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Commento
02 luglio 2023 - Prima - Italia - Il Giornale
Tela per un “eurocentrodestra” Intanto Salvini flirta con Le Pen
Dal day after del Consiglio europeo, Giorgia Meloni deve rimboccassi le maniche. L’ondata estiva dei migranti sarà difficile da tamponare, ma bisogna gettare le basi per trasformare le parole Ue sulla «dimensione esterna» della crisi in fatti concreti. La premier torna in campo mercoledì con la visita a Varsavia dopo il niet polacco al Patto sui migranti, soprattutto relativo ai ricollocamenti.
E lunedì a Roma, Matteo Salvini, leader della Lega, incontrerà Marine Le Pen del Rassemblement national. L’obiettivo è un’alleanza allargata di tutte le forze alternative alla sinistra in Europa. Una mossa che anticipa e forse ostacolerà il piano della presidente del Consiglio. Sui migranti Meloni ha ribadito che «con Polonia e Ungheria ho tentato una mediazione fino all’ultimo e continuiamo a lavorarci». La prossima tappa del “lavorio” è mercoledì a Varsavia, dove la premier giocherà un’altra partita importante e parallela. Nella capitale polacca si terrà un seminario dei Conservatori europei con all’ordine del giorno l’inedito asse con il Partito popolare (Ppe).
Giorgia sta tessendo da tempo questa tela che in prospettiva punta a dominare le elezioni europee del prossimo anno con l’obiettivo di scalzare i soliti e obbligati inciuci fra socialisti e popolari. Impresa non facile a cominciare dalla Polonia.
In autunno si voterà con il primo ministro, Mateusz Morawiecki, che fa parte dei Conservatori, insidiato da Donald Tusk, leader dell’opposizione ed ex presidente del Ppe. Il vento che soffia in Europa, dalla Grecia alla Spagna, può favorire il progetto, che porterebbe ad un super centrodestra capace di controllare il parlamento di Strasburgo. E di riflesso aiuterebbe a trovare accordi più incisivi e solidi sulla crisi migratoria. A questo punto bisognerà capire se il progetto Salvini-Le Pen sarà utile politicamente oppure alternativo e minoritario.
Il Patto varato in Lussemburgo, sempre valido nonostante l’opposizione polacca e ungherese, dovrà venire approvato dall’Europarlamento. Per i tempi biblici europei il voto arriverà nel 2024, ma in febbraio si terrà l’ultima seduta plenaria e basta un minimo ostacolo procedurale per mandare tutto all’aria.
Non è un caso che Meloni nel tessere la tela politica abbia rafforzato l’asse con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. E almeno sul tema migranti il rapporto si è dimostrato solido nel Consiglio europeo in Belgio anche con il presidente Charles Michel ed il padrone di casa, il premier olandese Mark Rutte.
Palazzo Chigi deve fare di tutto per accelerare l’accordo Ue con la Tunisia, che pur essendo uno dei principali paesi di partenza verso Lampedusa ha riportato indietro con la Guardia costiera 33mila migranti dall’inizio dell’anno. Il «parteneriato strategico» accettato da tutti i leader dei 27, se realizzato bene, farà da modello per aggredire la «dimensione esterna» del fenomeno migratorio coinvolgendo altre nazioni africane. Palazzo Chigi punterà anche su un altro aspetto che ci riguarda da vicino. Banca Intesa San Paolo conferma che il 70% delle imprese italiane sta pensando di accorciare le proprie catene produttive dalla Cina e guarda al Mediterraneo e all’Est Europa. Secondo uno studio della Cassa Depositi e Prestiti sul ruolo dell’Italia nell’era della deglobalizzazione il ritorno delle produzioni dovrebbe orientarsi anche verso la Tunisia con abbigliamento, calzature e automotive.
I tempi non saranno brevi e nel frattempo gli sbarchi aumentano: negli ultimi quattro giorni di giugno sono arrivati via mare 4170 migranti. Tragicomico che in questo contesto l’opposizione mediatica si concentri sul volo di Stato dal Consiglio europeo che ha portato Meloni ed il suo staff in Puglia. Non per una vacanza in masseria, ma per un sopralluogo in un resort di lusso, come ha spiegato Palazzo Chigi, che dovrebbe ospitare il prossimo G7.
[continua]

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16 febbraio 2007 | Otto e Mezzo | reportage
Foibe, conflitto sulla storia
Foibe, conflitto sulla storia

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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.

