image
Articolo
23 febbraio 2013 - Esteri - India - Il Giornale
Nuova licenza per i marò La farsa indiana continua
«Siamo contenti di rientrare in Italia e di poter votare» di­chiarano a caldo Salvatore Giro­ne e Massimiliano Latorre. La Corte suprema indiana ha con­cesso l’ennesimo «contenti­no »: il permesso per le elezioni e quattro settimane da trascor­rere con i familiari. Ai marò che tornano a casa, anche se tempo­raneamente, diamo sempre il benvenuto. Però ci chiediamo con preoccupazione se il loro caso politico-giudiziario si stia trasformando in una sceneggia­ta napoletana, se non una bar­zelletta da risolvere a colpi di permessi.
Prima è arrivata la licenza per Natale e adesso quella per il vo­to. A Pasqua i solerti avvocati dei marò potranno chiedere di farli tornare a casa per rompere le uo­va. Avanti di questo passo le fami­glie Girone e Latorre possono già prenotare le vacanze al ma­re. Il presidente della Corte su­prema, Altamas Kabir, così ma­gnanimo con i nostri fucilieri, non negherà le ferie estive.
Peccato che la «tattica» dei permessi non risolva, almeno per ora, il problema di fondo, ovvero il rientro definitivo in pa­tria di Girone e Latorre. Con il ri­schio che una faccenda seria, con due pescatori indiani mor­ti in alto mare, diventi tragico­mica.
Non solo: i marò potevano tranquillamente votare in am­basciata, dove vengono ospita­ti, come il personale diplomati­co. Top secret ogni dettaglio sul volo: non si sa se per imbucare la scheda nelle urne andrà a prenderli un volo speciale di Stato già utilizzato per il rientro natalizio. Se così fosse sarebbe esagerato anche per noi che ab­biamo sempre difeso i marò. E chissà cosa pensano i loro com­pagni del reggimen­to San Mar­co a base Tobruk nel deserto af­ghano? Rischiano la pelle ogni giorno e hanno votato, come tutti gli altri soldati italiani al­l’estero giorni fa, senza licenze.
L’aspetto schizofrenico è che la Difesa aveva imposto un profilo ancora più basso del solito per evitare strumen­tal­izzazioni in campagna elet­torale. Preoccupazione legit­tima, ma poi i marò piomba­no in Italia nelle ultime ore prima del voto. Non a caso il ministro degli esteri Giulio Terzi e il premier, Mario Mon­ti,
hanno subito cantato vitto­ria.
In realtà di tratta dell’ennesi­ma vittoria di Pirro. L’India con­tinua a svicolare dalla decisio­ne definitiva sulla giurisdizio­ne. Come a Natale Latorre e Gi­rone hanno dovuto sottoscrive­re gli umilianti affidavit in cui si impegnano a tornare a Delhi al­la scadenza delle 4 settimane. Idem per l’ambasciatore d’Ita­lia, Daniele Mancini, nel ruolo di garante. È il frutto acerbo di una linea troppo morbida e ca­villosa adottata fin dall’inizio dal nostro governo. Invece che afferrare il toro per le corna ci ac­contentiamo di una soluzione temporanea a tarallucci e vino.
Fonti militari giurano che l’idea del permesso è stata sug­gerita dagli indiani, che sono impantanati nella loro stessa decisione di istituire una corte speciale per decidere il destino dei marò. E noi facciamo buon viso a cattivo gioco.
Pure i passaporti spariti dei fu­cilieri sembra un’altra storia al­la Totò. L’Ansa ci mette di suo nel condire la telenovela: per vincere la tensione nell’attesa della decisione del massimo tri­bunale indiano, Latorre ha tra­scorso la mattinata ammassan­do chili di farina integrale per preparare alcune pizze (alle melanzane e alla cipolla) con­sumate poi a pranzo nella resi­denza dell’ambasciatore. In
 giacca e cravatta, Latorre e Giro­ne ammettono di «non vedere l’ora di poter riabbracciare fa­migliari ed amici» fantastican­do sulla cena che consumeran­no se riusciranno ad essere in Italia già sabato sera. «Cozze, spaghetti alle vongole e gambe­roni » elenca Latorre per l’atte­so pasto famigliare.
Fino ad oggi i marò avevano affrontato la situazione sempre a testa alta. Speriamo che non vada tutto a finire in una via d’uscita da tipica Italietta... di
 permesso in permesso. 
www.faustobiloslavo.eu
 
