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Articolo
08 agosto 2017 - Il Fatto - Italia - Il Giornale |
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Un patto sulle armi può disarmare lo scontro |
I poliziotti italiani salirebbero a bordo delle navi delle Ong consegnando le armi al capitano per salvaguardare la neutralità delle organizzazioni umanitarie. Un compromesso che potrebbe sbloccare, almeno in parte, il braccio di ferro con il Viminale. Non tutte le Ong sono estremiste come diverse tedesche che operano nel Mediterraneo o arroganti sullo stile di Medici senza frontiere. Un folto gruppo di Organizzazioni umanitarie non governative italiane, che vanno da Intersos a Cesvi, hanno messo nero su bianco un testo con spunti, in alcuni casi dettati dal buon senso, per trovare un compromesso con il ministero dell\'Interno sul salvataggio dei migranti. In realtà siamo ancora lontani da un accordo, ma è un primo, piccolo, passo. Link 2007, che raggruppa 13 Ong italiane, Concord Italia e l\'associazione Aoi, di cui fanno parte anche organizzazioni di sinistra e «talebane» hanno stilato quattro paginette, per spiegare le loro ragioni. Su uno dei punti più dibattuti «la presenza a bordo di funzionari armati» si ribadisce che il no «è un segno dell\'imparzialità, della neutralità ed anche una garanzia di sicurezza per il personale». La solita musica, ma subito dopo si spiega che «non si tratta di non accettare ufficiali giudiziari e di polizia a bordo, ma semplicemente della richiesta di consegnare le armi al capitano al momento dell\'imbarco sulla nave (sede dell\'Ong, in questo caso), per poi riprenderle all\'uscita, come avviene nelle sedi di molte Organizzazioni umanitarie, perfino per i contingenti militari in Afghanistan e Iraq». Un compromesso tirato un po\' per i capelli, ma che potrebbe funzionare. I poliziotti italiani salgono a bordo delle navi che recuperano i migranti e consegnano le armi in dotazione al capitano, autorità assoluta su ogni imbarcazione e spesso non adepto della Ong, che le restituisce quando scendono. Un compromesso forse accettabile a patto che il capitano riconsegni le armi in caso di necessità, come un attacco dei trafficanti e che gli agenti possano svolgere le indagini sui moderni schiavisti che sfruttano la tratta di essere umani. Sulla «proibizione del trasbordo (dei migranti) da una nave più piccola ad un\'altra più grande e attrezzata per il soccorso e le cure mediche» siamo ancora al muro contro muro. Per fortuna le Ong meno arroganti chiudono il documento con il titolo: «Nessuna chiusura. Le porte rimangono aperte». E spiegano, giustamente, che «le divisioni nel mondo Ong e tra Ong e istituzioni, in un momento difficile come questo, non aiutano nessuno, specie di fronte a questioni che toccano la vita e la morte delle persone». |
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23 aprile 2012 | Premio Lago | reportage
Il premio Giorgio Lago: Arte, impresa, giornalismo, volontariato del Nord Est
Motivazione della Giuria: Giornalista di razza. Sempre sulla notizia, esposto in prima persona nei vari teatri di guerra del mondo. Penna sottile, attenta, con un grande amore per la verità raccontata a narrare le diverse vicende dell’uomo.
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10 giugno 2008 | Emittente privata TCA | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /2
Negli anni 80 lo portava in giro per Milano sulla sua 500, scrive Panorama. Adesso, da ministro della Difesa, Ignazio La Russa ha voluto visitare a Bolzano la mostra fotografica Gli occhi della guerra, dedicata alla sua memoria. Almerigo Grilz, triestino, ex dirigente missino, fu il primo giornalista italiano ucciso dopo la Seconda guerra mondiale, mentre filmava uno scontro fra ribelli e governativi in Mozambico nell’87. La mostra, organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti, espone anche i reportage di altri due giornalisti triestini: Gian Micalessin e Fausto Biloslavo.
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29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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