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15 agosto 2021 - Prima - Afghanistan - Il Giornale
Kabul assediata, i talebani pronti a prendersi tutto Sarà un inferno
Una disfatta, l\\\'Afghanistan come il Vietnam e Kabul rischia di diventare la seconda Saigon. È già iniziato l\\\'assedio dei talebani alla capitale. E l\\\'ambasciata italiana sta smobilitando pur mantenendo un presidio all\\\'aeroporto. Gli insorti sono arrivati a Char Asyab, 11 chilometri a sud di Kabul, ma la notizia più grave è la velocità dell\\\'avanzata talebana che ormai avrebbe occupato tre quarti dei capoluoghi provinciali. Almeno quattro in 24 ore e sembra che pure Mazar i Sharif, «capitale» del nord difesa dai corpi speciali e dalle milizie uzbeke e tajike sia incredibilmente caduta.
I talebani sono riusciti a concentrare un alto numero di uomini per conquistare la città roccaforte del maresciallo ed ex vicepresidente, Rashid Dostum e di un altro uomo forte del paese, Mohammed Atta. «Hanno attaccato con le Red unit», rivela una fonte militare afghana riferendosi alle truppe d\\\'assalto degli insorti meglio armate e addestrate. Ed è caduta anche Maymana, capoluogo della provincia di Faryab, così i talebani controllano tutto il nord del Paese. Gli insorti hanno occupato in 24 ore Pul-e-Alam, Sharana in Paktika, Asadabad a Kunar e Gardez nella Paktia. In molti casi senza sparare un colpo. Così sono riusciti ad aprirsi la strada verso Kabul attaccando anche la prigione di Pul-e-Charki. In ogni capoluogo di provincia hanno liberato i detenuti reclutando nuovi combattenti. «Nelle province di Logar e Uruzgan la popolazione voleva arrendersi per evitare spargimenti di sangue», ha affermato il deputato Mirza Mohammad Katawazi. Una fonte del Giornale dichiara che 29 capoluoghi su 34 sarebbero già nelle mani degli insorti. E Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani annuncia che «sono cadute nelle mani dei mujaheddin grandi quantità di armi e equipaggiamenti». A Kandahar, «capitale» del sud, hanno preso la radio locale ribattezzandola «voce della Sharia». Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha sottolineato in un\\\'intervista a Gr1 della Rai: «Le nuove istituzioni afghane, le loro leadership, la tenuta delle forze armate afghane che sono state da noi come alleanza equipaggiate e addestrate, tutto questo si è rivelato meno forte di quanto previsto».
A Kabul, il presidente Ashraf Ghani (che ieri ha parlato al telefono con il segretario di Stato Usa Antony J. Blinken) è apparso in tv annunciando in maniera paradossale e come «massima priorità» un\\\'impossibile mobilitazione: «Le forze di sicurezza e di difesa proteggeranno ciò che il Paese ha ottenuto negli ultimi 20 anni». Esercito e polizia si sono spesso sciolti come neve al sole ritirandosi nelle basi per poi accettare la resa. Sembra che poche unità compresi i 20mila uomini dei corpi speciali, adesso concentrati in gran parte a Kabul, abbiano voglia di combattere per il governo. Ghani, che per ora non si dimette, ha annunciato la formazione di una delegazione per una disperata trattativa dell\\\'ultima ora con i talebani. E rivolgendosi alla popolazione ha dichiarato: «So che siete preoccupati per il vostro presente e futuro, ma vi assicuro come vostro presidente che il mio obiettivo è prevenire ulteriore instabilità, violenza e sfollati». Gli americani hanno inviato 5mila uomini a Kabul per evacuare il personale diplomatico e i collaboratori afghani: «Non passerò questa guerra a un altro presidente», ha dichiarato il presidente Usa Joe Biden, che avvisa: «Ogni azione che mette a rischio il personale Usa riceverà una rapida e forte risposta militare Usa». L\\\'ambasciata ha dato l\\\'ordine di distruggere i documenti sensibili compreso il materiale «con il logo dell\\\'ambasciata o di agenzie e bandiere americane». Gli inglesi con 600 uomini stanno facendo lo stesso. Guerini commenta amaramente la disfatta: «Gli eventi di questi giorni non sono sicuramente un buon messaggio che l\\\'Occidente trasmette al mondo».
FBil
[continua]

video
19 settembre 2009 | TG5 Speciale - Canale 5 | reportage
Morire per Kabul
Dopo l'attentato che è costato la vita a sei paracadutisti della Folgore ci si interroga sulla missione in Afghanistan. Se valeva la pena morire per Danzica lo stesso discorso va fatto per Kabul.

