
|
Commento
30 maggio 2025 - Prima - Ong - Il Giornale |
|
La scappatoia? Il “salvataggio” Ue |
Dopo flop, super inchieste auto affondate e grazie ricevute da magistrati che parteggiano per le Ong del mare, a Ragusa sono stati rinviati a giudizio Casarini e soci. L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione illegale con l'aggravante del profitto. Il processo dovrebbe iniziare il 21 ottobre, ma la solita Corte di giustizia europea potrebbe salvare la «banda» umanitaria in zona Cesarini. Il bastone fra le ruote è l'estensione della «scriminante di solidarietà». Non si tratta di uno scioglilingua, ma di un'altra follia giudiziaria, che verrà decisa da una sentenza entro l'estate, ovviamente caldeggiata da una lunga lista di talebani dell'accoglienza. Se accolta non saranno più reato i casi di possibile favoreggiamento dell'ingresso di migranti nel territorio nazionale se avvengono durante un'attività di soccorso o presunta tale. Casarini e soci sostengono fin dall'inizio che avevano solo «salvato» i migranti trasportandoli da una petroliera della Maersk, al largo di Malta, in Italia. Alla fine, però, hanno incassato 125mila euro dalla società armatrice danese, che secondo l'accusa è il profitto dell'immigrazione illegale; semplice donazione da Fatebenefratelli per la difesa. In attesa della «scriminante di solidarietà», Luca Casarini suona la carica come ai tempi della sua prima vita da No global, disobbediente, estremista di sinistra con quattro anni di condanne sulle spalle per blocchi, proteste e manifestazioni non proprio pacifiche. Indimenticabile al G8 di Genova quando dichiarò «guerra» ai potenti del mondo. Allora, come oggi, dichiarava che avrebbe rifatto tutto e ribaltava sempre la frittata sullo Stato, i governi, le forze dell'ordine. Alla notizia del rinvio a giudizio ha reagito alla stessa maniera: «Non ci spaventano. E non ci fermiamo. Questo diventerà un processo all'omissione di soccorso. Ministri e autorità dovranno spiegare perché 27 persone sono state lasciate per 38 giorni in mezzo al mare». A parte che dovrebbe chiamare alla sbarra i governanti di Malta di allora più che quelli italiani, la tattica è sempre la stessa di ribaltamento delle parti e della realtà. Il dogma dei talebani dell'accoglienza è che in nome di un superiore diritto umanitario, spesso
campato solo nella loro testa, vale l'impunità e diventa doveroso fregarsene di qualsiasi regola o norma. Da qualche anno, però, l'ex No global sarebbe stato illuminato sulla via di San Pietro. Papa Francesco aveva adottato, come pecorelle smarrite, Casarini e soci. E poco importava se la loro nave, Mare Jonio, non era adatta ai soccorsi in mare e per questo veniva fermata per mesi dalla Guardia costiera. Adesso c'è un Leone in Vaticano, che forse farà più attenzione con certe pecorelle. E nel caso il processo sui 125mila euro per portare i migranti in Italia, andasse avanti, vedremo se Casarini e soci sono tutti angioletti. |
[continua] |
|
|
|
|