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10 luglio 2021 - Attualità - Afghanistan - Il Giornale
Afghanistan, dominio talebano Ora controllano l’85% del Paese
«Una macchina minata è esplosa a 500 metri da casa mia giovedì pomeriggio. I talebani stanno avanzando e si avvicinano ad Herat. Ci sono combattimenti a 10 chilometri dalla città. Hanno i nostri nomi e ci uccideranno» spiega al Giornale via whatsapp dal capoluogo dell\'Afghanistan occidentale Aziz, nome di fantasia per sicurezza. I distretti nella provincia appena lasciata dal contingente italiano stanno cadendo uno dietro l\'altro. Aziz è uno degli interpreti che ha lavorato al fianco degli italiani rimasto fuori dalla prima fase dell\'operazione Aquila, che ha già portato in salvo in Italia 270 afghani compresi i familiari stretti. La Difesa sta controllando le ulteriori liste di chi ha chiesto protezione e dovrebbe organizzare un secondo ponte aereo, ma la situazione peggiora da un giorno all\'altro. «Abbiamo fatto una riunione a casa mia con gli altri interpreti degli italiani rimasti indietro. Non tutti sono riusciti a venire per il coprifuoco imposto in città, ma eravamo una dozzina. Si è deciso di scrivere una lettera al Parlamento, ai vostri politici di tutti i partiti per chiedere aiuto. Salvateci dalla vendetta dei talebani» annuncia Aziz. In tutto sarebbero ancora diverse decine gli ex interpreti da evacuare oltre a diversi collaboratori del nostro contingente.
I talebani hanno dichiarato ieri di controllare l\'85% dell\'Afghanistan, ma in realtà sono riusciti a conquistare 204 distretti su 421 rispetto ai 72 di aprile, quando è stato confermato il ritiro delle truppe straniere. In pratica hanno in mano metà del paese, ma se aggiungiamo i 124 distretti dove si combatte sono presenti in oltre l\'85% dell\'Afghanistan. I governativi tengono le città, anche se pochi giorni fa gli integralisti sono entrati a Qala i Nau, capoluogo della provincia di Badghis liberando i loro accoliti prigionieri. La città era base di appoggio dei nostri elicotteri che garantivano la sicurezza all\'avamposto di Bala Murghab. I corpi speciali hanno ripreso il controllo del capoluogo, ma i talebani stanno utilizzando una nuova e insidiosa tattica. Nelle ultime settimane hanno preso il controllo di due terzi del confine con il Tajiskitan e del più importante e ricco, per i dazi doganali, valico con l\'Uzbekistan. L\'altro ieri hanno messo a segno il colpaccio occupando Islam Qala, la principale porta d\'ingresso per il commercio con l\'Iran nella provincia di Herat con un giro di dazi di 20 milioni di dollari.
Alcuni video mostrano i talebani che chiacchierano tranquillamente con le guardie di frontiera iraniane, dopo che le forze afghane sono scappate passando il confine. Ieri il portavoce degli insorti, Zabihullah Mujahid, ha confermato la conquista del principale posto di frontiera con il Turkmenistan sulla strada che porta ad Herat. Per garantire la sicurezza di quest\'aera di confine, alpini e paracadutisti italiani hanno versato sangue e sudore per anni.
Al governo di Kabul resta il controllo dei valichi con il Pakistan, ma il più importante, Spin Boldak, sarebbe nel mirino di un imminente attacco. L\'obiettivo è strangolare l\'economia di stato incassando i dazi doganali.
Gli americani stanno correndo ai ripari e hanno chiuso un accordo con i turchi, forza Nato ancora presente a Kabul per la sicurezza dell\'aeroporto della capitale fondamentale per un\'eventuale evacuazione del personale diplomatico.
Il presidente Usa, Joe Biden, ha cambiato idea rispetto all\'11 settembre annunciando che la data finale del ritiro è anticipata al 31 agosto. Non sarà dichiarata la classica «missione compiuta», ma il presidente ha difeso il lungo intervento spiegando che l\'obiettivo era «mandare all\'inferno Bin Laden» e smantellare le basi di Al Qaida. Vent\'anni dopo la rete del terrore ha ancora le sue cellule nell\'area, anche se meno pericolose, ma nel frattempo è comparso l\'Isis. Secondo il presidente quella in Afghanistan è una «guerra che non si può vincere». La Casa Bianca è convinta che Kabul non cadrà come Saigon, ma ha annunciato che migliaia di collaboratori afghani verranno evacuati in un paese terzo per poi decidere chi avrà diritto ad un visto di protezione per gli Usa.
[continua]

