image
Articolo
16 maggio 2019 - Interni - Libia - Il Giornale
Riecco la Sea Watch Salvini: \"Stiano al largo”
Fausto Biloslavo
Il gommone con 65 migranti recuperati ieri da Sea watch 3 al largo della Libia è stato avvistato dall\\\\\\\'aereo di ricognizione di una Ong francese. Questa volta il Colibrì di Pilotes Volontaires, che collabora con i talebani dell\\\\\\\'accoglienza tedeschi schierati in mare, non è decollato da Malta. Il velivolo è partito da Lampedusa rendendo ancora più clamoroso l\\\\\\\'ennesimo braccio di ferro fra Ong recupera migranti e il ministro dell\\\\\\\'Interno Matteo Salvini. La conferma arriva da una fonte de il Giornale in prima linea nel contrasto dell\\\\\\\'immigrazione clandestina.
Alle 17.30 di ieri, i tedeschi della Organizzazione governativa Sea Watch, hanno annunciato via twitter di avere «soccorso 65 persone da un gommone a 30 miglia (60 km circa) dalle coste libiche, avvistato da aereo civile di ricognizione». Il velivolo è il Colibrì della Ong francese fondata a Chamonix che ha messo in campo l\\\\\\\'aeroplano svizzero. Un paio di piloti pattugliano il Mediterraneo dallo scorso anno collaborando con Sea Watch. Prima decollavano da Malta. La novità è che ieri il Colibrì ha preso il volo dall\\\\\\\'aeroporto di Lampedusa per intercettare l\\\\\\\'ultimo gommone della discordia. Una volta individuato i francesi hanno segnalato la posizione alla nave dei talebani dell\\\\\\\'accoglienza, che si trovava almeno 20 miglia più a nord. I tedeschi sono arrivati dritti sul gommone nelle acque di ricerca e soccorso della Guardia costiera libica. La stessa Sea watch, questa volta, ha informato dell\\\\\\\'avvistamento tutte le centrali di soccorso dell\\\\\\\'area compresa quella italiana e libica oltre all\\\\\\\'olandese. Sea Watch 3 batte bandiera dell\\\\\\\'Olanda. 
Il ministro dell\\\\\\\'Interno, Salvini, ha subito annunciato: «Nave di Ong tedesca, con bandiera olandese, raccoglie 65 immigrati in mare libico. Ho appena firmato una diffida ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane. I nostri porti sono, e rimangono, chiusi». 
I libici hanno assunto il comando delle operazioni, ma senza avvisare la nave umanitaria e in ogni caso non avevano motovedette in zona. Non solo: il gommone era partito dall\\\\\\\'area di Zuwara, città costiera verso il confine tunisino, alleata del generale Khalifa Haftar che sta attaccando la capitale. Praticamente impossibile che unità navali del governo di Tripoli possano avventurarsi ad intercettare migranti fino a Zuwara.
Nella direttiva Salvini punta il dito contro Sea Watch 3 spiegando che l\\\\\\\'arrivo «non è inoffensivo» e ordina «il divieto di ingresso e transito nelle acque territoriali degli interessati».
Come da copione Sea Watch ha risposto con la lista dei migranti che comprende «11 donne, 15 minori di cui 8 non accompagnati, 5 bambini, 2 neonati e una persona disabile. Molti sono esausti e disidratati». E ha aggiunto: «Abbiamo chiesto alle autorità un porto sicuro e attendiamo istruzioni in merito». Si profila il solito braccio di ferro con la mobilitazione dei talebani dell\\\\\\\'accoglienza guarda caso a soli dieci giorni dal voto per le elezioni europee.

