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05 novembre 2025 - Esteri - Venezuela - Panorama |
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| Defenestrare Maduro |
Una valanga di fuoco, dalle tre navi lanciamissili inviate nell’area a cominciare dalla Uss Gravely attraccata a Port Spain di Trinidad e Tobago, isolotti a dieci chilometri dal Venezuela. I droni MQ-9 Reaper di ricognizione ed attacco che decollano da Porto Rico, dove l’aeroporto Rafael Hernández ad Aguadilla è l’hub delle operazioni aeree con tanto di bunker costruito per i missili dei velivoli senza pilota. I sottomarini annidati nel Mar dei Caraibi che lanciano i missili Cruise sui centri di comando e controllo delle scassate forze armate venezuelane. La squadriglia di 10 caccia bombardieri invisibili, F 35B, dislocata a Porto Rico, decollano per compiere attacchi aerei in profondità senza farsi individuare dai radar. Questi sono i piani d’attacco per abbattere il presidente venezuelano, Nicolas Maduro accusato di tirare le fila dei narcos che invadono di droga gli Stati Uniti. Per questo il presidente americano, Donald Trump, ha schierato una possente forza militare nel Mar dei Caraibi. E se non bastasse, dopo la prima ondata che azzera le difese aeree e sulle spiagge, sbarcheranno i 6500 marines a bordo delle tre navi di assalto anfibio del gruppo Iwo Jima. Altri 3500 militari americani sono di supporto, compresa una squadra di elite per Operazioni speciali che con elicotteri silenziati o lanci da alta quota arrivano ovunque anche al palazzo presidenziale di Maduro. I bombardieri supersonici B-1 Lancer decollati dalla base di Dyess in Texas hanno già sorvolato le coste del Venezuela. E la portaerei Gerald R. Ford, la più grande della flotta americana, in arrivo dal Mediterraneo, rende lo schieramento navale senza precedenti dai tempi della crisi di missili a Cuba nel 1962. “Un serio attacco americano farebbe cadere il regime venezuelano come un castello di carte”. Non ha dubbi la fonte di Panorama nel paese dell’America Latina, un italiano che parla in cambio dell’anonimato. “Bisogna stare attenti perchè gli informatori sono ovunque - aggiunge - Basta una frase sbagliata per finire in galera. L’80% della gente ha votato contro Maduro alle ultime elezioni, compresi i militari. Soprattutto la classe media non vede l’ora di farla finita con il regime”. Le prime scaramucce sono iniziate in settembre quando la Casa Bianca ha dato il via a raid mirati per affondare i barchini veloci che trasportano la cocaina da Venezuela e Colombia verso gli Usa. In due mesi sono stati lanciati 14 attacchi, che hanno affondato altrettanti barchini uccidendo 47 presunti trafficanti. Trump ha autorizzato la Cia a compiere operazioni segrete in Venezuela e dato il via libera alle incursioni a terra sulle rotte della cocaina dalla Colombia, sugli impianti di raffinazione o sulle piccole piste isolate da dove decollano gli aeroplani della droga. La Casa Bianca ha messo sulla lista nera i cartelli della droga e bande venezuelane come il Cartel de los Soles e Tren de Aragua come i gruppi jihadisti. “Il nostro messaggio a queste organizzazioni terroristiche - ha dichiarato il segretario alla Difesa, Pete Hegseth - è che verranno trattate come Al Qaida. Li scoveremo, scopriremo le loro reti, li daremo la caccia e li uccideremo”. I primi attacchi mirati sono avvenuti in acque internazionali dal 2 settembre, il sesto raid ha affondato un semi sommergibile e il 17 ottobre sarebbero finiti nel mirino tre scafisti dell’Esercito di liberazione nazionale, un gruppo armato marxista attivo in Colombia. Davanti alla base navale di Guayaquil, in Ecuador, campeggia un sommergibile sequestrato di 15 metri, che aveva un equipaggio di quattro persone. Il costo per vararlo di 1 milione di dollari sarebbe stato ampiamente ripagato dal carico di droga, che valeva 25 milioni sul mercato Usa. L’ “armada” dei Caraibi potrebbe anche convincere Maduro a mollare il potere volando in Qatar, dove ha il suo tesoretto per una pensione dorata. “La vice, Delcy Rodríguez, è meno aggressiva e suo fratello ricopre la carica di presidente dell’ Assemblea nazionale (il Parlamento nda) - spiega la fonte dal Venezuela - Potrebbero essere un’alternativa al posto dell’opposizione, che vuole spazzare via tutto. Ci sarebbero già abboccamenti con gli americani”. Per ora la vicepresidente ha denunciato, a fine ottobre, un complotto della Cia e la cattura, mentre si stava infiltrando da Trinidad e Tobago, “di un gruppo mercenario che agiva con le informazioni dell’intelligence degli Stati Uniti per organizzare un attacco sotto falsa bandiera volto a