image
Articolo
16 dicembre 2021 - Interni - Italia - Il Giornale
“Migranti una risorsa” Il premier difende Lamorgese
Il Consiglio europeo prenatalizio di oggi e domani rischia di emettere ancora una volta una fumata nera soprattutto sui migranti. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, però, non demorde sull\'emergenza e ieri in Parlamento ha elencato l\'impennata dei numeri: «Da luglio gli sbarchi mensili non sono mai scesi sotto la quota di 6.900 e hanno raggiunto un picco di oltre 10mila ad agosto. Al 14 dicembre, le persone sbarcate in Italia quest\'anno erano 63.062. Nel 2019 sono state 11.097, e nel 2020 sono state 32.919». In teoria dovrebbe suonare come un epitaffio per il ministro dell\'Interno, Luciana Lamorgese, che continua a rimanere al suo posto. A Bruxelles Draghi è intenzionato ad affrontare «con assoluta determinazione, anche a seguito del numero elevato di arrivi che ci sono stati in questi mesi», il tema delle migrazioni. Il presidente del Consiglio insisterà sulla ridistribuzione dei migranti, ma difficile che trovi ascolto. Davanti ai parlamentari ha ammesso che con l\'introduzione delle restrizioni pandemiche «le già sporadiche redistribuzioni tra Paesi europei dei migranti sbarcati in Italia si sono interrotte». La mozione della maggioranza impegna il governo a chiedere «una più efficace azione dell\'Ue per ottenere una maggiore collaborazione da parte dei paesi di origine e transito dei flussi» oltre a «migliorare i risultati dell\'azione dell\'Ue sui rimpatri».
Il nostro paese, soprattutto per l\'Afghanistan, vuole ribadire l\'importanza dei corridoi umanitari, «ma non è sufficiente che sia solo l\'Italia ad attuarli: serve un chiaro impegno europeo - spiega Draghi - Dobbiamo rafforzare i canali legali di migrazione, perché rappresentano una risorsa, non una minaccia per la nostra società». Il capo del governo ha pure discusso con il responsabile Iom delle migrazioni dell\'Onu, Antonio Vittorino, per «capire come si fanno a recuperare nella società e nel lavoro le decine di migliaia o anche centinaia di migliaia di migranti afgani che sono passati e fuggiti in Pakistan e in Iran». Draghi ha anche ribadito che «sul fronte della politica estera, ci aspettiamo che il Consiglio Europeo si esprima in modo inequivocabile contro la strumentalizzazione dei migranti da parte del regime bielorusso. L\'uso intenzionale dei migranti per scopi politici è inaccettabile».
Per il presidente del Consiglio bisogna «deideologizzare la questione migrazione», ma il vero problema è lo stallo europeo.
Non solo sull\'emergenza migranti. «Servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell\'unanimità, che troppo spesso rallenta l\'azione europea» ha dichiarato Draghi. Lo scoglio del voto all\'unanimità è quasi insormontabile e rende il processo decisionale lento, farraginoso e spesso inconcludente. Non a caso fonti di Bruxelles hanno fatto trapelare che è ancora troppo presto per portare al Consiglio europeo le proposte sulla riforma di Schengen avanzate dalla Commissione europea. Fratelli d\'Italia ha lanciato l\'allarme con una nota che punta il dito contro la presidente «von der Leyen che propone una riforma sotto dettatura di Emmanuel Macron, prossimo presidente di turno della Ue e in campagna elettorale per la sua conferma all\'Eliseo». Secondo Giorgia Meloni «la modifica prevede il ripristino dei controlli di frontiera per fermare i cosiddetti movimenti secondari di migranti illegali all\'interno della Ue e consente persino di escludere da Schengen quegli Stati che non trattengono i propri immigrati irregolari sul loro territorio». Un chiaro monito all\'Italia che si appella a Draghi per stoppare il pericoloso tentativo. L\'opposizione chiede la testa di Lamorgese: «Il premier Draghi faccia dimettere l\'incompetente ministro dell\'Interno». Anche la Lega è partita all\'attacco della titolare del Viminale ricordando che «nel 2021 con il ministro dell\'Interno di sinistra, Lamorgese, i morti in mare sono stati 2.460, più del doppio di quando a capo dello stesso ministero c\'era Matteo Salvini».
La responsabile del Viminale nel question time alla Camera si è limitata a rispondere a un\'interrogazione sull\'inchiesta della procura di Foggia sul caporalato. «È opportuno precisare che nei confronti del prefetto Di Bari (ex capo del dipartimento delle Libertà civili e dell\'Immigrazione, ndr) non è emerso alcun coinvolgimento, diretto o indiretto, nella vicenda giudiziaria» che vede indagati, tra gli altri, la moglie. «Né esiste alcun collegamento tra i fatti investigativi e la carica ricoperta dal prefetto - ha dichiarato Lamorgese - che pure ha immediatamente rassegnato le proprie dimissioni dando prova di quel senso di responsabilità che deve connotare i dirigenti pubblici di alto profilo».
[continua]