video
09 marzo 2011 | TG4 | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
19 marzo 2011 | Studio Aperto | reportage
Diario dalla Libia in fiamme
Diario dalla Libia in fiamme

play
01 luglio 2019 | TG4 | reportage
#IoNonStoConCarola
“Io non sto con Carola”, la capitana trasformata in eroina per avere violato la legge. E bisognerebbe dirlo forte e chiaro per rompere questa illusione di solidarietà maggioritaria pompata ad arte dalla sinistra, da Ong talebane dell’accoglienza, una bella fetta dela Chiesa e dai pezzi da novanta del facile buonismo radical chic come Saviano, Fazio, Lerner e Murgia. Per non parlare del governo tedesco e francese, che con una faccia di bronzo unica, ci fa la morale sulla capitana. Ovviamente è passato sotto silenzio un sondaggio del 27 giugno su Rai3, non proprio una rete mangia migranti, che svelava come il 61% degli italiani fosse contrario all’attracco della nave Sea watch a Lampedusa, ancora prima dell’epilogo forzato deciso dalla capitana. Se al volante della tua automobile trovi lungo la strada un carabiniere con la paletta che intima l’alt, cosa fai? Accosti e non sfondi il posto di blocco. Se speroni la macchina dell’Arma vieni rincorso armi in pugno e ti arrestano, ancor più se a bordo hai dei clandestini. E nessuno si sognerebbe di alzare un dito in tua difesa con pelose giustificazioni umanitarie. Carola Rackete ha sfondato il blocco ordinato dal Viminale, violato la legge, speronato una motovedetta mettendo in pericolo la vita dei finanzieri a bordo e la stanno trasformando in un’eroina dei due mondi. Non solo: da oggi potrebbe essere libera e bella. Un mondo alla rovescia dove le Ong si sostituiscono agli stati e fanno quello che vogliono calpestando la sovranità nazionale del nostro paese. Per non parlare del paradosso che Sea watch, grazie al polverone sollevato, ha pure incassato oltre un milione di euro con raccolte fondi in Germania e in Italia per la difesa dell’eroina dei due mondi. Carola ha agito in stato di necessità per “salvare vite umane” sostegno i suoi fan. Ma se vogliamo salvare veramente i migranti in Libia, a cominciare da quelli rinchiusi nei centri di detenzione, dobbiamo continuare a riportarli a casa loro come sta facendo a rilento e fra mille difficoltà una delle agenzie dell’Onu, difficile da paragonare a SS moderne. E non andarli a prendere al largo della Libia come ha fatto la capitana, che rimane indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. E piuttosto che sbarcarli in Tunisia il posto più vicino a sicuro li ha portati dritta, dritta in Italia per creare un caso politico usando come paravento “le vite salvate in mare” La dimostrazione è la pattuglia di parlamentari di sinistra salita a bordo in favore di telecamere. L’obiettivo finale dei talebani dell’accoglienza è tornare a spalancare le porte dell’Europa agli sbarchi di massa del passato con 170mila arrivi all’anno in Italia Non si tratta di parteggiare per Salvini o il governo, ma di smetterla di farci prendere in giro trasformando la capitana che ha violato scientemente la legge in un’eroina. Per questo gli italiani, primi fra tutti i moderati dotati di buon senso, dovrebbero dire forte e chiaro “io non sto con Carola”.

play
[altri video]
radio

09 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

12 maggio 2011 | Nuova spazio radio | intervento
Libia
Che fine ha fatto Gheddafi?
Il colonnello Gheddafi è morto, ferito oppure in perfetta forma, nonostante le bombe, e salterà fuori con la sua ennesima e prolissa apparizione televisiva? Il dubbio è d’obbligo, dopo i pesanti bombardamenti di Tripoli. Ieri è ricomparaso brevemente in un video girato durante un incontro, all'insaputa dei giornalisti, nell'hotel di Tripoli che ospita la stampa internazionale.

play

10 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

29 aprile 2011 | Spazio Radio | intervento
Libia
Piegare Gheddafi e preparare l'intervento terrestre
Gli americani spingono con insistenza per un maggiore coinvolgimento dell’Italia nel conflitto in Libia, non solo per passare il cerino politico agli europei. L’obiettivo finale è piegare il colonnello Gheddafi e far sbarcare una forza di interposizione in Libia, con ampia partecipazione italiana. Un modello stile ex Yugoslavia, dove il contingente occidentale è arrivato dopo l’offensiva aerea.

play

06 marzo 2011 | Panorama | intervento
Libia
Diario dalla Libia
Diario dalla Libia

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]