| 
														
															
																|  
 | 
																		
																			
																				| Articolo 14 agosto 2021  - Articolo - Afghanistan - Il Giornale
 |  |  
																				| Catturato anche il leone di Herat Il simbolo antifondamentalisti |  
																				| La foto che lo ritrae come un trofeo in mezzo ai combattenti talebani  con i turbanti, che gli hanno sequestrato l\'arma, è scattata sul divano  di casa sua. Il leone di Herat, Ismail Khan, con l\'inconfondibile  barbone bianco e ancora le giberne militari dei caricatori addosso, ha  lo sguardo incerto, quasi stupito di essere stato catturato dagli eredi  di mullah Omar. Proprio lui quasi ottantenne aveva mobilitato una  milizia locale per fermare l\'avanzata dai talebani combattendo al fianco  dei governativi con il timido appoggio aereo americano. Per settimane  gli attacchi degli insorti sono stati respinti e le foto dei cadaveri  nemici disseminate sui social. Giovedì qualcosa deve essere andato  storto. Forse un promesso e mancato appoggio da Kabul o il tradimento  della polizia e reparti dell\'esercito Camp Zafar, la grande base dove  addestravamo gli afghani del 207° corpo d\'armata è caduto e in serata  resisteva ancora la centrale dell\'Nds, i servizi segreti afghani.  Proprio in questo edificio o all\'uscita, nel tentativo di raggiungere  l\'aeroporto per scappare a Kabul, è stato catturato Ismail Khan assieme  al vice ministro dell\'Interno, il comandate militare, il capo  dell\'intelligence e il governatore. «Mi hanno trattato bene» ha detto  brevemente in un video il leone di Herat riferendosi all\'arresto. I  talebani hanno subito annunciato che aderiva all\'Emirato islamico, ma  non è chiaro se sia vero o propaganda. La cattura e sconfitta del leone  di Herat è un colpo durissimo alla «difesa popolare», le milizie su base  locale o etnica, che dovrebbero reggere l\'urto dell\'avanzata talebana  assieme ai governativi. Tajiko di fede sciita, Khan è una figura  leggendaria fin dai tempi dell\'invasione sovietica quando portava i  gradi di capitano e cavalcò la rivolta di Herat contro l\'Armata rossa  massacrando 350 consiglieri militari russi con le famiglie. La  rappresaglia è stato un bombardamento aereo a tappeto della città con  migliaia di morti.
 Dopo avere creato la leggenda del leone di Herat  combattendo con i mujaheddin contro i sovietici è diventato governatore  di Herat al crollo del regime comunista nel \'92. I talebani sono  riusciti a catturarlo già allora con il tradimento e incatenarlo in una  sordida cella a Kandahar. Grazie a tanti soldi è riuscito a scappare con  una fuga da Papillon. Dopo l\'11 settembre è tornato in auge con un  pugno di uomini. Grazie all\'appoggio aereo americano sono diventati un  esercito riconquistando Herat. Per otto anni è stato ministro  dell\'Energia del governo di Kabul e buon amico dei soldati italiani che  presidiavano l\'Afghanistan occidentale. Nel 2009 hanno cercato di farlo  fuori con un attacco suicida, ma è sopravissuto. Khan è affezionato alla  sua kafya bianca e nera, che portava anche durante l\'arresto.  Combattente, poco voltagabbana e abbastanza onesto, ha vinto e perso un  ugual numero di battaglie. Questa volta è finito ai domiciliari nella  sua villa, ma i talebani gli avrebbero detto che è libero di andare a  Kabul.
 |  
																				| [continua] |  |  
 
																			
																				| video 
 
																						
																							
