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17 dicembre 2023 - Il Fatto - Italia - Il Giornale
Rama: “Voi, Paese fratello” E blinda il patto migranti
«Ho avuto la fortuna di incontrare Papa Francesco, che seconda me è il più grande leader, indiscutibile, della sinistra» e scoppia subito un fragoroso applauso perla frase a sorpresa di Edi Rama, primo ministro albanese. La platea di Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia nella capitale, con Giorgia Meloni in prima fila, si appassiona più volte per le parole del leader socialista. E applausi del genere li ottiene anche l'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, da sempre nel Pd, nel dibattito sull'immigrazione di ieri pomeriggio. Il mondo alla rovescia nella sala strapiena anche di giovani? No, Rama e Minniti dicono cose giuste e condivisibili, senza peli sulla lingua. Il premier albanese che parla bene in italiano di rosso ha solo la cravatta. Dopo la prima frase ad effetto su Papa Francesco mette le mani avanti dicendo che non vuole scatenare polemiche italiane e aggiunge «intendevo (leader) della sinistra europea e mondiale». E ottiene un'altra valanga di applausi. Sul palco lo incalzano il direttore della Stampa, Andrea Malaguti e Maurizio Belpietro che guida la Verità e Panorama.
«R diritto di essere europei per fortuna non lo decide Bruxelles, nta la geografia» risponde Rama sull'ancora mancato ingresso nella Ue. E si leva qualche sassolino dalla scarpa perla valanga di attacchi sull'accordo sui migranti con l'Italia. «La Francia non li vuole, l'Albania li accetta e sono gli albanesi il problema?» si chiede il premier del Paese delle aquile. Poi ribatte a chi si lamenta: «Fanno la morale e non hanno combinato niente, che dicano come fare meglio oppure stiano zitti».
Rama ribadisce che «è un accordo in buona fede, di solidarietà con un Paese che consideriamo fratello» fin dai tempi «dell'isolamento comunista». Sullo stop ordinato dalla Corte costituzionale albanese, che ha accolto il ricorso all'opposizione, Rama parla di «normalità» e «dimostrazione che in Albania non esiste la dittatura».
Il premier spiega che «marza è il limite di tempo» per la decisione della Corte, ama sono fiducioso che arriverà molto prima».
Per Rama è «pretenzioso» dire che l'accorda tra Italia e Albania sui migranti sia «tura soluzione», ma si tratta di «uno sforzo per trovare soluzioni dove è chiaro che la Ue non riesce a capirsi su come risolvere il problema». Rama osserva che «bisogna combattere insieme l'immigrazione illegale delle o ganizzazioniciiminaliefargestire dall'Europa, dai governi quella legale o lo faranno i trafficanti». Lo ribadisce nel pomeriggio dallo stesso palco il ministro all'rntemo, Matteo Piantedosi. Nonostante i numeri siano impietosi (153mi1a sbarchi) la notare, a ragione, che senza i tunisini, che hanno intercettato 64mila e l'appoggio alla Libia sarebbe ancora peggio. «Ci saremmo aspettati di più ma se ci fosse stato qualcun altro ne sarebbero arrivati il triplo» attacca il ministro riferendosi alla sinistra. Meloni, Rama e il primo ministro inglese, Rishi Sunak, si incontrano per un pranzo di lavoro a Palazzo Chigi per parlare di contrasto all'immigrazione illegale, lotta ai trafficanti e stabilità dei Balcani occidentalí. Il premier di Tirana ad Atreju ha rivelato che 'altre nazioni europee» chiedevano di ospitare i migranti «ma abbiamo detto di no perché sono paesi cugini e non fratelli come l'Italia». Sul palco ha pure ammesso che i socialisti europei gli hanno chiesto di non partecipare alla kermesse, ma Rama è convinto che bisogna parlare «con altre famiglie politiche». E rivolto a Meloni, «andata contro tutti i pronostici dell'apocalisse fascista», si complimenta perché «stai facendo qualcosa di molto importante passando da un sovranismo nazionale a un sovranismo europeo». A sorpresa conclude l'incontro con una frase tratta dal Signore degli anelli, che manda in brodo di giuggiole la platea: «Tutto quella che possiamo fare è decidere con il tempo che ci è stato concesso».
[continua]

video
16 marzo 2012 | Terra! | reportage
Feriti d'Italia
Fausto Biloslavo racconta le storie di alcuni soldati italiani feriti nel corso delle guerre in Afghanistan e Iraq. Realizzato per il programma "Terra" (Canale 5).

