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Articolo
27 dicembre 2021 - Prima - Italia - Il Giornale |
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Il regalo peggiore è il silenzio Ue |
Sacrosanta la pietà per i migranti inghiottiti dal mare e comprensibile l\\\\\\\'appello del Papa (...) (...) all\\\\\\\'accoglienza sotto Natale, ma le ondate di arrivi sulle nostre coste dimostrano che la situazione è fuori controllo. La Calabria non può venire travolta nelle ultime 24 ore da 700 sbarchi provenienti dalla rotta del Mediterraneo orientale, con la novità che i carichi umani non partono solo dalla Turchia, ma pure dai nuovi hub in Cirenaica, Libia dell\\\\\\\'Est. Le Ong del mare non possono continuare a fare quello che vogliono portando in «dono» attorno a Natale 1.113 migranti illegali su quattro navi e cantando pure vittoria. I talebani dell\\\\\\\'accoglienza tedeschi di Sea Watch hanno annunciato orgogliosi che «non c\\\\\\\'è pausa invernale per la solidarietà». Forti dell\\\\\\\'assoluzione definitiva di Carola Rackete, la loro capitana trasformata in eroina per aver forzato l\\\\\\\'ingresso a Lampedusa, sono convinti che nessun ordine o decreto può fermarli dallo sbarcare tutti i migranti in Italia. Peccato che quest\\\\\\\'anno i primi tre per nazionalità, nella classifica degli arrivi, sono tunisini, egiziani e cittadini del Bangladesh, che non scappano da alcuna guerra e non avrebbero alcun diritto ad arrivare da noi. I numeri del 2021 devono far suonare un campanello d\\\\\\\'allarme, per ora smorzato dal governo se non per le proteste della Lega. Da gennaio sono entrati 64.632 migranti via mare e quasi 10mila dalla rotta balcanica. Poco meno del doppio rispetto allo scorso anno e cinque volte e mezzo in riferimento al 2019 calcolando solo gli sbarchi. E sarebbero stati 27mila in più se la Guardia costiera libica non li avesse intercettati e portati indietro. Inevitabile che con l\\\\\\\'impennata delle partenze, anche d\\\\\\\'inverno, aumentino i morti in mare a causa della criminale spregiudicatezza dei trafficanti. E della furbizia delle Ong, che piazzano le navi davanti alla Libia facendo da calamita. In tempi di quarta ondata, con record di contagi, affrontare da soli un\\\\\\\'immigrazione fuori controllo è ancora più insopportabile. Lo stesso capo dello Stato, Sergio Mattarella, solitamente felpato sul tema, ha puntato il dito contro l\\\\\\\'Europa matrigna auspicando che «governi il fenomeno migratorio, o ne saremo travolti». I partner Ue, grazie all\\\\\\\'emergenza pandemia, hanno di fatto sospeso la distribuzione di una fetta di chi sbarca in Italia. E preparano una riforma di Schengen che si prospetta come una fregatura. Il «regalo» Ue per il 2022 è rispedire tutti i migranti nei Paesi di primo ingresso, ovvero da noi. Fausto Biloslavo |
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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.
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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.
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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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24 maggio 2010 | Radio Padania Libera | intervento |
Italia
Proselitismo islamico dietro le sbarre
“Penso che sia giusto se alcuni musulmani combattono la guerra santa contro gli americani in paesi che non sono la loro terra”. Dopo un lungo girarci attorno Kamel Adid sorprende un po’ tutti, quando sputa il rospo. La domanda riguardava i mujaheddin, i musulmani pronti a morire per Allah, contro l’invasore infedele. Tre soldati della guerra santa, arrivati un paio di mesi fa da Guantanamo, sono rinchiusi poco più in là, nel reparto di massima sicurezza del carcere di Opera, alle porte di Milano.
Adid è un giovane marocchino di 31 anni con barbetta islamica d’ordinanza e tunica color noce. Nel carcere modello di Opera fa l’imam dei 44 musulmani detenuti, che frequentano una grande sala adibita a moschea. Un predicatore fai da te, che di solito parla un linguaggio moderato e ti guarda con occhioni apparentemente timidi.
Deve scontare ancora due mesi di pena per un reato legato alla droga e da pochi giorni è stato trasferito in un altro istituto. “Quelli che si fanno saltare in aria subiscono il lavaggio del cervello – si affretta a spiegare l’autonominato imam – Noi abbiamo riscoperto la fede in carcere. Pregare ci da conforto, ci aiuta ad avere speranza”.
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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