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Reportage
07 novembre 2021 - Prima - Italia - Il Giornale
A Trieste assaltato il salotto buono : scontri dei No pass respinti dagli agenti
Trieste «La gente come noi non molla mai», il ritornello di battaglia dei No Pass, risuona a ridosso di piazza Unità d\\\'Italia vietata dal prefetto di Trieste e presidiata da una schiera di agenti e carabinieri in tenuta anti sommossa con alle spalle un camion idrante. L\\\'ennesimo corteo con 8mila, forse 10mila persone, è sfilato ieri nel capoluogo giuliano per protestare contro il lasciapassare verde. In gran parte pacifico, ma con poche mascherine e nessun distanziamento, nonostante l\\\'ordinanza del sindaco Roberto Dipiazza che imponeva pure gli steward per controllare il rispetto delle restrizioni. Gli organizzatori, che arruolano anche antagonisti di sinistra, avevano detto subito no ai controlli ancora prima di scendere in piazza. La manifestazione dura due ore e mezza. Poco prima di sciogliersi dal megafono del camper che guida il corteo viene annunciato che «non fermeremo nessuno se vuole dirigersi verso piazza Unità» blindata. È il via libera a diverse centinaia di irriducibili che vorrebbero «conquistare» il salotto buono del capoluogo giuliano. In prima linea molti giovani duri e puri vestiti di nero e mascherati, forse ultrà. Nelle seconde file qualcuno intona «pace e amore», ma viene velocemente zittito da chi è pronto a scontrarsi con la polizia. Appena arrivati i manifestanti tentano di passare le barriere, ma gli agenti tirano qualche manganellata arginando l\\\'assalto. La tensione si impenna scatenando gli insulti contro il premier Mario Draghi. E poi altri slogan di battaglia: «Piazza Unità libera» e «Uniti, insieme, vinceremo». Un esagitato con la barba grigia e la pettorina gialla, come quella dei portuali, che erano presenti in corteo, urla provocatoriamente ai poliziotti: «Caricate, caricate».
Piazza Unità è blindata sui lati delle rive da barriere di cemento e reti in stile zona rossa, che stonano con la grande nave bianca da crociera ormeggiata al molo. I passeggeri devono fare lo slalom con i bagagli fra gli sbarramenti. Un vigile urbano che blocca il traffico sbotta: «Ma siamo tutti impazziti? Sembra di essere in guerra». Alle 15 parte il corteo da piazza della Libertà, davanti alla stazione. Qualcuno porta la foto di Stefano Puzzer, il portuale leader della rivolta No Pass, che non è presente alla manifestazione, come un santino appeso al collo o maschera per il volto. Lo striscione in testa al corteo fa riferimento all\\\'apartheid. Nelson Mandela si rivolta nella tomba ma i No Pass sono convinti di «vivere una discriminazione e violazione della libertà». In piazza ci sono anche famiglie con i figli piccoli in passeggino, che non vogliono fare vaccinare i bambini. Nonostante le zone vietate e le ordinanze del sindaco in migliaia continuano a scendere in piazza e gli irriducibili si confrontano per ore con la polizia davanti a piazza Unità d\\\'Italia. Alla 20 uno schieramento di carabinieri arriva alle spalle dell\\\'ultima ridotta No Pass. Gli agenti anti sommossa avanzano e scoppiano tafferugli in mezzo alle sedie e tavolini dei bar. Un giornalista de il Piccolo prende una testata da un manifestante. Poi decine di mohicani si siedono a terra decisi a resistere, ma ormai sono pochi. La polizia li carica spazzando via il tentativo di «occupare» piazza Unità.
La maggioranza silenziosa che sta raggiungendo le 60mila adesioni alla petizione Sì Pass è esasperata dalle manifestazioni: «Sono una minoranza - spiega un firmatario - Dovrebbero proibire queste sceneggiate una volta per tutte».
[continua]

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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
Conosciamoci
Giornalismo di guerra e altro.

