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07 dicembre 2021 - Il fatto - Italia - Il Giornale
Fedriga nel mirino dei No Vax I governatori sotto scorta
«M orte a Fedriga», con la stella a cinque punte, è la minacciosa scritta in vernice nera apparsa il 25 novembre su un muro di una casa dismessa ad Osoppo in provincia di Udine. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli-Venezia Giulia, è stato messo sotto scorta dalla scorsa settimana. Due agenti lo seguono ovunque. È solo l\'ultimo di una lunga lista di politici, ministri e le più alte istituzioni minacciati dagli oltranzisti no vax. Un paio di giorni fa, a Trieste, un\'altra scritta firmata con il simbolo degli anti vaccini bollava Fedriga, come «m... nazista». L\'escalation, soprattutto sui social, è cominciata agli inizi di novembre quando il presidente leghista ha duramente contestato le manifestazioni no pass. Non solo minacce generiche, ma pure riferimenti a «pallottole» destinate al governatore.
Il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ha subito per una dichiarazione mai pronunciata minacce altrettanto pesanti sulla chat Telegram, poi chiusa, «Basta dittatura». Utenti violenti annunciavano: «Se lo becco in strada lo sfiguro con l\'acido solforico», «uccidiamo questa m**** e impaliamola in mezzo alla piazza», «deve ringraziare che non siamo in guerra per davvero, altrimenti una scarica di proiettili non gliela toglieva nessuno».
La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, di Forza Italia, esprimendo solidarietà a Fedriga ha scritto su twitter: «So cosa significa, è da maggio che vivo in questa situazione. #novax! Basta: si intervenga duramente contro questi pazzi!».
Anche Antono Tajani coordinatore del partito ha subito minacce dagli estremisti no vax. «Vi vedo bene appesi a testa in giù in piazzale Loreto. Fascisti» è il primo auspicio. Il 23 novembre i riferimenti sono ancora più tosti: «@Antonio_Tajani giocate con il fuoco, non vi ricordate più le BR?».
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, è pure lui sotto scorta dopo le minacce via social e una scritta preoccupante apparsa il primo novembre. «Giovanni Toti morto» e come firma «P38», in ricordo degli anni di piombo.
A sinistra Vincenzo de Luca, presidente della Campania, si è beccato le minacce di morte dai no vax: «Ormai puzza di cadavere», «chi di napalm ferisce, di napalm perisce?», «... andate a bruciargli la casa», «vacciniamolo! un colpo per ogni marca». L\'aspetto più grave è che si fornivano anche indicazioni per una bomba fai da te al napalm. Pure il governatore di centrosinistra dell\'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, è stato minacciato sui social da un gruppo no vax, che incitava gli adepti «ad andarlo a prendere» pubblicando il suo numero di telefono.
Le più alte istituzioni sono nel mirino. Al presidente del Consiglio, Mario Draghi, è stata rafforzata la vigilanza sotto casa a Roma. Basta dittatura aveva dato appuntamento ai no vax duri e puri sotto l\'abitazione del premier: «Si stanno cagando addosso le m... criminali». A fine settembre perquisizioni e indagini avevano evidenziato che «i contenuti dei profili analizzati hanno in prevalenza carattere negazionista e no vax e prendono di mira anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella». Contro «Basta dittatura» sono scattati controlli e denunce in 16 città.
Fra i ministri Roberto Speranza, alla Sanità, è sotto scorta per le minacce no vax. Anche il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, è stato bersagliato dopo le parole spese per il piano vaccinale. «È necessario il piombo», «devi crepare», «ti vedremo presto anche a te con il cappio al collo» sono alcune delle frasi allarmanti seguite dall\'invito a compiere attentati contro i «luoghi di potere».

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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.

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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.

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16 marzo 2012 | Terra! | reportage
Feriti d'Italia
Fausto Biloslavo racconta le storie di alcuni soldati italiani feriti nel corso delle guerre in Afghanistan e Iraq. Realizzato per il programma "Terra" (Canale 5).

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti. “Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale. I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria. Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa. In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo. “In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani. Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
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L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.

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