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07 aprile 2020 | Tg5 | reportage
Parla il sopravvissuto al virus
Fausto Biloslavo TRIESTE - Il sopravvissuto sta sbucciando un’arancia seduto sul letto di ospedale, come se non fosse rispuntato da poco dall’anticamera dell’inferno. Maglietta grigia, speranza dipinta negli occhi, Giovanni Ziliani è stato dimesso mercoledì, per tornare a casa. Quarantadue anni, atleta e istruttore di arti marziali ai bambini, il 10 marzo ha iniziato a stare male nella sua città, Cremona. Cinque giorni dopo è finito in terapia intensiva. Dalla Lombardia l’hanno trasferito a Trieste, dove un tubo in gola gli pompava aria nei polmoni devastati dall’infezione. Dopo 17 giorni di calvario è tornato a vivere, non più contagioso. Cosa ricorda di questa discesa all’inferno? “Non volevo dormire perchè avevo paura di smettere di respirare. Ricordo il tubo in gola, come dovevo convivere con il dolore, gli sforzi di vomito ogni volta che cercavo di deglutire. E gli occhi arrossati che bruciavano. Quando mi sono svegliato, ancora intubato, ero spaventato, disorientato. La sensazione è di impotenza sul proprio corpo. Ti rendi conto che dipendi da fili, tubi, macchine. E che la cosa più naturale del mondo, respirare, non lo è più”. Dove ha trovato la forza? “Mi sono aggrappato alla famiglia, ai valori veri. Al ricordo di mia moglie, in cinta da otto mesi e di nostra figlia di 7 anni. Ti aggrappi a quello che conta nella vita. E poi c’erano gli angeli in tuta bianca che mi hanno fatto rinascere”. Gli operatori sanitari dell’ospedale? “Sì, medici ed infermieri che ti aiutano e confortano in ogni modo. Volevo comunicare, ma non ci riuscivo perchè avevo un tubo in gola. Hanno provato a farmi scrivere, ma ero talmente debole che non ero in grado. Allora mi hanno portato un foglio plastificato con l’alfabeto e digitavo le lettere per comporre le parole”. Il momento che non dimenticherà mai? “Quando mi hanno estubato. E’ stata una festa. E quando ero in grado di parlare la prima cosa che hanno fatto è una chiamata in viva voce con mia moglie. Dopo tanti giorni fra la vita e la morte è stato un momento bellissimo”. Come ha recuperato le forze? “Sono stato svezzato come si fa con i vitellini. Dopo tanto tempo con il sondino per l’alimentazione mi hanno somministrato in bocca del tè caldo con una piccola siringa. Non ero solo un paziente che dovevano curare. Mi sono sentito accudito”. Come è stato infettato? “Abbiamo preso il virus da papà, che purtroppo non ce l’ha fatta. Mio fratello è intubato a Varese non ancora fuori pericolo”. E la sua famiglia? “Moglie e figlia di 7 anni per fortuna sono negative. La mia signora è in attesa di Gabriele che nascerà fra un mese. Ed io sono rinato a Trieste”. Ha pensato di non farcela? “Ero stanco di stare male con la febbre sempre a 39,6. Speravo di addormentarmi in terapia intensiva e di risvegliarmi guarito. Non è andata proprio in questo modo, ma è finita così: una vittoria per tutti”.

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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