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Scenari Mondo
30 settembre 2015 - Esteri - Europa - Panorama
E adesso i profughi arrivano dall’Iraq e dall’Afghanistan

Mustafa Jassim Mohammed si allena a nuotare nel fiume Tigri per affrontare la traversata del mare Egeo, tappa obbligata fra Turchia e Grecia verso l’Europa. Haider Abdellah, ufficiale di polizia di Baghdad, ha venduto l’automobile e qualche gioiello della moglie per racimolare 4.600 dollari, il costo del viaggio clandestino verso il vecchio continente. Nella tendopoli dell’Onu di Gawer Gosik in Kurdistan, sui telefonini dei profughi siriani della città martire di Kobane circola una mappa con freccette, prezzi e mezzi a disposizione che indicano le rotte per arrivare da noi. Una specie di pubblicità, in stile tour operator, del traffico di esseri umani. Nei primi otto mesi dell’anno almeno 350 mila migranti sono arrivati nei Paesi dell’Unione europea, che per ora è stata fallimentare nella gestione dell’emergenza (anche se il 22 settembre è stato raggiunto un primo accordo per una soluzione condivisa). Il 43 per cento è rappresentato dai siriani, ma almeno 35 mila afghani sono giunti in Grecia e stanno aumentando anche gli iracheni, che erano appena 6 mila. Grazie alle tv che rilanciano le immagini del grande esodo, il tam tam via Facebook, Whatsapp e Viber, le ultime settimane hanno registrato un boom di partenze non solo dai campi profughi siriani, ma pure dall’Iraq e dall’Afghanistan. 

Le nuove ondate in arrivo coincidono con il cambio di rotta nei Balcani. Dopo la decisione ungherese di sigillare il confine con un muro e con l’esercito, il flusso umano si sta spostando verso ovest. 

Dal 15 settembre i migranti hanno cominciato a entrare dalla Serbia alla Croazia proseguendo in Slovenia, alle porte dell’Italia. Per ora puntano a nord verso l’Austria, dove il 20 settembre sono arrivati in pochi giorni in 20 mila. E se Vienna chiuderà le frontiere, come sta cominciando a fare, l’ondata si riverserà sul Friuli-Venezia Giulia con l’obiettivo di trovare altri sbocchi verso la Germania e i Paesi scandinavi. Il 21 settembre si è tenuta al Viminale una riunione d’emergenza con i questori e i dirigenti della polizia di Trieste, Gorizia e Tarvisio, le città di confine con la Slovenia. Il prefetto del capoluogo giuliano, Francesca Garufi, ha confermato che «nelle ultime settimane il numero di poliziotti è stato sensibilmente aumentato», anche se i profughi che passano per Croazia e Slovenia «dovrebbero solo lambire il Friuli-Venezia Giulia». In realtà è già allarme a Gorizia, considerata il capoluogo più esposto.

«Potrebbero arrivare decine di migliaia di persone trasformando Trieste e Gorizia nelle “nuove Lampedusa” del nordest» denuncia Sandra Savino, deputata giuliana di Forza Italia. Secondo Adrian Edwards dell’Unhcr, «4 mila persone al giorno giungono in Grecia per proseguire verso nord». Si stima che entro la fine dell’anno sarà arrivato in Europa mezzo milione di migranti, quasi il doppio rispetto al 2014. E il bacino dei flussi vecchi e nuovi è enorme. In Turchia ci sono 2 milioni di rifugiati siriani. Dal 19 settembre, centinaia di migranti si stanno riversando a Edirne per convincere i turchi ad aprire un corridoio terrestre con la Grecia o la Bulgaria, evitando il pericoloso attraversamento via mare. 

Il piano è stato lanciato via Twitter dalla campagna #Crossingnomore, che incoraggia i migranti a trovare nuove rotte. In Libano ci sono 1,1 milioni di profughi siriani, compresi molti cristiani. Ne sono già fuggiti 700 mila. La Giordania ha accolto 629 mila persone in fuga dalla Siria. 

In Iraq l’espansione delle bandiere nere ha provocato lo spostamento di 3 milioni di persone. Solo i cristiani fuggiti nel Nord del Paese da Mosul e dalla piana di Ninive occupati dal Califfato sono 120 mila. I profughi afghani che stanno soprattutto in Pakistan e Iran, ma sognano l’Europa, sono 2,5 milioni. Il 15 settembre il Senato di Kabul ha lanciato l’allarme, accusando il governo di non fare nulla «di fronte alla fuga dei nostri giovani dal Paese». Solo nella capitale sono migliaia le richieste quotidiane per passaporto e visto iraniano, prima tappa del viaggio. Poi comincia quella clandestina lungo Turchia, Grecia e resto d’Europa, Italia compresa, attraverso la rotta balcanica. 