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25 novembre 2001 | TG5 - Canale 5 e Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Il futuro governo dell'Afghanistan
Il futuro governo dell'Afghanistan

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14 novembre 2001 | Studio Aperto | reportage
I talebani fuggono da Kabul
Dopo una battaglia durata 24 ore i mujaheddin dell'Alleanza del nord sono entrati vittoriosi a Kabul il 13 novembre 2001. I talebani hanno abbandonato la capitale.

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[altri video]
radio

13 agosto 2008 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Taccuino di guerra - L'imboscata dei marines
IAfghanistan,un'estate in trincea. In prima linea con i marines

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12 novembre 2001 | Radio 24 Gr | reportage
Afghanistan
Il crollo dei talebani - Cade Herat senza sparare un colpo
In prima linea in Afghanistan dopo l'11 settembre. Aggiornamento dalla prima linea a nord di Kabul

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13 gennaio 2003 | Radio 24 Nove in punto | intervento
Afghanistan
Arrivano i rinforzi italiani, ma in Afghanistan si mette male/2
Cinquanta attacchi al mese alle truppe della Nato. Ancora "punzecchiature", ma gli italiani sono pronti ad inviare gli alpini nell'Afghanistan sud orientale. Nel vicino Pakistan i talebani ed i resti di Al Qaida stanno mettendo in piedi le loro basi di retrovia, come i mujaheddin ai tempi dell'invasione sovietica.

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16 luglio 2010 | R101 | intervento
Afghanistan
Combattimento dei corpi speciali a Bala Murghab
Un’operazione dei corpi speciali italiani finita in un violento combattimento con i talebani, che hanno ferito tre militari, uno in maniera grave. A terra sono rimasti due Ranger, gli alpini paracadutisti del battaglione Monte Cervino di Bolzano ed un incursore dell’aereonautica. Non si è trattato del solito agguato con una trappola esplosiva, ma di un combattimento vero e proprio nei pressi di Bala Murghab, il fronte nord del contingente italiano.

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11 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ A caccia dei razzi talebani
A caccia di mortai e razzi talebani che colpivano Tobruk, la base più avanzata dei paracadutisti italiani nella famigerata provincia di Farah. E’ questa la missione del 2° plotone Jolly guidato dal maresciallo Cristiano Nicolini, 35 anni, di Ancona. Si esce di notte con i visori notturni montati sull’elmetto che fanno sembrare il paesaggio afghano ancora più lunare di quello che è, con una tinta verdognola. Si va verso Shewan la roccaforte dei talebani, dove gli inosrti hanno scavato tunnel e cunicoli che collegano le case, le postazioni trincerate e spuntano a 300 metri dall’abitato in campo aperto. Come i vietcong. Un reticolo mortale per i parà che da queste parti hanno combattuto battaglie durissime. “Negli ultimi due mesi le trappole esplosive e le imbosctae sono aumentate fortmente, in vista delle elezioni” spiega il maresciallo Nicolini. Per il voto del 20 agosto che eleggerà il nuovo presidente afghano sono previsti 1089 seggi elettorali nel settore ovest del paese controllato dagli italiani. Almeno il 15% è a rischio. I seggi vengono ricavati in scuole e moschee ed i parà li hanno ispezionati tutti nell’ostica provincia di Farah. In alcuni casi neppure esistevano, in un villaggio gli afghani non avevano idea che ci fossero le elezioni e da altre parti non hanno trovato anima disposta a parlare del voto. La maggioranza dei seggi, però, sarà aperta con l’aiuto della Folgore. Fausto Biloslavo da base Tobruk, Afghanistan occidentale per Radio 24 Il Sole 24 ore

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