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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.

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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.

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radio

27 gennaio 2020 | Radio 1 Italia sotto inchiesta | intervento
Italia
Esercito e siti ebraici
Fausto Biloslavo I nostri soldati rispettano la giornata della Memoria dell’Olocausto non solo il 27 gennaio, ma tutto l’anno. L’esercito, con l’operazione Strade sicure, schiera 24 ore al giorno ben 700 uomini in difesa di 58 siti ebraici sul territorio nazionale. Tutti obiettivi sensibili per possibile attentati oppure oltraggi anti semiti. “Per ora non è mai accaduto nulla anche grazie alla presenza dei militari, che serve da deterrenza e non solo. Il senso di sicurezza ha evitato episodi di odio e minacce ripetute come in Francia, che rischiano di provocare un esodo della comunità ebraica” spiega una fonte militare de il Giornale. I soldati, che si sono fatti le ossa all’estero, sorvegliano, quasi sempre con presidi fissi, 32 sinagoghe o tempi ebraici, 9 scuole, 4 musei e altri 13 siti distribuiti in tutta Italia, ma soprattutto al nord e al centro. La città con il più alto numero di obiettivi sensibili, il 41%, è Milano. Non a caso il comandante del raggruppamento di Strade sicure, come in altre città, è ufficialmente invitato alle celebrazioni del 27 gennaio, giorno della Memoria. Lo scorso anno, in occasione dell’anniversario della nascita dello Stato di Israele, il rappresentante della comunità ebraica di Livorno, Vittorio Mosseri, ha consegnato una targa al comandante dei paracadustisti. “Alla brigata Folgore con stima e gratitudine per il servizio di sicurezza prestato nell’ambito dell’operazione Strade sicure contribuendo con attenzione e professionalità al sereno svolgimento delle attività della nostro comunità” il testo inciso sulla targa. In questi tempi di spauracchi anti semiti l’esercito difende i siti ebraici in Italia con un numero di uomini praticamente equivalente a quello dispiegato in Afghanistan nel fortino di Herat. Grazie ad un’esperienza acquisita all’estero nella protezione delle minoranze religiose, come l’antico monastero serbo ortodosso di Decani in Kosovo. “In ogni città dove è presente la comunità ebraica esiste un responsabile della sicurezza, un professionista che collabora con le forze dell’ordine ed i militari per coordinare al meglio la vigilanza” spiega la fonte del Giornale. Una specie di “assessore” alla sicurezza, che organizza anche il sistema di sorveglianza elettronica con telecamere e sistemi anti intrusione di avanguardia su ogni sito. Non solo: se in zona appare un simbolo o una scritta anti semita, soprattuto in arabo, viene subito segnalata, fotografata, analizzata e tradotta. “I livelli di allerta talvolta si innalzano in base alla situazione internazionale” osserva la fonte militare. L’ultimo allarme ha riguardato i venti di guerra fra Iran e Stati Uniti in seguito all’eliminazione del generale Qassem Soleimani. Roma è la seconda città per siti ebraici presidiati dai militari compresi asili, scuole e oratori. Le sinagoghe sono sorvegliate pure a Napoli, Verona, Trieste e quando necessario vengono disposte le barriere di cemento per evitare attacchi con mezzi minati o utilizzati come arieti. A Venezia i soldati garantiscono la sicurezza dello storico ghetto. A Livorno e in altre città sono controllati anche i cimiteri ebraici. Una residenza per anziani legata alla comunità è pure nella lista dei siti protetti a Milano. Ed i militari di Strade sicure nel capoluogo lombardo non perdono d’occhio il memoriale della Shoah, lo sterminio degli ebrei voluto da Hitler.

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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea. Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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20 giugno 2017 | WDR | intervento
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.

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