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31 ottobre 2021 | Quarta repubblica | reportage
No vax scontri al porto
I primi lacrimogeni rimbalzano sull'asfalto e arditi No Pass cercano di ributtarli verso il cordone dei carabinieri che sta avanzando per sgomberare il varco numero 4 del porto di Trieste. I manifestanti urlano di tutto «merde, vergogna» cercando pietre e bottiglie da lanciare contro le forze dell'ordine. Un attivista ingaggia lo scontro impossibile e viene travolto dalle manganellate. Una volta crollato a terra lo trascinano via oltre il loro cordone. Scene da battaglia urbana, il capoluogo giuliano non le vedeva da decenni. Portuali e No Pass presidiavano da venerdì l'ingresso più importante dello scalo per protestare contro l'introduzione obbligatoria del lasciapassare verde. In realtà i portuali, dopo varie spaccature, sono solo una trentina. Gli altri, che arriveranno fino a 1.500, sono antagonisti e anarchici, che vogliono la linea dura, molta gente venuta da fuori, più estremisti di destra. Alle 9 arrivano in massa le forze dell'ordine con camion-idranti e schiere di agenti in tenuta antisommossa. Una colonna blu che arriva da dentro il porto fino alla sbarra dell'ingresso. «Lo scalo è porto franco. Non potevano farlo. È una violazione del trattato pace (dello scorso secolo, nda)» tuona Stefano Puzzer detto Ciccio, il capopopolo dei portuali. Armati di pettorina gialla sono loro che si schierano in prima linea seduti a terra davanti ai cordoni di polizia. La resistenza è passiva e gli agenti usano gli idranti per cercare di far sloggiare la fila di portuali. Uno di loro viene preso in pieno da un getto d'acqua e cade a terra battendo la testa. Gli altri lo portano via a braccia. Un gruppo probabilmente buddista prega per evitare lo sgombero. Una signora si avvicina a mani giunte ai poliziotti implorando di retrocedere, ma altri sono più aggressivi e partono valanghe di insulti. Gli agenti avanzano al passo, metro dopo metro. I portuali fanno da cuscinetto per tentare di evitare incidenti più gravi convincendo la massa dei No Pass, che nulla hanno a che fare con lo scalo giuliano, di indietreggiare con calma. Una donna alza le mani cercando di fermare i poliziotti, altri fanno muro e la tensione sale alimentata dal getto degli idranti. «Guardateci siamo fascisti?» urla un militante ai poliziotti. Il nocciolo duro dell'estrema sinistra seguito da gran parte della piazza non vuole andarsene dal porto. Quando la trattativa con il capo della Digos fallisce la situazione degenera in scontro aperto. Diego, un cuoco No Pass, denuncia: «Hanno preso un mio amico, Vittorio, per i capelli, assestandogli una manganellata in faccia». Le forze dell'ordine sgomberano il valico, ma sul grande viale a ridosso scoppia la guerriglia. «Era gente pacifica che non ha alzato un dito - sbotta Puzzer - È un attacco squadrista». I più giovani sono scatenati e spostano i cassonetti dell'immondizia per bloccare la strada scatenando altre cariche degli agenti. Donne per nulla intimorite urlano «vergognatevi» ai carabinieri, che rimangono impassibili. In rete cominciano a venire pubblicati post terribili rivolti agli agenti: «Avete i giorni contati. Se sai dove vivono questi poliziotti vai a ucciderli».Non a caso interviene anche il presidente Sergio Mattarella: «Sorprende e addolora che proprio adesso, in cui vediamo una ripresa incoraggiante esplodano fenomeni di aggressiva contestazione». Uno dei portuali ammette: "Avevamo detto ai No Pass di indietreggiare quando le forze dell'ordine avanzavano ma non ci hanno ascoltati. Così la manifestazione pacifica è stata rovinata». Puzzer raduna le «truppe» e i rinforzi, 3mila persone, in piazza Unità d'Italia. E prende le distanze dagli oltranzisti: «Ci sono gruppi che non c'entrano con noi al porto che si stanno scontrando con le forze dell'ordine». Non è finita, oltre 100 irriducibili si scatenano nel quartiere di San Vito. E riescono a bloccare decine di camion diretti allo scalo con cassonetti dati alle fiamme in mezzo alla strada. Molti sono vestiti di nero con il volto coperto simili ai black bloc. La battaglia sul fronte del porto continua fino a sera.

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26 agosto 2023 | Tgcom24 | reportage
Emergenza migranti
Idee chiare sulla crisi dagli sbarchi alla rotta balcanica.

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radio

20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.

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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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