image
Articolo
19 marzo 2019 - Prima - Siria - Il Giornale
Isis uccide il crociato italiano “Sono Lorenzo, nn un eroe”
L orenzo Orsetti, nome di battaglia Heval Tekosher, il lottatore, è caduto in prima linea contro i tagliagole dello Stato islamico nell\\\'ultima sacca del Califfato a Baghuz nella Siria orientale. «Abbiamo ucciso un crociato italiano» propagandavano ieri in rete le bandiere nere o quello che ne resta mostrando la sua tessera sanitaria. In segno di disprezzo hanno postato anche la foto del corpo senza vita di Lorenzo, nella polvere, in mimetica e barba rossiccia. Fiorentino, 33 anni, era tutto fuorché un crociato. Lo conoscevo da tempo e l\\\'ho intervistato l\\\'ultima volta il 3 febbraio nel nord est della Siria per il Giornale. Un compagno, anarchico, idealista, innamorato della causa curda, che imbracciava le armi giustamente convinto di combattere «una battaglia di civiltà» contro «un male assoluto» come spiega nel video degli Occhi della guerra (www.gliocchidellaguerra.it).
Gli irriducibili del Califfo dell\\\'ultima ridotta, che non vogliono arrendersi, devono essere spuntati fuori all\\\'improvviso. Il 12 marzo partendo per il fronte Lorenzo aveva scritto su Facebook: «A quanto pare sono rimaste diverse case-trincee-tunnel». Il volontario italiano è stato ucciso dall\\\'Isis assieme ad altri 4 combattenti dell\\\'Unità di protezione del popolo (Ypg). Le Forze democratiche siriane dominate dai curdi, che stringono l\\\'assedio con l\\\'appoggio aereo americano, stanno cercando di recuperare i corpi. Quello del volontario fiorentino sarebbe ancora in mano alle bandiere nere.
Lorenzo era un veterano, un foreign fighter dalla parte giusta, che quando descriveva le battaglie preferiva parlare degli altri combattenti al suo fianco e non di se stesso. «I proiettili fischiano dappertutto. Ci scaricano addosso un inferno di razzi Rpg e missili anticarro telecomandati. La postazione vicina cade subito, ma noi continuiamo a resistere e sparare» raccontava al telefono al Giornale in dicembre durante la battaglia di Haijn.
Diceva sempre «non sono un eroe», ma teneva in tasca «tre proiettili: due per i compagni al tuo fianco e l\\\'ultimo per te stesso. Vivo non mi faccio prendere».
Orso per gli amici, aveva lavorato per 13 anni come cameriere, cuoco e sommelier sulle colline toscane. Nel 2017 è partito per la Siria arruolandosi nella Brigata internazionale che mescola anarchici, antifascisti, ma pure ex legionari francesi e marines americani. Negli ultimi anni sono stati circa 2000 compresi una trentina di italiani. A febbraio i connazionali erano 6 comprese due donne nelle unità femminili dei curdi. «Se in Italia dovessero accusarmi di qualcosa rispondo che sono fiero di quello che sto facendo in Siria. Sono pronto ad assumermi le eventuali conseguenze» sosteneva Lorenzo nell\\\'ultima intervista.
Tekosher è stato addestrato all\\\'Accademia, una scuola politica e militare nel nord est della Siria. Poi ha avuto il battesimo del fuoco nell\\\'enclave di Afrin spazzata via dai turchi. «Sembrava il Vietnam. I caccia e i droni facevano terra bruciata. Ho visto i corpi carbonizzati dei miei compagni ed i civili sotto le macerie» spiegava Tekosher. Per l\\\'intervista al Giornale e Gli occhi della guerra dello scorso mese l\\\'ho incontrato presso la base della Brigata internazionale a Tell Tamer, dove mi indicava la strada sterrata d\\\'ingresso spiegando che «quasi ogni notte le cellule clandestine dell\\\'Isis si avvicinano e piazzano delle trappole esplosive».
L\\\'ultima volta ci siamo sentiti il 7 marzo. Era convinto che la resistenza dei tagliagole fosse agli sgoccioli, ma pronto a tornare in prima linea. Sul mondo avevamo idee diverse, ma nel sangue e nel fuoco della battaglia contro il Califfo ho provato grande rispetto per la sua scelta. Assieme ai curdi combatteva una guerra senza pietà anche per noi occidentali con il sedere al caldo a casa. Tekosher è morto da «lottatore», come ha vissuto nell\\\'ultimo anno e mezzo in Siria.
[continua]

video
12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Maaalula: i tank governativi che martellano i ribelli
Il nostro inviato in Siria, Fausto Biloslavo, torna nel mezzo dei combattimenti fra le cannonate dei carri armati

play
14 febbraio 2019 | Porta a Porta | reportage
Parla il miliziano italiano che ha combattuto nell'Isis


play
18 febbraio 2016 | Terra! | reportage
La guerra dei russi in Siria
Chi l’avrebbe mai pensato di ritrovarmi faccia a faccia con i russi in Siria. Negli anni ottanta, durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan, il faccia a faccia con l’Armata rossa mi costò sette mesi di galera a Kabul. Gli inviati Fausto Biloslavo, Sandra Magliani, Lorena Bari e Anna Migotto documentano la guerra in Siria, l’immigrazione, i profughi, i morti ed i bombardamenti L’immigrazione, la guerra in Siria, i morti, i profughi che premono alle frontiere della Turchia cercando un varco per l’Europa, i bombardamenti.

play
[altri video]
radio

23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento
Siria
La guerra continua


play

02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.

play

02 luglio 2015 | Radio24 | intervento
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.

play

[altri collegamenti radio]