provocare un confronto militare totale con il nostro paese”. Il segretario di Stato, Marco Rubio, figlio di esuli cubani ed il direttore della Cia, John Ratcliffe sono le punte di lancia di Trump per spodestare Maduro. La Casa Bianca ha raddoppiato la taglia sulla testa del presidente venezuelano a 50 milioni di dollari con l’accusa di esportare droga negli Usa. Rubio ha bollato Maduro come “un ricercato della giustizia americana” e capo di “un’organizzazione terroristica e criminale che ha preso il controllo di un paese”. Oltre alla droga viene imputata al regime la fuga di otto milioni di profughi dal 2015, il 15% entrato negli Stati Uniti. Maduro ha lanciato a metà ottobre la mobilitazione di 4,5 milioni di miliziani, che si ispirano al patriota venezuelano Simon Bolivar, la base del suo regime. “Carne da cannone - spiega la fonte italiana nel paese - Nelle grandi città si attende il cambio di regime, ma c’è una sacca di lealisti che non ha nulla da perdere”. Per Maduro il presidente Trump “è completamente impazzito, pensa di fare lo sceriffo del mondo e di intervenire dove vuole. Ma si sbaglia di grosso. Nessuno ci fa paura, nemmeno l’Impero con i suoi artigli”. La grande esercitazione con i marines a Trinidad e Tobago di fine ottobre sono state bollate come “provocazione ostile e minaccia per la pace nei Caraibi”. Trump vuole mettere le mani sul petrolio del Venezuela, ma il paese gode dell’appoggio di russi, cinesi e iraniani. Oltre ai consiglieri cubani annidati nei servizi segreti, che garantiscono la sicurezza del presidente. “I cinesi stanno mandando armi, ma i russi hanno già evacuato il personale non indispensabile. I cubani sono i giannizzeri del regime” osserva la fonte di Panorama. Il 27 ottobre il presidente russo Vladimir Putin ha promulgato la legge di ratifica del trattato di partnership e cooperazione con il Venezuela, che però non prevede assistenza militare in caso di aggressione come con la Corea del Nord. Maduro ha scritto una lunga lettera a Trump dichiarandosi non coinvolto nel traffico di droga e gli “amici”, anche in Italia, si mobilitano in difesa del leader sotto tiro. I grillini, storici sostenitori, tengono un profilo a basso a differenza del Comite Internacional de America Latina y Caribe e grupo 26 de Julio con base a Milano connesso alla Rete dei comunisti, che cavalca la protesta pro Pal. Il leader della Rete è il docente di economia della Sapienza, Luciano Vasapollo immortalato con Maduro, durante una visita in Venezuela, definito “una speranza, non una minaccia”. Contro gli attacchi Usa si mobilitano anche Cambiare rotta e Osa, organizzazioni studentesche di estrema sinistra, che lo scorso anno hanno partecipato a Caracas al “Congresso mondiale contro il fascismo ed il neo fascismo”. L’opposizione ha un piano segreto “per i primi 100 giorni” del dopo Maduro. “Dopo 26 anni di oscurità, la libertà del mio Venezuela è vicina” ha annunciato Il Nobel per la pace Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana, che vive in semi clandestinità nel suo paese. L’ennesima mazzata per il regime. La “dama de hierro” (di ferro) ha ringraziato Trump per stringere il cerchio attorno a Maduro. Dalla Spagna, dove vive in esilio, Edmundo Gonzalez si sta preparando a rientrare in patria. Dal 2024 sostiene di avere vinto le elezioni presidenziali, che hanno riconfermato Maduro grazie a brogli denunciati dagli osservatori internazionali. Nel mirino di Trump c’è anche il il capo di Stato della Colombia, Gustavo Petro, sanzionato con tutta la famiglia e il ministro dell’Interno Armando Alberto Benedetti con l’accusa di avere “lasciato crescere i cartelli della droga”. L’italiano che ha accettato di parlare con Panorama racconta di avere visto “qualche barchino veloce iraniano armato di razzi. E le forze armate venezuelane piazzare batterie anti aeree sulle spiagge”. I primi obiettivi per droni e missili a stelle e strisce della guerra nei Caraibi. |
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07 gennaio 2013 | Mattino5 | reportage
Il mistero della scomparsa di Missoni
L’aereo con Missoni, la moglie ed i suoi amici che si infila in una cumulo di nuvole e non ne esce più. La strana compagnia con solo due velivoli uguali, che ha ottenuto le licenze in novembre e prima volava a Los Roques “grazie alla compiacenza di funzionari locali e agenzie di viaggio”.
Questi e altri sono i tasselli del puzzle della scomparsa del Britten Norman BN-2a Islander con i quattro italiani a bordo e due piloti. Un buon aereo, bimotore, che “vola sempre” dicono gli esperti, se la manutenzione è perfetta.
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