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31 agosto 2021 - Il fatto - Afghanistan - Il Giornale
La Chiesa nel mirino

«Ai talebani dico: siate umani e rispettate sia gli uomini che le donne. E lo stesso rispetto vale per il luoghi di culto, come la chiesa dentro l\\\'ambasciata» è l\\\'appello che padre Giuseppe Moretti lancia attraverso il Giornale. Veterano barnabita, che ha passato a fasi alterne 18 anni in Afghanistan proprio nella piccola chiesa dentro l\\\'aera della sede diplomatica del nostro paese, oramai abbandonata dopo l\\\'arrivo dei talebani a Kabul.
L\\\'unica chiesa in Afghanistan, che chiude a 100 anni dal trattato fra il re Amanullah, il prima monarca dell\\\'indipendenza e l\\\'Italia del 3 giugno del 1921. L\\\'impegno sempre rispettato dai barnabiti «era di non fare proselitismo - spiega Moretti - Il nostro compito è stato guidare i cristiani non afghani» come i diplomatici o le truppe straniere. Il barnabita ammette che «cristiani locali ce ne saranno, ma a chi si converte spetta la condanna a morte» anche prima dei talebani. I credenti di Gesù in Afghanistan, che sarebbero oltre un migliaio, vivono nascosti e professano la fede in segreto. Il Dipartimento di stato americano stima che ci possono essere fra i 500 e 8mila fedeli soprattutto evangelici e protestanti. L\\\'edizione clandestina della Bibbia in farsi, una delle lingue nazionali afghane, circola anche in rete. Il Nuovo testamento è disponibile in pasthun, la lingua dell\\\'etnia maggioritaria talebana. Ali Ehsani, esule afghano in Italia, è un cristiano che negli ultimi giorni ha lanciato l\\\'allarme ai fedeli di Gesù: «Le violenze sono già iniziate. Il padre di una famiglia con cui sono in contatto è scomparso». La moglie e i cinque figli erano terrorizzati e si spostavano di continuo per non venire intercettati dai talebani. «Vorrei far conoscere questa storia a papa Francesco» ha dichiarato l\\\'esule afghano. Grazie alla fondazione Meet Human la famiglia cristiana è stata mesa in salvo dal ponte aereo italiano.
Secondo un rapporto della fondazione pontificia, Aiuto alla chiesa che soffre, «i cristiani afghani praticano il culto da soli, o in piccoli gruppi, esclusivamente all\\\'interno di abitazioni private. Secondo le organizzazioni missionarie in tutto il paese vi sono piccole chiese domestiche sotterranee, ognuna delle quali non conta più di 10 fedeli». Una fonte afghana a Kabul spiega che «molti si convertono nella speranza di uscire dal girone della povertà». Nella capitale diversi convertiti lavoravano per le organizzazioni internazionali. «Viviamo una doppia vita. Non possiamo mostrare la nostra fede, verrei ucciso e sarebbe per prima la mia famiglia a pretenderlo» aveva rivelato al Giornale un cristiano di Kabul. Il convertito Abdel Rahman condannato a morte e poi espulso grazie all\\\'intervento del nostro paese era diventato uno strumento di propaganda per i talebani. Nei vent\\\'anni della Nato anche traduttori e collaboratori dei militari stranieri, a cominciare dagli americani della grande base di Bagram, sono stati irretiti dalla conversione. Non esisteva alcun «piano dei crociati», come invece accusavano i talebani. Singoli cappellani militari o soldati portavano con loro qualche volantino, un Vangelo o una Bibbia di troppo. Da Kabul sono stati evacuati mercoledì scorso con il ponte aereo il barnabita Giovanni Scalese parroco della chiesa in ambasciata e cinque suore con 14 bambini disabili che accudivano nella capitale. Le sorelle di Madre Teresa di Calcutta avevano avviato da vent\\\'anni un\\\'organizzazione fondata in risposta all\\\'appello di Giovanni Paolo II di «salvare i bambini afghani». In pubblico non potevano professare la loro fede. Padre Moretti spiega che venivano apprezzate per la «presenza silenziosa, ma operosa». Le suore rientrate in Italia hanno tristemente ammesso: «Siamo distrutte. È tutto finito, non c\\\'è speranza a Kabul».
[continua]

video
14 novembre 2001 | TG5 - Canale 5 e Studio Aperto - Italia 1 | reportage
Il giorno dopo la liberazione di Kabul
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23 novembre 2001 | TG5 - Canale 5 e Studio Aperto - Italia 1 | reportage
La battaglia di Kandahar
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01 ottobre 2019 | Tg4 | reportage
I talebani alle porte di Kabul
GUERRA ALLE PORTE DI KABUL A Maidan Shahr, cinquanta chilometri da Kabul, la guerra con i talebani è senza esclusione di colpi L’artiglieria di fabbricazione russa dell’esercito afghano martella le postazioni dei talebani che controllano l’entroterra Il comandante della quarta brigata spiega che è stata individuata una base del nemico, dushman ed i suoi esploratori confermano via radio che l’obiettivo è stato centrato e distrutto Non è semplice per gli occidentali arrivare a Maidan Shahr Nel capoluogo provinciale la polizia ci porta subito in un’operazione notturna Un avamposto governativo è sotto attacco e ha bisogno di fuoco di copertura Il generale che comanda la polizia del Wardak sostiene con orgoglio che i suoi uomini hanno eliminato 540 talebani negli ultimi sette mesi I numeri vanno presi con le pinze, ma anche l’esercito vuole farsi vedere attivo Il comandate intercetta le comunicazioni radio del nemico e ci scorta fino sulla prima linea appena a dieci chilometri da Maidan Shahr I governativi controllano il capoluogo e a malapena l’autostrada numero 1 I blindati avanzano e pochi minuti dopo arrivano i primi colpi Queste sono le immagini di un altro scontro il giorno prima La provincia di Wardak è la porta d’ingresso di Kabul infestata dai talebani

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radio

13 novembre 2001 | Radio 24 Vivavoce | reportage
Afghanistan
Il crollo dei talebani - Giornalisti al fronte/3
In prima linea in Afghanistan dopo l'11 settembre. Il ruolo dei giornalisti. "Bisogna stare sempre più attenti. E poi se un giornalista perde la vita non può mandare il pezzo"

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14 luglio 2011 | Nuova Spazio Radio | intervento
Afghanistan
Si può vincere questa guerra?
Dopo la morte in combattimento dell'ultimo parà della Folgore, fino a quanto dovremo restare in Afghanistan? Almeno fino a quando gli afghani riusciranno a garantirsi da soli la sicurezza, altrimenti caliamo le braghe e la diamo vinta ai talebani. Per sconfiggerli non basta la forza delle armi.

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14 novembre 2001 | Radio 24 | reportage
Afghanistan
Kabul liberata il giorno dopo
Torna a splendere il sole sulla capitale afghana. Gli esuli cacciati dai talebani rientrano nelle loro case.

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12 agosto 2008 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Taccuino di guerra - Il prigioniero talebano
Afghanistan,un'estate in trincea. In prima linea con i marines

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13 gennaio 2003 | Radio 24 Nove in punto | intervento
Afghanistan
Arrivano i rinforzi italiani, ma in Afghanistan si mette male/1
Cinquanta attacchi al mese alle truppe della Nato. Gli americani cominciano ad usare il pugno di ferro ed infastidiscono anche gli alleati afghani. Gli italiani pronti ad inviare gli alpini.

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