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26 aprile 2018 - Prima - Italia - Il Giornale
Berlusconi contro i 5 stelle: “Come Hitler per gli ebrei”
I grillini come Hitler è il pensiero choc di un elettore del centrodestra riportato da Silvio Berlusconi, che alza la temperatura politica e concentra l\\\'attenzione dei giornalisti alle malghe di Porzus. Un monumento nazionale fra le montagne friulane insanguinato nel febbraio 1945 dai partigiani filo Tito, che massacrarono 19 combattenti per la libertà della brigata Osoppo. La loro colpa non era di opporsi al regime fascista, ma alle mire espansioniste degli jugoslavi. In realtà il leader di Forza Italia aveva appena finito di pronunciare un discorso «alto» sul 25 Aprile «giornata della libertà» di tutti, che parlava di pacificazione e di dialogo al contrario del timore sui grillini che marciano al passo dell\\\'oca.
Poi attorniato dai fazzoletti verdi, il simbolo dei partigiani dell\\\'Osoppo, Berlusconi ha parlato a braccio. E raccontato di un episodio accaduto a Pordenone durante il suo primo giorno di discesa in campo per le elezioni regionali di domenica in Friuli-Venezia Giulia. Ad un gruppo di elettori aveva chiesto, in riferimento al niet del Movimento cinque stelle a trattare con Forza Italia per il governo nazionale «come vi sentite di fronte al comportamento di questa formazione politica che non credo sia democratica?». Davanti alle malghe di Porzus Berlusconi riporta la risposta di un elettore: «Uno di loro si alzò e guardandomi negli occhi mi disse: Ci sentiamo come dovevano sentirsi gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler». Il leader di Forza Italia ha sottolineato che la frase, non sua, «mi ha colpito molto e mi fa pensare. In questi giorni (i grillini, nda) hanno respinto il voto di 4,5 milioni di cittadini. Qualcosa che non può avere cittadinanza in una vera democrazia».
Sul 25 aprile ha tenuto un discorso di peso storico. La malga alle sue spalle nel 1945 era il comando della brigata Osoppo Est. Il comandante Bolla, Francesco De Gregori, monarchico, anticomunista e zio del famoso cantautore, è stato il primo a cadere sotto i colpi dei compagni garibaldini inviati dal IX corpus di Tito. Dopo vessazioni e torture, qualche giorno dopo, si è conclusa la mattanza. Una delle vittime fu Guido Alberto Pasolini, fratello dello scrittore e regista Pier Paolo. Il comandante dell\\\'eccidio, Mario Toffanin, è stato condannato all\\\'ergastolo e poi amnistiato dal presidente Pertini. Nel frattempo fuggito in Jugoslavia incassò regolarmente la pensione dell\\\'Inps grazie alla militanza partigiana, senza tener conto del sangue versato.
Berlusconi ha pronunciato parole di pietà anche per i caduti dell\\\'altra parte della barricata, i volontari della Repubblica di Salò. E ha fatto emergere il vero limite del 25 aprile diventato nel tempo festa di parte e non di tutti gli italiani. Il discorso sulla giornata della libertà si è conclusa con la consegna a Berlusconi del fazzoletto verde dell\\\'Osoppo annodato orgogliosamente attorno al collo. 
In serata ad Aquileia il leader storico del centro destra ha gettato acqua sul fuoco del braccio di ferro con la Lega per i voti delle regionali di domenica. Al suo fianco, Massimiliano Fedriga, giovane candidato alla carica di governatore fortemente voluto da Matteo Salvini. «Sono qui per dirvi che dovete votare per questo signore» ha esordito Berlusconi indicando Fedriga. Sul palco è salito anche Riccardo Riccardi, di Forza Italia, che sarà il vice se il centro destra vincerà le elezioni, come indicano i sondaggi. Berlusconi ha sciorinato i cavalli di battaglia dell\\\'elezione diretta del capo dello Stato, flat tax, riforma della giustizia e stop all\\\'immigrazione clandestina. Sul governo si è detto convinto che verrà formato dal centrodestra «chiedendo i voti in aula su un programma di tre punti per i primi 100 giorni». Fedriga si sente la vittoria in tasca, ma esordisce sul 25 aprile. «Tutta la mia solidarietà al sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza e alla comunità ebraica - dice il candidato governatore - che oggi hanno dovuto andarsene dalla Risiera per una violenza e sopruso verbali senza precedenti». Purtroppo il 25 aprile, festa della liberazione e non ancora della libertà di tutti, continua a dividere.
