
|
Esclusivo
27 ottobre 2021 - Prima - Afghanistan - Il Giornale |
|
| Minacciata dai talebani e dimenticata da Di Maio Zahra è sbarcata in Italia |
Fausto Biloslavo e Matteo Carnieletto Zhara Gol Popal l\\\'avevamo lasciata, in lacrime, a Kabul nella morsa del nuovo emirato talebano. Il «soldato Jane» dell\\\'Afghanistan, rappresentante di genere dell\\\'esercito a Herat, che da anni collaborava con le truppe italiane, era ricercata in tutto il Paese. Il simbolo delle donne che non si piegano ai talebani si nascondeva con marito, fratelli, pure loro militari, e due figli piccoli, Arsalan di 9 anni e la sorellina Aslehan nata a marzo. Velo giallo e mascherina per non farsi riconoscere, aveva lanciato un disperato appello all\\\'Italia: «Aiutatemi a fuggire in nome della nostra lunga collaborazione, altrimenti i talebani mi uccideranno». Zhara è atterrata lunedì con la famiglia all\\\'aeroporto di Malpensa per poi raggiungere Verona grazie a una gara di solidarietà che ha coinvolto giornalisti, politici, un\\\'associazione cristiana e l\\\'ambasciata italiana a Islamabad. Non il governo, che promette corridoi umanitari inesistenti continuando a lasciare indietro almeno 250 interpreti e collaboratori tagliati fuori dall\\\'evacuazione da Kabul. Persone di buona volontà si sono sostituite ai doveri di uno Stato degno di questo nome aiutando a salvare fino a oggi decine di afghani. E come ultima Zhara in una specie di piccola Schindler\\\'s list al crocevia dell\\\'Asia. Una storia che adesso possiamo raccontare con il soldato Jane salvo a Verona per l\\\'ospitalità dell\\\'amministrazione comunale. Il 31 agosto Zhara ci contatta la prima volta: «Ciao, sono la responsabile per la parità di genere di Herat, mio marito Sohrab è il capo ingegneri di camp Zafar (base dell\\\'esercito afghano, nda). Siamo fuggiti a Kabul. I talebani sono già andati a casa nostra e l\\\'hanno bruciata. Salvate la mia famiglia. Siamo in pericolo». Per farla arrivare in Pakistan, unica via di fuga, garantiamo noi con l\\\'ambasciata italiana a Islamabad che convince le autorità a farle passare la frontiera. «Siamo in Pakistan, ma ci sentiremo al sicuro solo in Italia» è il messaggio del 27 settembre. L\\\'ambasciata ci spiega che per ottenere un visto ha bisogno dell\\\'invito di una ong in Italia che si sobbarchi l\\\'accoglienza, nonostante il ministro Luigi Di Maio si vanti di illusori «corridoi umanitari». Grandi organizzazioni non governative, brave a parole, si defilano, ma la Fondazione L\\\'Ancora di Verona apre le braccia. «Fede e umanità. Abbiamo già accolto una famiglia siriana in fuga dalla guerra. Siamo felici di contribuire a salvare la vita di una donna afghana con marito e figli» spiega il fondatore, don Renzo Zocca, prete di strada che non si perde nei distinguo quando si tratta di vita o morte. L\\\'ultimo ostacolo è la quarantena obbligatoria. La Difesa si defila, ma l\\\'amministrazione di Verona risponde grazie a politici di buona volontà. Andrea Bacciga, presidente della ommissione Sicurezza si mobilita in poche ore per trovare un alloggio durante la quarantena. Assieme al deputato della Lega, Vito Comencini, va a prendere a Malpensa la famiglia Popal. «Siamo felici di aiutare chi scappa da una situazione di guerra sottolinea Bacciga - Erano nella lista nera dei talebani, ora sono in salvo a Verona». La famiglia afghana è stata accolta dal sindaco, Federico Sboarina: «Siamo tutti emozionati di far parte di una vicenda internazionale, che si conclude con un lieto fine. La città di Verona non può che essere orgogliosa di accogliere questa donna, che ha collaborato con il nostro Esercito mettendo in pericolo la sua vita». Zhara è commossa: «Vi ringrazio di cuore. Siamo felici. Eravamo in pericolo e ci avete salvato». |
| [continua] |
|
video
|
|
|
19 settembre 2009 | TG5 Speciale - Canale 5 | reportage
Morire per Kabul
Dopo l'attentato che è costato la vita a sei paracadutisti della Folgore ci si interroga sulla missione in Afghanistan. Se valeva la pena morire per Danzica lo stesso discorso va fatto per Kabul.
|
|
|
|
|
02 novembre 2012 | Tg5 | reportage
Messa in prima linea per l'ultimo caduto
Tiziano Chierotti ucciso in combattimento a Bakwa il 25 ottobre viene ricordato con una toccante cerimonia nella mensa da campo di base Lavaredo.
|
|
|
|
|
13 aprile 2010 | RaiNews24 | reportage
Rassegna stampa del mattino
Emergency in manette in Afghanistan
|
|
|
|
radio

|
12 novembre 2001 | Radio 24 Linea 24 | reportage |
Afghanistan
Il crollo dei talebani - La battaglia di Kabul
In prima linea in Afghanistan dopo l'11 settembre. I mujaheddin ad un passo di Kabul. Nell'Afghanistan occidentale cade Herat. Metà del paese è nelle mani dell'alleanza anti talaebana
|

|
14 novembre 2001 | Radio 24 | reportage |
Afghanistan
Kabul la prima giornata di libertà
Gioie e dolori delle prime 48 ore di libertà a Kabul raccontati sotto un cielo di stelle dalla terrazza dell'hotel Intercontinental.
|

|
04 gennaio 2012 | Radio24 | intervento |
Afghanistan
Parlano le armi sussurrano le diplomazie
|

|
13 agosto 2008 | Radio24 | reportage |
Afghanistan
Taccuino di guerra - L'imboscata dei marines
IAfghanistan,un'estate in trincea. In prima linea con i marines
|

|
06 luglio 2009 | Radio24 mattino | intervento |
Afghanistan
Marines all'attacco ed anche gli italiani all'offensiva
L'offensiva "colpo di spada" nella parte meridionale della provincia di Helmand lanciata da 4000 marines. Nel settore occidentale anche gli italiani all'attacco finiscono nel mirino dei talebani. in collegamento l'ex generale Mauro Del Vecchio, parlamentare del Parito Democratico.
|
|
|
|
|