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22 novembre 2018 - 10 notizie - Mondo - Grazia
Nella rete dei venditori di illusioni

Fotografie accattivanti sui social di spiagge italiane che aspettano solo gli sbarchi dei migranti diretti in Europa, raffigurata con le attraenti stelline dei Paesi membri. Lussuosi yacht, motoscafi, ma anche mappe, tragitti, passaporti e visti in vendita, tariffe con “sconti per i bambini” via mare e via terra per raggiungere l’Eldorado europeo. Un miraggio che non esiste, ma viene ben pubblicizzato su Facebook e Instagram dai trafficanti di uomini che, pur di attrarre clienti, garantiscono che “in Europa non si

pagano le tasse” oppure che in Germania ogni migrante afghano “avrà diritto a una ragazza”. E non mancano le immagini da tour operator del Colosseo, della Torre Eiffel o del Big Ben utilizzate come specchietti per le allodole.

Negli anni del boom degli arrivi dalla Libia trovavi una pagina in Rete con un grande punto rosso in mezzo al mare del servizio Google Maps e l’annuncio stile agenzia di viaggio: “È una nave della Croce rossa europea che aiuta i migranti portandoli in Italia e garantendo un permesso legale per restare nel Paese”. Europol, l’agenzia di polizia europea, ha scoperto 1.500 pagine sui social che pubblicizzano il traffico di uomini. L’Inghilterra ne ha identificate oltre 800 dal 2016.

Nell’ultimo anno rispetto alla riduzione degli arrivi dalla Libia sono aumentati i cosiddetti “sbarchi fantasma” con piccole barche dalla Tunisia e dall’Algeria che arrivano in Sicilia o Sardegna. L’aspetto paradossale è che la nuova rotta viene pubblicizzata su Facebook con tanto di video, alimentando ulteriori partenze. La pagina “HaRaGa Dz” ha fatto promozione per mesi degli arrivi con i barchini senza nascondere le difficoltà. “Si è rotto il motore. Hanno passato 5 ore a 30 chilometri dalla Sardegna, ma grazie ad Allah sono arrivati e stanno tutti bene”, è il post che commenta il video dell’avventura via mare. Sembra quasi uno spot da “turisti fai da te” o viaggi estremi. 

Un altro filmato mostra un gruppo di migranti che cantano felici in vista delle coste sarde dopo essere salpati dal porto algerino di Annaba. Ulteriori foto mostrano barchini stracarichi con un post benaugurante: “Partenza di diverse barche ieri notte verso #Italia”. L’ennesimo commento con l’immagine di una colomba bianca della pace fornisce il numero del centro di soccorso della guardia costiera a Roma. E se non bastasse c’è anche il cellulare di Nawal Soufi, una 30enne marocchina di Catania. “Lady Sos” riceve le chiamate di emergenza dai barconi in viaggio nel Mediterraneo verso l’Italia e passa le coordinate alla Capitaneria, lanciando i soccorsi. Le edizioni Paoline le hanno dedicato un libro intitolato Nawal, l’angelo dei profughi. I migranti trovano sui social “offerte” di tutti i generi: “Per chi vuole raggiungere l’Europa abbiamo una nave che trasporta grano, lunga 60 metri, in partenza dalla Turchia verso l’Italia. Il viaggio durerà quattro o sei giorni. Cibo e acqua a disposizione”. Su Facebook i trafficanti propongono sempre foto di confortevoli appartamenti per le soste durante il tragitto via terra e barche in ottime condizioni per superare il Mediterraneo, che non corrispondono mai al vero. In altri casi si appellano al coraggio dei migranti: “Nessuno dice che sarà facile. Il viaggio verso l’Europa non è per gente debole”. Non mancano le invocazioni ad Allah e speciali preghiere per i “viaggiatori”. Le proposte assurde abbondano come la veloce traversata dal Marocco alla Spagna con le moto d’acqua per la modica cifra di 4.000 euro. Oppure la folle idea di raggiungere le  coste europee con un “sommergibile fai da te”, ovvero degli

improbabili container di plastica.

Akid Al Shamal, un trafficante scoperto dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), pubblicava in Rete tragitti, prezzi e sconti. “Crociera diretta dalla Turchia all’Italia - 4.000 dollari a persona, al di sotto dei 10 anni prezzo dimezzato e passaggio gratis per i bambini inferiori ai 2 anni”. Via terra si partiva da Istanbul per arrivare “in Bulgaria (solo mezz’ora a piedi), prezzo 2.000 dollari”. Attraverso i social i trafficanti più evoluti forniscono, a pagamento, “consigli legali” sulle procedure di asilo in Europa. L’Unodc di Vienna ne ha scoperti almeno un centinaio. Talvolta mettono in vendita dei veri e propri manuali come “I segreti dell’asilo” su che cosa dire e non dire davanti alle commissioni che concedono la protezione umanitaria. Una rete di trafficanti è riuscita a postare 102 domande riguardanti la cristianità “per preparare i clienti alle interviste sulle richieste di asilo”. Un utile decalogo se gli aspiranti profughi sostengono di essersi convertiti alla fede di Gesù e di essere stati perseguitati per questo dai fondamentalisti.