video
28 agosto 2008 | Studio Aperto | reportage
Afghanistan: italiani in guerra
Studio aperto, Tg1 e Tg2 hanno lanciato il nostro servizio esclusivo di Panorama sui soldati in guerra in Afghanistan. Le immagini che vedete non sono state girate da me o da Maki Galimberti che mi accompagnava come fotografo, come dicono nel servizio, bensì dagli stessi soldati italiani durate la battaglia di Bala Murghab.
Di seguito pubblico il testo che ho ricevuto dai coraggiosi cineoperatori con l'elmetto: "Nei giorni dell’assedio di Bala Murghab il 5,6,7 e 8 agosto, con i fucilieri della Brigata Friuli erano presenti anche quattro militari Toni T. , Francesco S. , Giuseppe N. , Giuseppe C. , tutti provenienti dal 28° Reggimento “Pavia” di istanza Pesaro. È stato proprio il C.le Mag.Sc. Francesco S. a girare le immagini che vedete con una telecamera di fortuna, in condizioni difficili e con grande rischio personale.Infatti tra i compiti assolti dal 28° Reggimento di Pesaro c’è proprio la raccolta di informazioni e documentazioni video sulle operazioni di prima linea".

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20 novembre 2001 | Studio Aperto | reportage
Strage di giornalisti. Uccisa Maria Grazia Cutuli del Corriere della Sera
Il 19 novembre 2001 quattro giornalisti vengono massacrati da una banda di talebani sulla strada che dal Pakistan porta a Kabul. Fra le vittime Maria Grazia Cutuli, del Corriere della Sera, che avevo conosciuto ad Epoca.

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17 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Kabul vuole tornare alla normalità
Kabul vuole tornare alla normalità

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radio

12 settembre 2002 | Radio 24 Nove in punto | reportage
Afghanistan
Afghanistan un anno dopo/4
Un anno dopo l'11 settembre ed il crollo dei talebani il nodo della sicurezza

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12 novembre 2001 | Radio 24 Gr | reportage
Afghanistan
Il crollo dei talebani - Il leone di Herat
In prima linea in Afghanistan dopo l'11 settembre. Ad Herat sono entrati i mujaheddin di Ismail Khan, il vecchio comandante della guerra contro i sovietici. Tutti lo conoscono come il leone per coraggio e carisma

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12 settembre 2002 | Radio 24 Nove in punto | reportage
Afghanistan
Afghanistan un anno dopo/1
Un anno dopo l'11 settembre ed il crollo dei talebani comincia lo stillicidio di piccoli attacchi contro le forze della Nato. Osama Bin Laden, vivo o morte, è entrato nel mito della guerra santa

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31 gennaio 2003 | Gr24 - Radio 24 | intervento
Afghanistan
La "bomba sporca" di Bin Laden
Osama bin Laden è in possesso di una bomba atomica sporca secondo fonti del governo inglese. L'ordigno sarebbe stato confezionato ad Herat nell'Afghanistan occidentale prima dell'intervento militare alleato. Lo ha rivelato l'emittente britannica BBC basandosi su informazioni dei servizi sergeti di Londra. Un ulteriore conferma è giunta dagli interrogatori di Abu Zubaida, il responsabile dei campi di addestramento di bin Laden in Afghanistan, catturato nel vicino Pakistan dagli americani. Una bomba atomica sporca è un ordigno composto da esplosivo comune, ma circondato da sostanze radioattive. I talebani avrebbero collaborato alla sua confezione fornendo isotopi radioattivi per uso medico. Quando la bomba esplode polverizza il materiale radioattivo, che contamina una vasta area circostante. Dall'Afghanistan giungono oggi altre notizie drammatiche. Una mina anticarro piazzata su un ponte, una decina di chilometri a sud dall'ex roccaforte talebana di Kandahar ha ucciso 18 civili. Le vittime viaggiavano su un autobus e le autorità afghane sospettano che si tratti di un attentato degli integralisti. I resti dei talebani e di al Qaida si sono alleati con le forze fondamentaliste del signore della guera afgana Gulbuddin Hekmatyar formando le Brigate dei martiri islamici. Un'ulteriore minaccia che dimostra come l'Afghanistan sia sempre in bilico fra pace e guerra.
Fausto Biloslavo
per Radio 24 Il Sole 24 ore

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18 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani / Scontro a Farah
Questa mattina dalle 9.48, ora afghana, i Leoni del primo reggimento bersaglieri sono stati attaccati ad una decina di chilometri a nord di Farah, con armi controcarro e fucili mitragliatori. I fanti piumati erano partiti dalla base El Alamein nel capoluogol della turbolenta provincia sotto controllo del nostro contingente nell’Afghanistan occidentale. I cingolati d’attacco Dardo, armati di cannoncino da 25 millimetri, hanno risposto al fuoco. Sono stati impegnati anche i mortai da 60 millimetri in una battaglia che è durata fino alle 11.50. Fra gli italianii non si registrano feriti o seri danni ai mezzi. La richiesta di intervento era giunta dal governatore di Farah che aveva segnalato la presenza dei talebani pronti ad ostacolare le elezioni presidenziali del 20 agosto. La battaglia per il voto in Afghanistan è appena iniziata.

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