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Articolo
18 giugno 2021 - Interni - Italia - Il Giornale |
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| La Lega sfiducia Lamorgese “Bisogna fermare gli sbarchi” |
Il ministro dell\'Interno, Luciana Lamorgese, traballa o rischia di venire depotenziata di fronte all\'ondata di sbarchi. Il leader della Lega, Matteo Salvini, fra le righe, chiede di fatto la sua testa. «Serve un intervento, ci sono clandestini ad Augusta, un veliero tedesco punta in Italia, Draghi sta facendo il possibile, ma se c\'è un ministro dell\'Interno attendiamo di averne notizia» ha attaccato Salvini subito dopo l\'incontro di ieri con il presidente del Consiglio. «Un tema aperto e caldo, su cui ho chiesto l\'intervento diretto del presidente Draghi è quello degli sbarchi» ha spiegato il capo leghista. E sottolineato che «attendiamo interventi seri e secchi da parte del ministro dell\'Interno, perché non si può pensare a un\'estate di sbarchi». Nelle stesse ore il Viminale dava via libera all\'ingresso nel porto di Augusta dell\'ammiraglia delle Ong, la Geo Barents di Medici senza frontiere, per sbarcare 410 migranti. La Lega ha organizzato una protesta. E da Lampedusa, che ieri registrava altri arrivi, Attilio Lucia, responsabile leghista, non usava mezzi termini: «È arrivato il momento di fermare gli sbarchi. Subito. Se Lamorgese non è capace di farlo, vada a casa». Salvini rincara la dose dichiarando che «non è possibile che l\'Italia sia meta di traffici e arrivi illegali». E fa notare che da gennaio abbiamo superato i 18mila arrivi, tre volte tanto lo stesso periodo dell\'anno precedente. L\'impennata degli sbarchi «è un problema sociale, di sicurezza» ha sottolineato Salvini. Nelle ultime settimane il leader leghista ha incontrato diversi ambasciatori nordafricani. Ieri il rappresentante del Marocco per rilanciare la proposta «di un coordinamento dei Paesi del Nordafrica sul fronte dell\'immigrazione», che scavalca i tentativi diplomatici del Viminale. Lamorgese sa bene, grazie alle informazioni di intelligence e analisi della Guardia costiera, che in luglio e agosto gli sbarchi rischiano di aumentare ancora e diventare continui. Le stime per difetto prevedono 65mila arrivi per quest\'anno. Salvini ha voluto incontrare Draghi la settimana prima dell\'importante vertice europeo dedicato alla crisi migratoria. Il premier parteciperà il 25 giugno al Consiglio d\'Europa chiedendo a gran voce un «nuovo accordo di partenariato con la Libia» che coinvolga direttamente la Ue e punti ad arginare le partenze. Il capogruppo al Senato della Lega, Massimiliano Romeo, spiega che «la strada non può essere quella dei ricollocamenti perché sappiamo bene che gli altri Paesi europei non li prenderanno i migranti. Ci proviamo da anni». E rivela a grandi linee il piano: «La strada maestra è invece andare in Libia con finanziamenti europei per bloccare le partenze. È un po\' la strada che sta cercando di prendere Draghi». Una fonte del Giornale che conosce bene la crisi migratoria e l\'intreccio politico fa notare: «Se Lamorgese non perderà la poltrona per le pressioni della Lega potrebbe venire depotenziata o commissariata dallo stesso Draghi». Un compromesso che eviterebbe di far saltare il governo. La responsabile del Viminale gode della protezione del Colle, come altri ministri proposti, se non imposti al premier. Gli attacchi leghisti continuano con il sottosegretario all\'Interno, Nicola Molteni, che ribadisce: «Il governo deve porre il problema della gestione dei fenomeni immigratori come priorità della propria agenda politica». |
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16 febbraio 2007 | Otto e Mezzo | reportage
Foibe, conflitto sulla storia
Foibe, conflitto sulla storia
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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.
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12 maggio 2020 | Tg5 | reportage
L'infermiera sopravvissuta al virus
L’infermiera ha contratto il virus da un paziente anziano nell’ospedale Maggiore di Trieste
A casa non riusciva più a respirare ed è stata trasportata d’urgenza in ospedale
Il figlio, soldato della Nato, era rimasto bloccato sul fronte baltico dall’emergenza virus con l’appartamento pieno di medicine l’incubo del contagio non l’abbandonerà mai
Due mesi dopo il contagio Svetlana è negativa al virus ma ancora debole e chiusa in casa
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento |
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo
I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti.
“Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale.
I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria.
Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa.
In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo.
“In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani.
Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento |
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea.
Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.
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