 dicembre ha ordinato la destituzione del primo ministro Sheick Modibo Diarra: troppo vicino ai francesi, che spingono per l’intervento nel nord. Il capo dei golpisti, invece, si oppone all’uso della forza e punta a una soluzione negoziale. Il nuovo primo ministro, Diango Cissoko, ha inserito nel governo nuovi esponenti del Mali settentrionale occupato da Al Qaeda. 

«La Francia vuole l’intervento perché interessata alle risorse fossili e ai giacimenti di uranio nel Mali settentrionale» dice a Panorama una fonte italiana a Bamako. Intanto gli americani stanno «mappando» con i droni l’intera area, per individuare gli obiettivi, a cominciare dai campi di addestramento dei terroristi vicino a Gao. «Aerei dell’emiro del Qatar atterrano a Kidal, in mano ai fondamentalisti, per portare aiuti “umanitari” alle popolazioni del nord» aggiunge la fonte italiana. 

L’Onu frena: non a caso il 7 dicembre il neoinviato delle Nazioni Unite per il Sahel, Romano Prodi, ha riunito a porte chiuse a Roma, alla sede della Fao, i negoziatori che si occupano dell’area. Ahmada Ag Bibi e Mohamed Ag Aharib (leader di Ansar al-Dine, uno dei tre gruppi integralisti che controllano il nord del paese) sventolano il ramoscello di ulivo. «Bisogna tornare al tavolo delle trattative e trovare una soluzione che salvi il Mali» hanno dichiarato al quotidiano algerino Liberty. Intanto, il nuovo governo di Bamako sembra disponibile al compromesso.  

(Fausto Biloslavo)