																								| 
																																																																															|  |  | 01 dicembre 2009 | Rai3 - Cominciamo Bene | reportage Il dramma dei baby clandestini
 Ogni anno sono circa settemila i minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia alla ricerca dell'Eldorado occidentale. Arrivano dal Nord Africa, dai paesi dell'Est, ma pure dall'Afghanistan dove un viaggio da incubo più che di speranza
 
 
 |  
																											|  |  																											|  |  | 28 agosto 2008 | Studio Aperto | reportage Afghanistan: italiani in guerra
 Studio aperto, Tg1 e Tg2 hanno lanciato il nostro servizio esclusivo di Panorama sui soldati in guerra in Afghanistan. Le immagini che vedete non sono state girate da me o da Maki Galimberti che mi accompagnava come fotografo, come dicono nel servizio, bensì dagli stessi soldati italiani durate la battaglia di Bala Murghab.
 Di seguito pubblico il testo che ho ricevuto dai coraggiosi cineoperatori con l'elmetto:  "Nei giorni dell’assedio di Bala Murghab  il 5,6,7 e 8 agosto, con i fucilieri della Brigata Friuli erano presenti anche quattro militari Toni T. , Francesco S. , Giuseppe N. , Giuseppe C. , tutti provenienti dal 28° Reggimento “Pavia” di istanza Pesaro. È stato proprio il C.le Mag.Sc. Francesco S. a girare le immagini che vedete con una telecamera di fortuna, in condizioni difficili e con grande rischio personale.Infatti tra i compiti assolti dal 28° Reggimento di Pesaro c’è proprio la raccolta di informazioni e documentazioni video sulle operazioni di prima linea".
 
 
 |  
																											|  |  																											|  |  | 16 novembre 2001 | Studio Aperto - Italia 1 | reportage Cronaca da Kabul liberata
 Cronaca da Kabul liberata
 
 
 |  
																											|  |  |  | radio 
 
																						
																							|  
 | 18 ottobre 2007 | Radio 24 | intervento |  
																							| Afghanistan La guerra che non ci vogliono far vedere
 In Afghanistan gli italiani combattono. Lo ha verificato Fausto Biloslavo, che ha realizzato un servizio per Panorama sulla "guerra all'italiana" che non ci vogliono far vedere.
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 18 agosto 2009 | Radio24 | reportage |  
																							| Afghanistan Al fronte con gli italiani/Il seggio più vicino a "dushman" il nemico
 La casupola disabitata, in paglia e fango, con il tetto a cupola sembra abbandonata dallo scorso anno, quando i marines combattevano nel deserto infernale di Bala Baluk. Oggi ci sono i paracadutisti della Folgore in questo sperduto angolo della provincia di Farah. All’interno è ancora peggio, ma la casupola viene subito scelta come seggio elettorale per le elezioni presidenziali e provinciali del 20 agosto.
Non per il suo fascino esotico, ma perché può venir trasformata in un fortino. La roccaforte talebana di Shewan si trova ad un pugno di chilometri. Da quelle parti comanda mullah Sultan, un ex prigioniero del campo americano di Guantanamo. “E’ il seggio più vicino a dushman, il nemico” spiega un ufficiale della poliza afghana. Se incroci di notte lui ed i suoi uomini, barbe lunghe e stile armata Brancaleone, li scambi per talebani. Solo arrivarci da queste parti è un terno al lotto come spiega il tenente Alessandro Capone della 6° compagnia Grifi (audio originale).
Il giorno del voto i paracadutisti italiani sono pronti a difendere le elezioni armi in pugno. La scorsa settimana sembrava che nella zona a rischio di Bala Baluk sarebbe stato disponibile un solo seggio, ma nelle ultime ore si punta ad aprirne 8 o 9. 
Un successo, anche se la vera incognita è quanti elettori si recheranno alle urne. I talebani hanno minacciato che taglieranno il naso, le orecchie ed il dito segnato dall’inchiostro indelebile di chi è andato a votare. 
Fausto Biloslavo
da base Tobruk, provincia di Farah, Afghanistan
per Radio 24 il Sole 24 ore
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 08 agosto 2008 | Radio24 | reportage |  
																							| Afghanistan Taccuino di guerra - Cowboy road la strada dei kamikaze
 Afghanistan, un'estate in trincea. In prima linea con i marines
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 28 agosto 2008 | Radio24 | reportage |  
																							| Afghanistan Taccuino di guerra - Torno a casa dopo un mese in trincea
 Afghanistan,un'estate in trincea.In prima linea con i soldati italiani
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 22 agosto 2008 | Radio24 | intervento |  
																							| Afghanistan Raid americano polverizza un villaggio nella provincia di Herat
 Afghanistan, un'estate in trincea.
 
 
 |  
 |  
 
 |  |  |