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02 marzo 2018 - Il Fatto - Italia - Il Giornale
Contestano a Giorgia il selfie con Orba ma Mattarella ha ricevuto il feroce Erdogan
Fausto Biloslavo
Giorgia Meloni viene crocefissa sui social e dalla sinistra politicamente corretta per un selfie con Viktor Orban, primo ministro ungherese, bollato come l\\\'uomo nero dell\\\'Est Europa. Da che pulpito la predica: lo stesso Matteo Renzi, leader del Pd, accoglieva il pericoloso Orban con strette di mano e ampi sorrisi a Milano quando era presidente del Consiglio. Per non parlare del fatto che il politico ungherese non fa parte dell\\\'internazionale nera, che sogna il quarto Reich, ma del Ppe, il Partito popolare europeo con Silvio Berlusconi e Angela Merkel.
Giusto per rinfrescare la memoria agli esponenti del Pd che urlano al «lupo» per la visita e la foto ricordo vadano a vedersi uno scatto del 2014 con il neo presidente del Consiglio Renzi, che ultra sorridente accoglie proprio Orban a Milano per il conclave Asia-Europa. Anche l\\\'attuale premier Paolo Gentiloni è stato immortalato con Orban, ma ben più imbarazzanti dovrebbero essere le foto con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan di recente in visita in Italia. Stesso copione al Quirinale con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Non solo il «sultano» invade e massacra i curdi in Siria, ma appena stretta la mano ai leader italiani ha bloccato una nave dell\\\'Eni con la sua flotta militare perché gli dava fastidio che trivellasse al largo di Cipro. Solo i poveri curdi hanno protestato in piazza a Roma contro la visita di Erdogan e nessuno si è strappato le vesti per le foto di rito al Vaticano, Palazzo Chigi e al Quirinale.
Ancora più imbarazzante lo scatto in gennaio di Mogherini, stellina del centrosinistra a Bruxelles, con Raul Castro, che fino a prova contraria non è un esempio di democrazia. Nella fotografia si vede che l\\\'Alto rappresentate della politica estera europea è molto compiaciuta della calorosa stretta di mano con alle spalle le bandiere cubana ed europea. Anche in questo caso solo gli esuli anti comunisti protestano per le aperture di Bruxelles all\\\'isola ribelle.
La stessa Mogherini è ritratta sorridente in una foto di gruppo del 14 dicembre scorso ad un summit a Bruxelles al fianco del premier spagnolo Mariano Rajoy e subito dopo c\\\'è l\\\'uomo nero, il premier Orban. La palma dell\\\'assurdità, rispetto alla levata di scudi per il selfie di Meloni e Orban, spetta al ministro degli Esteri Angelino Alfano. La Farnesina ha postato il 19 gennaio su You Tube un breve, ma intenso video. Alfano accoglie a Roma con grandi salamelecchi il ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl. Una donna ufficialmente «indipendente» nel governo austriaco, ma in realtà fortemente voluta dal partito della Libertà (Fpo) di Heinz-Christian Strache. Il vice cancelliere e numero uno fra gli «uomini neri» in Europa, secondo i radical chic, ben peggio di Orban. Kneissl non ha mai avuto peli sulla lingua nel criticare il buonismo pro migranti di Papa Francesco, «il cinico ed arrogante», Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea e la cancelliera Angela Merkel, come il premier ungherese. Alfano fa sorridere nel video quando sorvola sulle questioni di sicurezza ed immigrazione in discussione con la dura e pura austriaca. Gli stessi temi condivisi da Meloni e Orban, che sono serviti alla sinistra ed ai social per mettere in croce la leader di Fratelli d\\\'Italia colpevole di selfie con l\\\'«uomo nero».
[continua]