Spesso i trafficanti utilizzano simboli o certificati falsi di istituzioni internazionali come l’Onu, le organizzazioni umanitarie e agenzie dell’Unione europea per spacciare un’inesistente credibilità, che però attira i migranti. Il business non riguarda solo il tragitto e il trasporto della “merce umana”, ma la vendita di passaporti, visti, certificati per arrivare in Europa. Le immagini di copertina di alcune pagine Facebook vengono realizzate con passaporti di varie nazionalità esposti sotto la luce ultravioletta, utilizzata per dimostrarne l’autenticità. Il listino prezzi pubblicato in Rete è preciso: per arrivare in “Europa con un visto garantito: 7.500 euro - passaporto europeo 9.000 euro - passaporto per l’Inghilterra 13.000 euro”. I contatti avvengono attraverso le applicazioni Viber, WhatsApp, Skype e talvolta la clientela è selezionata. Un trafficante ha aperto una pagina Facebook “per visti britannici solo per siriani. Il prezzo per entrata singola con durata di 90 giorni è di 7.000 dollari da pagare al momento della consegna del passaporto con il visto”. E alla fine dell’annuncio specificava: “Solo persone serie”.  

Su altre pagine i falsari invitano a “spedire la foto e il numero di telefono via Facebook, così possiamo trovare il passaporto di una persona che ti assomigli”. Nei campi profughi del Medio Oriente si vive sotto le tende, ma almeno un telefonino per famiglia non manca mai. «Guarda. La mappa di come arrivare in Europa, le tappe e i costi girano su Facebook», mi spiegano i rifugiati in una sterminata tendopoli nel nord dell’Iraq, mostrando la schermata del cellulare. Durante il boom della rotta balcanica nel 2015, su cui i migranti si spostavano dalla Turchia al centro Europa, circolavano dei depliant su internet con i tragitti indicati in arabo, i percorsi alternativi e i prezzi corredati da piccole foto dei gommoni per passare il Mare Egeo. Oppure i disegni di autobus e treni per arrivare a Belgrado, in Serbia, e dei taxi fino a Budapest, in Ungheria, ma con 2.500 dollari autisti senza scrupoli portavano direttamente “nel cuore di Berlino”. Adesso i migranti si impantanano in Bosnia, ma i trafficanti continuano a vendere in Rete “il sogno europeo”.


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12 ottobre 2017 | Tele Capodistria | reportage
Gli occhi della guerra
"Gli occhi della guerra" sarà questo il tema della prossima puntata di Shaker, in onda venerdì 13 ottobre alle ore 20. Nostro ospite FAUSTO BILOSLAVO, giornalista di guerra che, in oltre 35 anni, ha vissuto e raccontato in prima persona la situazione su tutti i fronti più caldi: Libano, Afghanistan, Iran, Iraq, ex Jugoslavia... e ultimamente Ucraina, Libia, Siria... Cosa vuol dire fare il reporter di guerra? Com'è cambiato questo "mestiere"? Perchè è ancora così importante? Come mai tanti giovani vogliono farlo? Quali consigli dargli? Tante le domande cui cercheremo di dare risposta. If you LIKE it, please SHARE it!!!

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16 giugno 2016 | Tgcom24 | reportage
Gli occhi della guerra, l’arte imperitura del reportage
Presentazione Gli occhi della guerra e del documentario "Profughi dimenticati" dal nord dell'iraq

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18 ottobre 2019 | Sna | reportage
100 anni degli agenti di assicurazione
Il palco del Centenario Sna ha accolto anche Fausto Biloslavo, oggi certamente il più famoso e tenace reporter di guerra. Attraverso fotografie e filmati tratti dai suoi reportage nelle zone dei conflitti, Biloslavo ha raccontato la sua vicenda professionale, vissuta fra pericoli e situazioni al limite del disumano, testimonianfo anche l’orrore patito dalle popolazioni colpite dalla guerra. Affrontando il tema del coraggio, ha parlato del suo, che nonostante la quotidiana esposizione della sua vita a rischi estremi gli permette di non rinunciare a testimoniare la guerra e le sue tragiche e crudeli conseguenze. Ma il coraggio è anche di chi la guerra la subisce, diventando strumento per l’affermazione violenta delle ragioni di parte, ma non vuole rinunciare alla vita, alla speranza. E lottare per sopravvivere richiede grande coraggio. Sebbene possa sembrare un parallelo azzardato, lo stesso Biloslavo, spiega che il coraggio è sostenuto dalla passione, elemento necessario in ogni attività, in quella del reporter di guerra come in quella dell’agente di assicurazione. Il coraggio serve per cominciare da zero, ma anche per rialzarsi quando si è colpiti dalle difficoltà o per adattarsi ai cambiamenti, è il messaggio di Biloslavo alla platea del Centenario.

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17 dicembre 2018 | Tracce Radio Rai FVG | intervento
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Guerra guerra guerra
35 anni di reportage in prima linea

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