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30 agosto 2021 - Il fatto - Afghanistan - Il Giornale
Il capo supremo dei talebani arriva a Kandahar Hibatullah apre le operazioni per il nuovo governo

Haibatullah Akhundzada, l\'«al Amirul Momineen», il capo di tutti credenti, erede di mullah Omar è arrivato ieri a Kandahar, la «capitale» spirituale dei talebani. E presto apparirà in pubblico come un santone. Il leader supremo del movimento sbarcato in Afghanistan è un personaggio enigmatico, più prete islamico che combattente, indebolito dal Covid. Il suo arrivo è il segnale che i talebani stanno formando il governo dell\'Emirato e hanno bisogno dell\'imprimatur del «capo di tutti i credenti».
Zabiullah Mujahid, portavoce dei vincitori, ha dichiarato che il nuovo esecutivo si insedierà entro due settimane. Fonti russe sostengono che si è già trovato un accordo per 7 ministri su 12. Il papabile premier dell\'Emirato è Abdul Ghani Baradar, fondatore del movimento assieme a mullah Omar. Dopo il crollo del primo emirato nel 2001 era fuggito in Pakistan. I servizi segreti militari di Islamabad lo avevano arrestato nel 2010, su richiesta della Cia. E sempre su input americano è stato liberato otto anni dopo per dar vita ai negoziati di Doha, che hanno portato al ritiro occidentale e al disastro afghano. Il ministro della Difesa ad interim è Abdul Qayyum Zakir e sono stati nominati anche i responsabili pro tempore di altri dicasteri. Zakir catturato dagli americani nel 2001 a Mazar i Sharif è rimasto sei anni nel carcere di Guantanamo. Poi trasferito a Pul i Charki, il penitenziario di Kabul, è tornato in libertà nel giro di un anno. Zakir è legato a Mohammad Yaqoob, il figlio maggiore di mullah Omar, che ha guidato la guerra lampo talebana fino alla conquista della capitale. Un altro «giovane» trentenne punta in alto, il figlio di Jalaluddin Haqqani, leggendario combattente ai tempi dell\'invasione sovietica poi ricercato dalla Nato. L\'erede, Sirajuddin, uno dei vice del vertice talebano, è il capo della rete Haqqani, l\'organizzazione terroristica specializzata in attacchi suicidi. Suo zio, Khalil Haqqani, che ha una taglia di 5 milioni di dollari sulla testa, garantisce la sicurezza di Kabul. Il clan, nonostante i legami con Al Qaida, vuole una fetta di potere nel governo. I talebani hanno nominato il nuovo governatore della Banca centrale, Mohammad Idris, sconosciuto nel mondo economico internazionale. Il suo predecessore è fuggito, ma prima ha congelato negli Stati Uniti gran parte delle riserve valutarie afghane. Per questo le banche a Kabul hanno chiuso gli sportelli e la popolazione sta scendendo in piazza. Anche il ministro delle Finanze ad interim, Gul Agha, deve affrontare la serie emergenza dell\'aumento dei prezzi del 35% negli ultimi giorni.
I talebani puntano a un governo «inclusivo», almeno di facciata, e stanno trattando con l\'ex presidente afghano durante il ventennio della Nato nel Paese, Hamid Karzai. Anche il tajiko, Abdullah Abdullah, sarebbe papabile. Ex «ministro» degli Esteri del leggendario comandante Ahmad Shah Massoud ama più i vestiti eleganti che la prima linea. La resistenza nel Panjsher guidata dal figlio di Massoud sospetta, però, che sia un traditore. Pure l\'anziano signore della guerra, il fondamentalista Gulbuddin Hekmatyar, dovrebbe entrare nel governo. La sorpresa «inclusiva» potrebbe essere Mohammed Haneef Atmar, un tempo legato a Mosca, fino all\'arrivo dei talebani ministro degli Esteri a Kabul.

video
19 settembre 2009 | TG5 Speciale - Canale 5 | reportage
Morire per Kabul
Dopo l'attentato che è costato la vita a sei paracadutisti della Folgore ci si interroga sulla missione in Afghanistan. Se valeva la pena morire per Danzica lo stesso discorso va fatto per Kabul.

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13 aprile 2010 | RaiNews24 | reportage
Rassegna stampa del mattino
Emergency in manette in Afghanistan

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13 marzo 2011 | Terra! | reportage
Cicatrici
Cicatrici

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radio

11 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ A caccia dei razzi talebani
A caccia di mortai e razzi talebani che colpivano Tobruk, la base più avanzata dei paracadutisti italiani nella famigerata provincia di Farah. E’ questa la missione del 2° plotone Jolly guidato dal maresciallo Cristiano Nicolini, 35 anni, di Ancona. Si esce di notte con i visori notturni montati sull’elmetto che fanno sembrare il paesaggio afghano ancora più lunare di quello che è, con una tinta verdognola. Si va verso Shewan la roccaforte dei talebani, dove gli inosrti hanno scavato tunnel e cunicoli che collegano le case, le postazioni trincerate e spuntano a 300 metri dall’abitato in campo aperto. Come i vietcong. Un reticolo mortale per i parà che da queste parti hanno combattuto battaglie durissime. “Negli ultimi due mesi le trappole esplosive e le imbosctae sono aumentate fortmente, in vista delle elezioni” spiega il maresciallo Nicolini. Per il voto del 20 agosto che eleggerà il nuovo presidente afghano sono previsti 1089 seggi elettorali nel settore ovest del paese controllato dagli italiani. Almeno il 15% è a rischio. I seggi vengono ricavati in scuole e moschee ed i parà li hanno ispezionati tutti nell’ostica provincia di Farah. In alcuni casi neppure esistevano, in un villaggio gli afghani non avevano idea che ci fossero le elezioni e da altre parti non hanno trovato anima disposta a parlare del voto. La maggioranza dei seggi, però, sarà aperta con l’aiuto della Folgore. Fausto Biloslavo da base Tobruk, Afghanistan occidentale per Radio 24 Il Sole 24 ore

