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30 dicembre 2017 - Attualità - Iran - Il Giornale
Arabia e Iran, la sfida sui diritti Via alle aperture per le donne
Fausto Biloslavo
Il nuovo fronte di «guerra» fra Arabia Saudita e Iran non sono missili e milizie nello Yemen, in Siria e Irak, ma l\'uguaglianza di genere. Ovvero fare a gara nel garantire più diritti alle donne, che nei due Paesi sono ancora sottomesse a dure regole islamiche. Sul fronte dei diritti femminili l\'ultimo botta e risposta fa ben sperare per un futuro meno oscurantista. Le ragazze di Teheran non rischieranno più di finire in galera se vanno in giro senza o con poco velo. In Arabia Saudita le autorità hanno concesso alle donne di un torneo mondiale di scacchi di non indossare il burqa nero che le copre dalla testa ai piedi.
Il capo della polizia di Teheran, generale Hossein Rahimi, ha annunciato che le donne non rigorosamente velate o con vestiti larghi «non saranno più portate nei centri detentivi, né saranno intentati casi giudiziari contro di loro». Però dovranno partecipare a corsi di «rieducazione» tenuti dalla polizia religiosa. E ovviamente l\'allentamento delle regole vale per la «moderna» capitale iraniana, ma non al di fuori.
Sembra quasi una reazione al vento timidamente riformista che soffia in Arabia Saudita, dove le donne sono ben più sottomesse. Il giovane principe eridatario Mohammed bin Salman ha ottenuto l\'eliminazione del bando alla guida per le saudite. Il Paese monarchico era l\'ultimo al mondo a obbligare il gentil sesso ad andare in giro con un autista. In questo spirito di «apertura» le campionesse di scacchi che si stanno sfidando a Riad potranno farlo senza assomigliare a fantasmini neri con l\'abaya che le copre tutto il corpo. Proprio per non sottomettersi alle limitazioni imposte dalla sharia, la fuoriclasse ucraina Anna Muzychuk ha boicottato il torneo.
Roya Hakakian, giornalista e poetessa iraniana, che vive negli Usa ha scritto sul New York Times che le donne in Iran e Arabia Saudita hanno beneficiato «della competizione fra i due regimi per guadagnarsi il primato della modernizzazione islamica», anche se la strada è ancora lunga.
Nella «guerra» dell\'uguaglianza di genere le iraniane partono favorite rispetto le saudite. Dal 1963 in Iran il suffragio è universale e le donne possono farsi eleggere. Neppure l\'ayatollah Khomeini ha mai pensato di fare marcia indietro. In Arabia Saudita le donne si sono recate alle urne per la prima volta solo due anni fa e le candidature sono ancora limitate. Le iraniane portano un velo leggero, ma si truccano e ingioiellano maliziosamente sfruttando in maniera sexy le restrizioni, che vietano di mostrare parti del corpo. Le saudite in linea generale sono sempre costrette ad andare in giro coperte dalla testa ai piedi. La nuova sfida fra i due Paesi si giocherà sulle aperture nelle gare sportive o addirittura l\'accesso allo stadio. In Iran le donne, che volevano assistere a partite maschili, si sono fatte arrestare. In ottobre le autorità saudite hanno annunciato, a sorpresa, che permetteranno al gentil sesso di andare allo stadio per seguire il calcio. In risposta gli ayatollah hanno dato il via libera, per la prima volta, alle atlete del sollevamento pesi di gareggiare all\'estero.
Le iraniane guidano senza problemi e nelle caotiche strade di Teheran si incavolano come gli uomini per il traffico. Il governo saudita ha ufficialmente annunciato in giugno che le donne possono finalmente mettersi al volante. E aggiunto con soddisfazione, per non essere da meno delle iraniane, che potranno guidare anche camion e sfrecciare in motocicletta con qualche problema essendo coperte dal velo nero dalla testa ai piedi.
[continua]

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