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05 aprile 2020 | Tg5 | reportage
Virus, il fronte che resiste in Friuli-Venezia Giulia
Fausto Biloslavo TRIESTE - “Anche noi abbiamo paura. E’ un momento difficile per tutti, ma dobbiamo fare il nostro dovere con la maggiore dedizione possibile” spiega Demis Pizzolitto, veterano delle ambulanze del 118 nel capoluogo giuliano lanciate nella “guerra” contro il virus maledetto. La battaglia quotidiana inizia con la vestizione: tuta bianca, doppi guanti, visiera e mascherina per difendersi dal contagio. Il veterano è in coppia con Fabio Tripodi, una “recluta” arrivata da poco, ma subito spedita al fronte. Le due tute bianche si lanciano nella mischia armati di barella per i pazienti Covid. “Mi è rimasta impressa una signora anziana, positiva al virus, che abbiamo trasportato di notte - racconta l’infermiere Pizzolitto - In ambulanza mi ha raccontato del marito invalido rimasto a casa. E soffriva all’idea di averlo lasciato solo con la paura che nessuno si sarebbe occupato di lui”. Bardati come due marziani spariscono nell’ospedale Maggiore di Trieste, dove sono ricoverati un centinaio di positivi, per trasferire un infetto che ha bisogno di maggiori cure. Quando tornano caricano dietro la barella e si chiudono dentro l’ambulanza con il paziente semi incosciente. Si vede solo il volto scavato che spunta dalle lenzuola bianche. Poi via a sirene spiegate verso l’ospedale di Cattinara, dove la terapia intensiva è l’ultima trincea per fermare il virus. Il Friuli-Venezia Giulia è il fronte del Nord Est che resiste al virus grazie a restrizioni draconiane, anche se negli ultimi giorni la gente comincia ad uscire troppo di casa. Un decimo della popolazione rispetto alla Lombardia ha aiutato a evitare l’inferno di Bergamo e Brescia. Il 4 aprile i contagiati erano 1986, i decessi 145, le guarigioni 220 e 1103 persone si trovano in isolamento a casa. Anche in Friuli-Venezia Giulia, come in gran parte d’Italia, le protezioni individuali per chi combatte il virus non bastano mai. “Siamo messi molto male. Le stiamo centellinando. Più che con le mascherine abbiamo avuto grandi difficoltà con visiere, occhiali e tute” ammette Antonio Poggiana, direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia. Negli ultimi giorni sono arrivate nuove forniture, ma l’emergenza riguarda anche le residenze per anziani, flagellate dal virus. “Sono “bombe” virali innescate - spiega Alberto Peratoner responsabile del 118 - Muoiono molti più anziani di quelli certificati, anche 4-5 al giorno, ma non vengono fatti i tamponi”. Nell’ospedale di Cattinara “la terapia intensiva è la prima linea di risposta contro il virus, il nemico invisibile che stiamo combattendo ogni giorno” spiega Umberto Lucangelo, direttore del dipartimento di emergenza. Borse sotto gli occhi vive in ospedale e da separato in casa con la moglie per evitare qualsiasi rischio. Nella trincea sanitaria l’emergenza si tocca con mano. Barbara si prepara con la tuta anti contagio che la copre dalla testa ai piedi. Un’altra infermiera chiude tutti i possibili spiragli delle cerniere con larghe strisce di cerotto, come nei film. Simile ad un “palombaro” le scrivono sulla schiena il nome e l’orario di ingresso con un pennarello nero. Poi Barbara procede in un’anticamera con una porta a vetri. E quando è completamente isolata allarga le braccia e si apre l’ingresso del campo di battaglia. Ventuno pazienti intubati lottano contro la morte grazie agli angeli in tuta bianca che non li mollano un secondo, giorno e notte. L’anziano con la chioma argento sembra solo addormentato se non fosse per l’infinità di cannule infilate nel corpo, sensori e macchinari che pulsano attorno. Una signora è coperta da un telo blu e come tutti i pazienti critici ripresa dalle telecamere a circuito chiuso. Mara, occhioni neri, visiera e mascherina spunta da dietro la vetrata protettiva con uno sguardo di speranza. All’interfono racconta l’emozione “del primo ragazzo che sono riuscito a svegliare. Quando mi ha visto ha alzato entrambi i pollici in segno di ok”. E se qualcuno non ce la fa Mara spiega “che siamo preparati ad accompagnare le persone verso la morte nella maniera più dignitosa. Io le tengo per mano per non lasciarle sole fino all’ultimo momento”. Erica Venier, la capo turno, vuole ringraziare “con tutto il cuore” i triestini che ogni giorno fanno arrivare dolci, frutta, generi di conforto ai combattenti della terapia intensiva. Graziano Di Gregorio, infermiere del turno mattutino, è un veterano: “Dopo 22 anni di esperienza non avrei mai pensato di trovarmi in una trincea del genere”. Il fiore all’occhiello della rianimazione di Cattinara è di non aver perso un solo paziente, ma Di Gregorio racconta: “Infermieri di altre terapie intensive hanno dovuto dare l’estrema unzione perchè i pazienti sono soli e non si può fare diversamente”. L’azienda sanitaria sta acquistando una trentina di tablet per cercare di mantenere un contatto con i familiari e permettere l’estremo saluto. Prima di venire intubati, l’ultima spiaggia, i contagiati che hanno difficoltà a respirare sono aiutati con maschere o caschi in un altro reparto. Il direttore, Marco Confalonieri, racconta: “Mio nonno era un ragazzo del ’99, che ha combattuto sul Piave durante il primo conflitto mondiale. Ho lanciato nella mischia 13 giovani appena assunti. Sono i ragazzi del ’99 di questa guerra”.

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16 febbraio 2007 | Otto e Mezzo | reportage
Foibe, conflitto sulla storia
Foibe, conflitto sulla storia

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29 dicembre 2010 | | reportage
Gli occhi della guerra a Trieste
Dopo aver portato la mostra su 25 anni di reportage di guerra in tutta Italia, finalmente il 29 dicembre è stata inaugurata a Trieste, presso la sala espositiva della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, via del Collegio 6. Gli occhi della guerra sono dedicati ad Almerigo Grilz e a tutti i giornalisti caduti sul fronte dell'informazione. La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 10 al 20 gennaio. L'evento è stato organizzato dal Circolo universitario Hobbit con la sponsorizzazione della Regione.

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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra

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15 marzo 2018 | Radio Radicale | intervento
Italia
Missioni militari e interesse nazionale
https://www.radioradicale.it/scheda/535875/missioni-militari-e-interesse-nazionale Convegno "Missioni militari e interesse nazionale", registrato a Roma giovedì 15 marzo 2018 alle 09:23. L'evento è stato organizzato da Center for Near Abroad Strategic Studies. Sono intervenuti: Paolo Quercia (Direttore del CeNASS, Center for Near Abroad Strategic Studies), Massimo Artini (vicepresidente della Commissione Difesa della Camera dei deputati, Misto - Alternativa Libera (gruppo parlamentare Camera)), Fausto Biloslavo (giornalista, inviato di guerra), Francesco Semprini (corrispondente de "La Stampa" da New York), Arije Antinori (dottore di Ricerca in Criminologia ed alla Sicurezza alla Sapienza Università di Roma), Leonardo di marco (generale di Corpo d'Armata dell'Esercito), Fabrizio Cicchitto (presidente della Commissione Affari esteri della Camera, Area Popolare-NCD-Centristi per l'Europa). Tra gli argomenti discussi: Difesa, Esercito, Esteri, Forze Armate, Governo, Guerra, Informazione, Italia, Ministeri, Peace Keeping, Sicurezza. La registrazione video di questo convegno ha una durata di 2 ore e 46 minuti. Questo contenuto è disponibile anche nella sola versione audio

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