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28 dicembre 2021 - Prima - Europa - Il Giornale
L’Europa si muove (ma solamente a parole): 120 vertici in sei anni senza risolvere nulla
Centoventi sono stati i Consigli dei capi di stato e di governo o dei ministri Ue dal 2015 ad oggi per arginare le ondate migratorie. Obiettivi roboanti, come la «lotta contro i trafficanti», «riforma del regolamento di Dublino», «rafforzare la cooperazione con i paesi di origine e transito» si ripetono di anno in anno senza vedere la luce o con scarsi risultati.
La cronistoria dei lavori dei Consigli europei per affrontare la crisi continua dei migranti è un accumulo di carte e belle parole, ma pochi fatti. Oppure, dopo anni, la montagna partorisce il topolino, come la nuova agenzia «per migliorare l\\\'applicazione delle politiche di asilo nella Ue» del 9 dicembre. Sui temi cruciali il Consiglio ha ovviamente rinviato «tenendo conto del fatto che sono in corso discussioni su un nuovo patto in materia di migrazione e asilo».
Il 22 ottobre i leader europei sono più pugnaci e invitano la Commissione a «rendere operativi gli otto piani d\\\'azione per i paesi prioritari di origine e transito (dei migranti, ndr) e attuarli senza indugio». Richieste simili si ripetono da tempo. Il caso eclatante della Tunisia, dove da due anni non si riesce ancora a chiudere un accordo come con la Turchia, rasenta la beffa.
La diplomazia semantica di queste riunioni al vertice è talmente fine, quanto inutile nei risvolti concreti. Il punto 24 delle conclusioni recita così: «È opportuno proseguire gli sforzi volti a ridurre i movimenti secondari e garantire un giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà fra gli Stati membri». Il riferimento è ai migranti sbarcati da noi che proseguono verso altri stati europei e alla mancata distribuzione Ue di quelli arrivati sulle coste italiane. L\\\'inserimento della parola «solidarietà» è stata considerata un grande successo da Roma.
Il 17 dicembre 2020 il Consiglio sancisce che «la spesa nei settori della migrazione e della gestione delle frontiere ammonterà a 22,7 miliardi di euro nei prossimi sette anni». Cifre non indifferenti, che prevedono anche l\\\'arruolamento di diecimila guardie di frontiera europee, ma andando a rivedere i budget precedenti sembra che abbia funzionato, in parte, solo l\\\'accordo con la Turchia e il relativo tamponamento della rotta balcanica.
Dal 2015 la Ue si impegna sempre a battersi, almeno nelle conclusioni dei vertici, contro i trafficanti di esseri umani. Al massimo abbiamo messo in piedi missione navali come Sophia, che non sono mai riuscite a scardinare la rete dei mercanti di uomini. Al contrario la flotta europea ha portato in Italia 45mila migranti.
Nel 2018 il Consiglio europeo «ha chiesto nuove misure per ridurre la migrazione illegale e prevenire un ritorno ai flussi incontrollati del 2015». Il riferimento è soprattutto alla rotta balcanica, ma anche dal mare arrivavano punte di 180mila migranti all\\\'anno. Poi il calo, ma siamo tornati a risalire con numeri il doppio dello scorso anno e sei volte il 2019. Tre anni fa, per sgravare l\\\'Italia dal peso degli arrivi, era saltata fuori l\\\'idea di «piattaforme di sbarco regionali». Non si è mai capito se fossero galleggianti o in paesi extra Ue a pagamento, ma in ogni caso sono durate lo spazio di un Consiglio.
Fin dal 2017 i leader si erano impegnati «a proseguire le discussioni sulla riforma del sistema di Dublino () con l\\\'obiettivo di raggiungere un consenso nel primo semestre del 2018». Quattro anni dopo la Ue è ancora in travaglio.
Il 22 settembre 2015 il Consiglio approvava un meccanismo «di ricollocazione temporanea» dall\\\'Italia e dalla Grecia «di 120.000 persone in evidente bisogno di protezione internazionale». Di fatto non ha mai funzionato fino in fondo ed ora è stato congelato grazie ai due anni di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid.
Il 23 aprile, primo appuntamento della cronistoria sul sito dell\\\'Unione europea, fra gli obiettivi immediati e ineludibili del Consiglio europeo si legge quanto segue: «Lotta contro i trafficanti, prevenzione dei flussi migratori illegali, rafforzamento della solidarietà e della responsabilità interne». Un copia e incolla e andrà bene per la prossima riunione al vertice.
[continua]

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21 novembre 2015 | Tele 4 | reportage
Ring - Speciale terrorismo
Intervista a tutto campo sugli attacchi di Parigi ed il pericolo delle bandiere nere

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23 settembre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Europa
L'estrema destra in Europa avanza
Tutti euroscettici fanno leva sulle paure dell’immigrazione galoppante, delle minoranze scomode come i Rom e della moltiplicazione dei minareti. L’ingresso nel parlamento svedese dei “Democratici” di Jimmie Akesson, che a 31 anni viene bollato esageratamente come il nuovo Hitler, è solo l’ultimo dei successi della destra dura e pura nel vecchio continente. In realtà si tratta di movimenti con diversi gradi di estremismo e populismo, che stanno crescendo soprattuto nell’est Europa e nel freddo nord.

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05 ottobre 2010 | Radio 24 | intervento
Europa
Allarme terrorismo
Anche Italia e Spagna, oltre a Gran Bretagna, Francia e Germania, erano possibili obiettivi dell'attacco multiplo dei terroristi in Europa, sti­le Mumbai. Lo rivela al quotidiano in­glese Daily Telegraph una fonte dell' intelligence Usa. Il piano dei terrori­sti studiato nelle aree tribali pachista­ne, a ridosso del confine afghano, prevedeva attacchi nei centri della capitali europee o delle principali cit­tà. Commando suicidi, come a Mum­bai, avrebbero cominciato a sparare per strada, in mezzo ai passanti, o si sarebbero fatti saltare in aria per compiere un massacro. GIULIETTO CHIESA PENSA CHE SIA "DISTRAZIONE DI MASSA". UN GRANDE COMPLOTTO INVENTATO O POCO VIA, COME L'11 SETTEMBRE.

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