video
26 agosto 2023 | Tgcom24 | reportage
Emergenza migranti
Idee chiare sulla crisi dagli sbarchi alla rotta balcanica.

play
14 marzo 2015 | Tgr Friuli-Venezia Giulia | reportage
Buongiorno regione
THE WAR AS I SAW IT - L'evento organizzato dal Club Atlantico giovanile del Friuli-Venezia Giulia e da Sconfinare si svolgerà nell’arco dell’intera giornata del 10 marzo 2015 e si articolerà in due fasi distinte: MATTINA (3 ore circa) ore 9.30 Conferenza sul tema del giornalismo di guerra Il panel affronterà il tema del giornalismo di guerra, raccontato e analizzato da chi l’ha vissuto in prima persona. Per questo motivo sono stati invitati come relatori professionisti del settore con ampia esperienza in conflitti e situazioni di crisi, come Gianandrea Gaiani (Direttore responsabile di Analisi Difesa, collaboratore di diverse testate nazionali), Fausto Biloslavo (inviato per Il Giornale in numerosi conflitti, in particolare in Medio Oriente), Elisabetta Burba (firma di Panorama), Gabriella Simoni (inviata Mediaset in numerosi teatri di conflitto, specialmente in Medio Oriente), Giampaolo Cadalanu (giornalista affermato, si occupa di politica estera per La Repubblica). Le relazioni saranno moderate dal professor Georg Meyr, coordinatore del corso di laurea in Scienze Internazionali e Diplomatiche dell’Università di Trieste. POMERIGGIO (3 ore circa) ore 14.30 Due workshop sul tema del giornalismo di guerra: 1. “Il reporter sul campo vs l’analista da casa: strumenti utili e accorgimenti pratici” - G. Gaiani, G. Cadalanu, E. Burba, F. Biloslavo 2. “Il freelance, l'inviato e l'addetto stampa in aree di crisi: tre figure a confronto” G. Simoni, G. Cuscunà, cap. B. Liotti

play
05 ottobre 2010 | La vita in diretta - Raiuno | reportage
Islam, matrimoni forzati e padri assassini
Nosheen, la ragazza pachi­stana, in coma dopo le spranga­te del fratello, non voleva spo­sarsi con un cugino in Pakistan. Il matrimonio forzato era stato imposto dal padre, che ha ucci­so a colpi di mattone la madre della giovane di 20 anni schiera­ta a fianco della figlia. Se Noshe­e­n avesse chinato la testa il mari­to, scelto nella cerchia familia­re, avrebbe ottenuto il via libera per emigrare legalmente in Ita­lia. La piaga dei matrimoni com­binati nasconde anche questo. E altro: tranelli per rimandare nella patria d’origine le adole­scenti dove le nozze sono già pronte a loro insaputa; e il busi­ness della dote con spose che vengono quantificate in oro o migliaia di euro. Non capita solo nelle comuni­tà musulmane come quelle pa­chistana, marocchina o egizia­na, ma pure per gli indiani e i rom, che sono un mondo a par­te.

play
[altri video]
radio

24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.

play

06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

play

15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

play

03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


play

03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]