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Articolo
19 settembre 2024 - Prima - Libano - Il Giornale |
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In Libano altre esplosioni Il Mossad pronto da mesi |
il retroscena «Israele non ha bisogno di spie» sosteneva a febbraio in un video-discorso Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah. «I suoi dispositivi di sorveglianza sono nelle vostre tasche - metteva in guardia - Se state cercando l’agente israeliano, guardate il telefono che avete in mano e quello delle vostre mogli e dei figli». Per questo il partito armato filo iraniano aveva messo al bando i cellulari, controllati dall’intelligence israeliana, passando ai vecchi cerca persone considerati più sicuri, che ricevono solo messaggi scritti. Il Mossad è riuscito a manipolare la commessa di 5mila pezzi ordinati da Hezbollah in primavera, trasformandoli in mini bombe, che sono esplose martedì con un comando remoto. Solo che si trattava della prima ondata di attacco e ai funerali di ieri, per una dozzina di vittime, è partita la seconda. Questa volta a saltare in aria sono state le radio portatili utilizzate dai filo iraniani in caso di conflitto con Israele (14 morti e 450 feriti). Anche queste erano state comprate pochi mesi fa come i cerca persone. Il film di James Bond, diventato realtà, non si ferma e poche ore dopo hanno cominciato a esplodere i pannelli solari sui tetti delle case dei militanti di Hezbollah provocando incendi. «Tutto potrebbe basarsi sulle batterie, pure per i pannelli solari, che sono state cambiate nella catena delle forniture con l’aggiunta di esplosivo e di un innesco che può essere piccolo come una microsim. Al momento giusto viene lanciato il segnale di attivazione ed esplode tutto» spiega a Il Giornale un operatore italiano che lavora nel campo delle intercettazioni. «Israeliani, inglesi, americani hanno a disposizione queste microtecnologie - sottolinea - Però devono essere attivate, soprattutto per cerca persone e walkie talkie che viaggiano su onde radio, da antenne nel raggio di 5-10 chilometri collegate al comando a Tel Aviv oppure droni speciali che trasmettono il segnale di innesco». La strategia del caos che scatena il panico fra i militanti di Hezbollah, insicuri anche fra le mura domestiche o nei quartieri roccaforte a Beirut. «L’operazione deve andare avanti da tempo e sono riusciti a intercettare l’attrezzatura ben prima dell’arrivo in Libano» osserva la fonte. Oppure a produrla già pronta, come bombe a orologeria, facendole arrivare a Hezbollah attraverso una rete di intermediari. I cerca persone killer facevano parte di tre lotti della serie Apollo. Nel modello AR924 gli agenti del Mossad hanno nascosto circa 20 grammi di esplosivo probabilmente nella batteria o nelle vicinanze. Si tratterebbe di pentrite, uno dei componenti del micidiale Semtex. Le vittime hanno sentito solo un prolungato bip di messaggio in entrata e poi si è verificata l’esplosione. Il primo tassello dei Gold Apollo è una società di Taiwan. Il presidente, Hsu Ching-kuang, ha subito dichiarato di avere autorizzato da anni «l’utilizzazione del marchio per la vendita di questi prodotti in determinate regioni» a una società ungherese, che sarebbe responsabile «della produzione e progettazione» dei cerca persone. Si tratta della Bac Consulting Kft, con ufficio a Budapest, che però non possiede una fabbrica di produzione. La fondatrice, Cristiana Rosaria Bársony-Arcidiacono ha dichiarato alla Nbc americana che «non faccio i cerca persone, sono solo un’intermediaria. Penso che abbiate sbagliato». Quarantanove anni, nata a Catania, ha un profilo facebook fermo al marzo 2023 con una foto dell’Etna sullo sfondo. Diverse lauree e sostiene di avere lavorato come consulente esterna per la Commissione europea. Nella biografia Bársony-Arcidiacono si definisce esperta di «questioni climatiche, idriche e di conflitto». La società non sembra navigare in buone acque con un fatturato nel 2023 di 532mila euro e un capitale iniziale di poco più di 7mila. Probabilmente è un classico anello intermedio utilizzato dal Mossad, forse in maniera inconsapevole, come paravento per fare arrivare a Hezbollah i cerca persone killer. |
[continua] |
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radio
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05 settembre 2006 | Radio 24 | reportage |
Libano
Sbarco dei soldati italiani
Aggiornamenti da Tiro con Fausto Biloslavo che segue lo sbarco delle truppe italiane in Libano per garantire la tregua fra i miliziani sciiti di Hezbollah ed Israele. Ma anche i tragici ricordi delle disastrose missioni Onu precedenti nel paese dei cedri ed in Ruanda.
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