A Baghdad la musica è la stessa. Il generale Riyadh al-Kaabi, responsabile del principale ufficio della capitale per il rilascio dei passaporti, ha ammesso che nelle ultime settimane c’è stato «un incremento tangibile», fino a 12 mila richieste al giorno. Durante le ultime manifestazioni di protesta contro il governo sono apparsi dei cartelloni con la foto di Angela Merkel, inneggianti alla cancelliera tedesca che ha aperto le porte ai profughi. Nelle ultime settimane si è scatenato il tam tam, via Viber e WhatsApp, tra gli iracheni già in Europa e parenti e amici rimasti in patria. «Quando arrivi ti trattano bene, ti danno dei soldi, una casa e anche ti curano. Questo ci raccontano i nostri amici. Dicono che è una grande vita» ha spiegato Ali Hattam Jassim, che ha un fratello giunto da poco in Belgio. Non a caso la compagnia aerea irachena ha raddoppiato i voli da Baghdad a Istanbul, tappa obbligata verso il supposto Eldorado occidentale, a causa dell’alto numero di prenotazioni. 

Un’altra strada passa attraverso il Kurdistan iracheno. Assad Murad, giovane capetto del campo rifugiati dei curdi siriani di Gawer Gosik, smanetta sul telefonino per farti vedere la «pubblicità» del viaggio clandestino verso il vecchio continente. «Guarda. È la mappa per arrivare in Europa. Le tappe e i costi girano su Facebook» spiega. Fra i 10.550 rifugiati della tendopoli, simile a un girone dantesco, quasi tutti puntano a racimolare i 5 mila dollari necessari per il viaggio. 

Sulla mappa sono indicati in arabo le rotte, le alternative e i prezzi, con tanto di piccole foto dei gommoni per passare l’Egeo oppure i disegni degli autobus e i treni per arrivare a Belgrado. Se paghi 2.500 dollari ad autisti senza scrupoli, ti portano direttamente dai Balcani «al cuore di Berlino». 

 

Non è l’unico «manuale» che circola in rete. Nei giorni della chiusura della frontiera da parte di Budapest è saltata fuori una pagina Facebook in inglese: «Evitate l’Ungheria - Notizie della migrazione». Grazie a Google maps, vengono indicati i tragitti alternativi verso ovest, attraverso Croazia, Slovenia e Austria, con lunghezza in chilometri e tempi di percorrenza in treno o su quattro ruote. Su Facebook hanno postato pure una mappa con la nuova rotta che lambisce il nostro Paese presa in prestito da Frontex, l’agenzia europea che prova ad affrontare l’emergenza. In mezzo alle colonne di profughi compaiono spesso degli «attivisti umanitari», pure italiani, che li aiutano e indirizzano nei cambi di rotta e passaggi delle frontiere. Ong, gruppi islamici e di sinistra si mobilitano per fare arrivare a destinazione l’ondata umana, che poi servirà da volano per nuovi arrivi. 


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21 novembre 2015 | Tele 4 | reportage
Ring - Speciale terrorismo
Intervista a tutto campo sugli attacchi di Parigi ed il pericolo delle bandiere nere

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radio

23 settembre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Europa
L'estrema destra in Europa avanza
Tutti euroscettici fanno leva sulle paure dell’immigrazione galoppante, delle minoranze scomode come i Rom e della moltiplicazione dei minareti. L’ingresso nel parlamento svedese dei “Democratici” di Jimmie Akesson, che a 31 anni viene bollato esageratamente come il nuovo Hitler, è solo l’ultimo dei successi della destra dura e pura nel vecchio continente. In realtà si tratta di movimenti con diversi gradi di estremismo e populismo, che stanno crescendo soprattuto nell’est Europa e nel freddo nord.

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05 ottobre 2010 | Radio 24 | intervento
Europa
Allarme terrorismo
Anche Italia e Spagna, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, erano possibili obiettivi dell'attacco multiplo dei terroristi in Europa, sti­le Mumbai. Lo rivela al quotidiano in­glese Daily Telegraph una fonte dell' intelligence Usa. Il piano dei terrori­sti studiato nelle aree tribali pachista­ne, a ridosso del confine afghano, prevedeva attacchi nei centri della capitali europee o delle principali cit­tà. Commando suicidi, come a Mum­bai, avrebbero cominciato a sparare per strada, in mezzo ai passanti, o si sarebbero fatti saltare in aria per compiere un massacro. GIULIETTO CHIESA PENSA CHE SIA "DISTRAZIONE DI MASSA". UN GRANDE COMPLOTTO INVENTATO O POCO VIA, COME L'11 SETTEMBRE.

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