[continua]

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26 settembre 2012 | Uno Mattina | reportage
I lati oscuri (e assurdi) delle adozioni
Con mia moglie, prima di affrontare l’odissea dell’adozione, ci chiedevamo come mai gran parte delle coppie che sentono questa spinta d’amore andavano a cercare bambini all’estero e non in Italia. Dopo quattro anni di esperienza sulla nostra pelle siamo arrivati ad una prima, parziale e triste risposta. La burocratica e farraginosa gestione delle adozioni nazionali, grazie a leggi e cavilli da azzeccagarbugli, non aiutano le coppie che vogliono accogliere un bimbo abbandonato in casa propria, ma le ostacolano.

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14 marzo 2015 | Tgr Friuli-Venezia Giulia | reportage
Buongiorno regione
THE WAR AS I SAW IT - L'evento organizzato dal Club Atlantico giovanile del Friuli-Venezia Giulia e da Sconfinare si svolgerà nell’arco dell’intera giornata del 10 marzo 2015 e si articolerà in due fasi distinte: MATTINA (3 ore circa) ore 9.30 Conferenza sul tema del giornalismo di guerra Il panel affronterà il tema del giornalismo di guerra, raccontato e analizzato da chi l’ha vissuto in prima persona. Per questo motivo sono stati invitati come relatori professionisti del settore con ampia esperienza in conflitti e situazioni di crisi, come Gianandrea Gaiani (Direttore responsabile di Analisi Difesa, collaboratore di diverse testate nazionali), Fausto Biloslavo (inviato per Il Giornale in numerosi conflitti, in particolare in Medio Oriente), Elisabetta Burba (firma di Panorama), Gabriella Simoni (inviata Mediaset in numerosi teatri di conflitto, specialmente in Medio Oriente), Giampaolo Cadalanu (giornalista affermato, si occupa di politica estera per La Repubblica). Le relazioni saranno moderate dal professor Georg Meyr, coordinatore del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Trieste. POMERIGGIO (3 ore circa) ore 14.30 Due workshop sul tema del giornalismo di guerra: 1. “Il reporter sul campo vs l’analista da casa: strumenti utili e accorgimenti pratici” - G. Gaiani, G. Cadalanu, E. Burba, F. Biloslavo 2. “Il freelance, l'inviato e l'addetto stampa in aree di crisi: tre figure a confronto” G. Simoni, G. Cuscunà, cap. B. Liotti

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30 aprile 2020 | Tg5 | reportage
L'anticamera dell'inferno
Fausto Biloslavo TRIESTE - “Per noi in prima linea c’è il timore che il ritorno alla vita normale auspicata da tutti possa portare a un aumento di contagi e dei ricoveri di persone in condizioni critiche” ammette Gianfranco, veterano degli infermieri bardato come un marziano per proteggersi dal virus. Dopo anni in pronto soccorso e terapia intensiva lavorava come ricercatore universitario, ma si è offerto volontario per combattere la pandemia. Lunedì si riapre, ma non dimentichiamo che registriamo ancora oltre 250 morti al giorno e quasi duemila nuovi positivi. I guariti aumentano e il contagio diminuisce, però 17.569 pazienti erano ricoverati con sintomi fino al primo maggio e 1578 in rianimazione. Per entrare nel reparto di pneumologia semi intensiva respiratoria dell’ospedale di Cattinara a Trieste bisogna seguire una minuziosa procedura di vestizione. Mascherina di massima protezione, tuta bianca, copri scarpe, doppi guanti e visiera per evitare il contagio. Andrea Valenti, responsabile infermieristico, è la guida nel reparto dove si continua a combattere, giorno e notte, per strappare i contagiati alla morte. Un grande open space con i pazienti più