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Articolo
07 dicembre 2024 - Attualità - Siria - Il Giornale |
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La jihad verso Damasco Voci di una fuga di Assad |
«Vogliamo rovesciare il regime», annuncia Abu Mohammed al-Jawlani, enigmatico capo di Hayat Tahrir Al-Sham, i talebani siriani che stanno avanzando ad una velocità impensabile. E il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, padrino dell’operazione, conferma che l’obiettivo dei ribelli è «certamente Damasco». Secondo alcune fonti il presidente Bashar al-Assad avrebbe già lasciato il Paese, notizia questa non ancora confermata. Al-Jawlani in un’intervista alla Cnn ha dichiarato: «Lo scopo della rivoluzione rimane il rovesciamento di questo regime. È nostro diritto utilizzare tutti i mezzi disponibili per raggiungere questo obiettivo». Il capo, che nel 2016 aveva preso le distanza da Al Qaida, ipotizza una presa del potere che instauri un «consiglio scelto dal popolo». E aggiunge «i semi della sconfitta del regime sono sempre stati al suo interno... gli iraniani hanno tentato di rianimarlo, facendo guadagnare tempo, e in seguito anche i russi hanno cercato di sostenerlo. Ma la verità rimane che questo regime è morto». L’Iran continuerà a sostenere Damasco «qualsiasi cosa gli serva» ha annunciato il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi. Oggi a Doha si incontreranno siriani, russi e iraniani. Ieri le forze anti Assad sono arrivate ad un chilometro da Homs, dopo dieci giorni di offensiva che ha portati i ribelli a conquistare in maniera travolgente Aleppo, la Milano della Siria e Hama, terza città del paese. Più o meno la stessa distanza li separa dalla capitale, che potrebbe venire attaccata prima di Natale, se vanno avanti di questo passo. E forse anche da sud, dove sono stati segnalati gruppi di insorti nella zona di Daraa, che hanno preso il controllo di un posto di confine con la Giordania. Non è un caso che gli israeliani abbiano inviato rinforzi sulle alture del Golan, di fronte all’area di Daraa. La Russia ha invitato i suoi cittadini a lasciare il paese ammettendo la «situazione difficile». I ribelli avanzano sull’autostrada M 5 ad Est della base navale russa di Tartus e di quella aerea di Hmeimim, da dove decollano i caccia di Mosca che bombardano i ribelli senza riuscire a fermare l’avanzata. Ad Hama, 350mila abitanti, è stata abbattuta la statua di Hafez al-Assad, padre di Bashar oggi al potere, che aveva fatto bombardare la città in rivolta nel 1982 provocando 20mila morti. Le forze anti-Assad avrebbero preso il controllo di al-Dar Al-Kaberah, a un chilometro dall'accademia militare di Homs, la più grande della Siria. Non si capisce se i governativi si sono già ritirati o vogliono dar battaglia in città. Sicuramente migliaia di civili sono in fuga e si aggiungono ai 280mila sfollati provocati dall’avanzata. Nell’Est della Siria i governativi si sono ritirati e le posizioni, anche al confine con l’Iraq, sono state occupate dai curdi. «Abbiamo lanciato un appello ad Assad per parlare insieme del futuro, ma la risposta non è stata positiva- sostiene il neo sultano Erdogan - La marcia dell’opposizione prosegue: Idlib, Hama, Homs e certamente Damasco». |
[continua] |
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23 gennaio 2014 | Televisione Svizzera Italiana | reportage
I cristiani combattono
I cristiani in Siria vivono fra due fuochi e iniziano a difendersi, armi in pugno.
Queste sono le giovani reclute del Sutoro, una milizia cristiana nel nord del paese travolto dalla guerra civile. Le immagini sono state girate dagli stessi miliziani.
I cristiani siriaci combattono al fianco dei curdi contro gli estremisti islamici di Al Qaida.
Il nome Sutoro deriva da un’antica preghiera in aramaico, la lingua di Gesù Cristo.
Dall’Europa non partono per la Siria solo volontari della guerra santa islamica.
Ma pure giovani cristiani per proteggere le loro comunità minacciate di estinzione.
Come raccontano i rappresentanti della diaspora cristiana nel vecchio continente.
Da Locarno è partito per la Siria Johann Cosar, un ex sergente dell’esercito elvetico.
Ufficialmente per documentare le sofferenze dei cristiani, ma in realtà ha dato una mano ad addestrare la milizia del Sutoro.
Dei volontari cristiani in Siria, giunti dall'Europa, parla il rappresentante del Centro culturale mesopotamico di Locarno
Sait il padre di Johan Cosar, il giovane di Locarno partito per la Siria, è un cittadino svizzero ed esponente di spicco del Partito che ha fondato la milizia cristiana.
I servizi segreti di Damasco lo hanno arrestato lo scorso agosto.
La famiglia non parla con la stampa ma a Berna il Dipartimento federale degli Esteri è informato del caso.
Il governo siriano sostiene che Sait Cosar sia morto per infarto.
Duecentomila cristiani sono già fuggiti dalla guerra civile.
I loro rappresentanti, assieme ai curdi, avevano chiesto all’Onu di partecipare a Ginevra 2, senza ottenere risposta.
Nel futuro della Siria, per i cristiani, è in gioco la sopravvivenza.
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19 marzo 2019 | Rai 1 Storie italiane | reportage
Ricordo di Lorenzo volontario con i curdi ucciso dall'Isis
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12 settembre 2013 | Tg5 | reportage
Diario di guerra ia Damasco
Tadamon la prima linea a 500 metri dai vicoli dove i bambini giocano a pallone.
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02 luglio 2015 | Radio24 | intervento |
Siria
La famiglia jihadista
"Cosa gradita per i fedeli!!! Dio è grande! Due dei mujaheddin hanno assassinato i fumettisti, quelli che hanno offeso il Profeta dell'Islam, in Francia. Preghiamo Dio di salvarli”. E’ uno dei messaggi intercettati sulla strage di Charlie Hebdo scritto da Maria Giulia Sergio arruolata in Siria nel Califfato. Da ieri, la prima Lady Jihad italiana, è ricercata per il reato di associazione con finalità di terrorismo internazionale. La procura di Milano ha richiesto dieci mandati di cattura per sgominare una cellula “familiare” dello Stato islamico sotto indagine da ottobre, come ha scritto ieri il Giornale, quando Maria Giulia è arrivata in Siria. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli ha spiegato, che si tratta della “prima indagine sullo Stato Islamico in Italia, tra le prime in Europa”.
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02 dicembre 2015 | Radio uno Tra poco in edicola | intervento |
Siria
Tensione fra Turchia e Russia
In collegamento con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa. In studio conduce Stefano Mensurati.
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23 gennaio 2014 | Radio Città Futura | intervento |
Siria
La guerra continua
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