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04 agosto 2022 - Attualità - Afghanisatn - Il Giornale
Così evapora la leggenda dei “talebuoni” Torna l’Emirato
Ayman al Zawahiri, ospite da mesi a Kabul, dimostra che Al Qaida sta rimettendo in piedi un santuario in Afghanistan. La leggenda dei «talebuoni» evapora davanti all\'attacco mirato americano, che colpisce il vertice della «base» del terrore fondata da Osama bin Alden. E lascia intatta la struttura composta da cellule e veterani alleata all\'ala «giovane» dei talebani rappresentata dal ministro dell\'Interno Sirajuddin Haqqani.
L\'Afghanistan è di nuovo un covo del terrore integralista non solo per al Qaida, ma pure per l\'Isis Khorasan, la costola dello stato islamico nel paese al crocevia dell\'Asia. Ex talebani e combattenti stranieri che considerano il nuovo Emirato troppo «moderato» colpendolo con imboscate e attentati devastanti. Non solo: le bandiere nere afghane hanno cominciato da aprile a lanciare razzi nelle confinanti ex repubbliche sovietiche dell\'Uzbekistan e del Tajikistan. L\'obiettivo è mettere in difficoltà i talebani ed espandere la guerra santa oltre le frontiere, che non riconoscono, arruolando i gruppi jihadisti del circondario. Emomali Rahmon, presidente tajiko, ha lanciato l\'allarme: la disastrosa situazione in Afghanistan «potrebbe portare a cambiamenti geopolitici in tutto il continente eurasiatico». Una miscela esplosiva solo un anno dopo la Caporetto della Nato a Kabul. Al Qaida fin dal 2020 contava su 400-600 operativi in Afghanistan secondo le Nazioni Unite. Il nuovo Emirato ne avrà attirati di più e molti sono integrati nelle unità talebane. Si teme che con la copertura di Haqqani possano tornare a mettere in piedi campi di addestramento. E cercheranno di colpire gli americani per vendicare la morte del loro emiro.
La copertura al terrorismo, però, fa parte della spaccatura all\'interno della galassia talebana. Da una parte la vecchia guardia di mullah Yaqoob e mullah Baradar fedele al capo supremo, ma spirituale, Haibatullah Akhundzada, erede di mullah Omar, che hanno sottoscritto gli accordi di Doha con gli americani. Al primo punto c\'era la non ingerenza Usa a patto che l\'Afghanistan non ridiventi un santuario del terrore. Haqqani, che guida i «giovani» ha sempre criticato il patto di Doha e continua a proteggere i suoi alleati di Al Qaida. Nel vespaio afghano gioca un ruolo di rilievo il Pakistan. Haqqani tratta con l\'Isi, il potente servizio segreto militare, per regolarizzare i rapporti con Islamabad. Il tutto sotto il controllo del generale Qamar Javed Bajwa, comandante delle forze armate. Non è escluso, però, che nell\'operazione per far fuori il capo di al Qaida ci sia lo zampino pachistano con informazioni o l\'autorizzazione ad utilizzare lo spazio aereo per il drone che ha incenerito Al Zawahiri.
Il Pentagono, in marzo, aveva rivelato che Al Qaida ha «l\'intenzione, ma non la capacità di condurre operazioni all\'estero», ma potrebbe riorganizzarsi «nel giro di uno o due anni in assenza di interventi antiterrorismo». La vendetta per Al Zawahiri potrebbe essere solo questione di tempo.
FBil