[continua]

video
08 marzo 2012 | Uno Mattina | reportage
Il caso dei marò "ostaggi" degli indiani


play
10 febbraio 2014 | La vita in diretta | reportage
Marò candidati alle europee?
Se destra e sinistra candidassero un fuciliere di Marina a testa per le elezioni di Strasburgo sarebbe un segnale di unità e dignità nazionale.

play
08 gennaio 2014 | Vita in diretta | reportage
Il caso marò nella palude giudiziaria indiana
Gli indiani vogliono i marò al­la sbarra, forse per torchiarli, an­che se l’antiterrorismo non ha ancora presentato il volumino­so rapporto d’accusa contro Massimiliano Latorre e Salvato­re Girone. Il processo «speciale» ai fucilieri di Marina è partito ieri con un rinvio al 30 gennaio. Il pubblico ministero aggiunto, Siddharth Luthra, a nome della polizia antiterrorismo (Nia), vo­leva obbligare i marò a presen­tarsi in aula. Non solo: gli investi­gatori pretendono che vengano intrapresi «i passi appropriati per garantire la custodia» di La­torre e Girone, secondo il giorna­le The Hindu . Il pm ha poi precisato: «Non sto dicendo che devono essere fi­sicamente presi in custodia», ma passare sotto la completa tu­tela della cort­e speciale del giudi­ce Darmesh Sharma e venire al­la sbarra. Fonti italiane a Delhi gettano acqua sul fuoco, ma gli indiani fanno sapere al Giornale che la Nia «vuole interrogare an­cora i fucilieri di Marina». E non escludono ulteriori sviluppi. I marò non si sono presentati al­l’udienza di ieri e attraverso i lo­ro legali hanno chiesto di venir esentati anche in futuro. L’unico dato certo è che l’anti­te­rrorismo non ha ancora conse­gnato il rapporto d’accusa. Staf­fan De Mistura, inviato speciale del governo, volato a Delhi, haprecisato che l’ulteriore rinvio «non è stato subito ma voluto dai nostri legali per l'esistenza di troppe zone grigie ed ambiguità da parte indiana».De Mistura ri­badisce: «Non possiamo accetta­re di procedere senza un capo di accusa chiaro e la certezza che non venga evocata la legge sulla repressione della pirateria» che prevede la pena di morte. L’ex ministro degli Esteri Giulio Ter­zi ribadisce che il processo a Delhi «è illegittimo. Affidare la sorte dei nostri ragazzi all’India è profondamente sba­gliato sia giuridicamen­te che politicamente». Secondo fonti india­ne la Nia presenterà «l’at­to d’accusa entro la fine del mese» e sarà pesan­te. I fucilieri di Marina, in servizio anti pirateria, sono accusati di aver uc­ciso due pescatori il 15 febbraio del 2012 al di fuori delle acque territoriali indiane. L’aspetto paradossale è l’esempio che ci sta dando Delhi verso la superpotenza america­na «colpevole» dell’arresto per qualche ora della console india­na a New York. Dopo immediate proteste e rappresaglie il gover­no indiano ha intimato ieri la chiusura di tutti gli esercizi com­merciali e la palestra gestita da locali nel compound dell’amba­sciata degli Stati Uniti. Non solo: le macchine con targa diplomati­ca americana potranno venir multate se violano le norme del traffico.

play
[altri video]
radio

26 marzo 2013 | Radio Città | intervento
India
Caso marò: Terzi si dimette. Il ministro della Difesa no


play

12 marzo 2013 | Radio 24 - Melog | intervento
India
I due Marò
La storia di Massimilianno Latorre e Salvatore Girone i fucilieri di Marina trattenuti in India per un anno con l'accusa di aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Sul Giornale.it è raccontata nell'e book "I NOSTRI MARO'", che ripercorre la vicenda attraverso documenti esclusivi, testimonianze, foto e video inediti. Un anno di sgarbi diplomatici, interpretazioni arbitrarie del diritto e umiliazioni, ma anche un anno di retroscena e di battaglie per riportarli a casa. Latorre e Girone restano in Italia, ma la storia non è finita. Ora è sotto tiro il nostro ambasciatore in india, Daniele Mancini, come rappresaglia per il mancato rientro a Delhi dei marò.

play

26 marzo 2013 | Radio24 | intervento
India
I Marò rispediti in India


play

[altri collegamenti radio]