gravi collegati a scafandri o maschere che li aiutano a respirare e un nugolo di tute bianche che si spostano da un letto all’altro per monitorare o somministrare le terapie e dare conforto. Un contagiato con i capelli grigi tagliati a spazzola sembra quasi addormentato sotto il casco da marziano che pompa ossigeno. Davanti alla finestra sigillata un altro paziente che non riesce a parlare gesticola per indicare agli infermieri dove sente una fitta di dolore. Un signore cosciente, ma sfinito, con i tubi dell’ossigeno nel naso è collegato, come gli altri, a un monitor che segnala di continuo i parametri vitali. “Mi ha colpito un paziente che descriveva la sensazione terribile, più brutta del dolore, di non riuscire a respirare. Diceva che “è come se mi venisse incontro la morte”” racconta Marco Confalonieri direttore della struttura complessa di pneumologia e terapia intensiva respiratoria al dodicesimo piano della torre medica di Cattinara. La ventilazione non invasiva lascia cosciente il paziente che a Confalonieri ha raccontato come “bisogna diventare amico con la macchina, mettersi d’accordo con il ventilatore per uscire dal tunnel” e tornare alla vita. Una “resuscitata” è Vasilica, 67 anni, operatrice di origine romena di una casa di risposo di Trieste dove ha contratto il virus. “Ho passato un inferno collegata a questi tubi, sotto il casco, ma la voglia di vivere e di rivedere i miei nipoti, compreso l’ultimo che sta per nascere, ti fa sopportare tutto” spiega la donna occhialuta con una coperta sulle spalle, mascherina e tubo per l’ossigeno. La sopravvissuta ancora ansima quando parla del personale: “Sono angeli. Senza questi infermieri, medici, operatori sanitari sarei morta. Lottano ogni momento al nostro fianco”. Il rumore di fondo del reparto è il ronzio continuo delle macchine per l’ossigeno. L’ambiente è a pressione negativa per aspirare il virus e diminuire il pericolo, ma la ventilazione ai pazienti aumenta la dispersione di particelle infette. In 6 fra infermieri ed un medico sono stati contagiati. “Mi ha colpito la telefonata di Alessandra che piangendo ripeteva “non è colpa mia, non è colpa mia” - racconta Confalonieri con il volto coperto da occhialoni e maschera di protezione - Non aveva nessuna colpa, neppure sapeva come si è contagiata, ma si struggeva per dover lasciare soli i colleghi a fronteggiare il virus”. Nicol Vusio, operatrice sanitaria triestina di 29 anni, ha spiegato a suo figlio che “la mamma è in “guerra” per combattere un nemico invisibile e bisogna vincere”. Da dietro la visiera ammette: “Me l’aspettavo fin dalla prime notizie dalla Cina. Secondo me avremmo dovuto reagire molto prima”. Nicol racconta come bagna le labbra dei pazienti “che con gli occhi ti ringraziano”. I contagiati più gravi non riescono a parlare, ma gli operatori trovano il modo di comunicare. “Uno sguardo, la rotazione del capo, il movimento di una mano ti fa capire se il paziente vuole essere sollevato oppure girato su un fianco o se respira male” spiega Gianfranco, infermiere da 30 anni. Il direttore sottolinea che “il covid “cuoce” tutti gli organi, non solo il polmone e li fa collassare”, ma il reparto applica un protocollo basato sul cortisone che ha salvato una novantina di contagiati. Annamaria è una delle sopravvissute, ancora debole. Finalmente mangia da sola un piattino di pasta in bianco e con un mezzo sorriso annuncia la vittoria: “Il 7 maggio compio 79 anni”.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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