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04 ottobre 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
10 anni di Radio24. UNO SPOT SULLA CADUTA DI KABUL
Il mio servizio dalla prima linea di Kabul dopo l'11 settembre 2001, come spot per i 10 anni di Radio24. Era il 4 ottobre del 1999 quando a Milano nasceva Radio 24, la prima emittente news&talk italiana. Informazione, attualità, intrattenimento, economia, cultura, con un'attenzione sempre costante alla voce degli ascoltatori: questa la formula di un successo confermato dagli oltre 4,8 milioni di ascoltatori alla settimana, come confermano i dati Audiradio, relativi al quarto bimestre 2009.

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16 giugno 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
Afghanistan
Il "tesoro" nascosto
L’Afghanistan è un paese disgraziato, povero e senza risorse, a parte l’oppio? Assolutamente no. Il sottosuolo afghano nasconde un forziere di minerali che vale 1 trilione di dollari. In cifre europee stiamo parlando di 810 miliardi di euro. Oro, gemme, rame, ferro ed il prezioso litio sono presenti in quantità tali da poter trasformare l’Afghanistan in una delle maggiori “potenze” minerarie al mondo. Lo hanno scoperto i geologi assoldati dal Pentagono studiando vecchie carte tracciate dai sovietici, che invasero il paese negli anni ottanta. Una ricchezza naturale capace di risollevare economicamente l’Afganistan e magari farlo uscire dal tunnel delle guerra.

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17 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/Voto e kamikaze
I paracadutisti di base Tobruk sono pronti a partire prima dell’alba diretti verso il deserto della turbolenta provincia di Farah. Il tenente Alessandro Capone, 30 anni, romano, comandante del primo plotone Nembo illustra la missione. Sul cruscotto del suo blindato Lince c’è Aldino il pinguino, un pupazzo portafortuna che i parà grattano ogni volta che escono verso l’ignoto. Dove i talebani possono sempre aspettarci al varco. Nelle quattro province sotto controllo italiano i seggi elettorali per le elezioni presidenziali e provinciali del 20 agosto sono 1014. Fra il 10 ed il 13% non apriranno perché troppo esposti alla minacce dei talebani ha rivelato il generale Rosario Castellano che guida il contingente. Nel sud, dove gli insorti sono più forti, si raggiungeranno punte del 20-30% di seggi chiusi. Dagli altoparlanti delle mosche nelle roccaforti talebani, come Shewan. ad una ventina di chilometri da base Tobruk, gli estremisti ordinano alla gente di non andar votare per “i nemici dell’Islam”. E preparano di peggio, con terroristi kamikaze, come comunicano per radio i parà italiani che scortano i poliziotti afghani dispiegati per le elezioni

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19 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ Talebani scatenati contro le elezioni
Nelle ultime ore i talebani si stanno scatenando contro le elezioni presidenziali in Afghanistan di domani. Con attentati spettacolari nella capitale e cercando di ostacolare il voto nelle zone “calde” come la provincia di Farah sotto controllo italiano. Ieri mattina è toccato ad un convoglio dei bersaglieri del primo reggimento, che scortava urne e materiale elettorale a finire sotto il fuoco, come racconta a Radio 24 il tenente Marco Carnevale. Ai Leoni, i fanti piumati partiti da base El Alamein, nel capoluogo di Farah, fischiavano i razzi controcarro Rpg sopra le teste lanciati dai talebani annidati in un villaggio ed in un boschetto. I nostri hanno risposto al fuoco in una battaglia che è durata un paio d’ore (audio originale). Sono intervenuti anche un caccia F 16 e gli elicotteri Mangusta, ma non è stato necessario bombardare. I soldati italiani sono illesi ed i mezzi non hanno subito danni significativi. “I nemici dell’Afghanistan vogliono intimidire la popolazione negandole il diritto al voto” denuncia il colonnello Gabriele Toscani De Col comandante della task force italiana a Farah. Più a nord, vicino ad Herat dove ha sede il comando del nostro contingente di 2700 uomini si è svolta nelle ultime ore un’altra operazione contro una cellula di insorti specializzata nella preparazione delle cosiddette Ied le trappole esplosive, che un mese fa hanno ucciso il parà Alessandro Di Lisio. La battaglia per il voto in Afghanistan è iniziata. Fausto Biloslavo da base avanzata Tobruk, provincia di Farah, Afghanistan occidentale Per Radio 24 il Sole 24 ore

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