image
Articolo
07 ottobre 2019 - Prima - Italia - Il Giornale
L’sos inascoltato sulle fondine “Difettose, sono da cambiare”
Fausto Biloslavo
Trieste Pierluigi Rotta, l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'agente scelto colpito per primo nella Questura di Trieste, aveva una fondina in cordura blu, che ha un sistema di blocco in gomma poco efficiente. L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'assassino, Alejandro Augusto Stephan Meran, gli ha sfilato fulmineamente la pistola e ha aperto il fuoco a bruciapelo uccidendolo senza pietà. La fondina nuova, in polimero, con un blocco più efficiente per evitare estrazioni non volute, si era rotta accidentalmente. Alla richiesta di sostituzione al magazzino gli avevano dato la versione precedente blu perché non c\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'erano altre a disposizione.
Il secondo agente ucciso, Matteo Demenego, portava una fondina in polimero, ma ad hoc fatta apposta per lui che era mancino. Il killer dopo avergli sparato non è riuscito ad estrarre la pistola, ma ha strappato a forza la fondina dal cinturone e sparato lo stesso. «Sorgono evidenti dubbi sulla sicurezza delle fondine. E\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\' lecito che un sindacato di polizia si ponga il problema di cosa sia effettivamente successo nell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'omicidio dei due colleghi» sottolinea al Giornale, Lorenzo Tamaro, segretario provinciale nel capoluogo giuliano del Sindacato autonomo di polizia.
Il Sap sta conducendo dallo scorso dicembre una battaglia sulle nuove fondine difettose, che si rompono con facilità. E il 2 ottobre, 48 ore prima la tragedia di Trieste, il ministero dell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'Interno ha riposto alle «segnalazioni concernenti scarsa qualità» delle fondine rotanti ammettendo che «sono in corso attività di verifica interna volte all\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'individuazione della migliore soluzione da poter adottare al fine di superare le criticità». Il 14 agosto, all\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'inizio della crisi di governo, parte l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'ultimo allarme scritto del segretario generale del Sap, Stefano Paoloni: «Continuano a pervenire () segnalazioni inerenti fondine che si spaccano a fronte di un utilizzo assolutamente diligente da parte degli operatori». Il sindacato ha pubblicato a più riprese da gennaio le foto delle nuove cosiddette «fondine rotanti», perché la pistola si gira quando l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'agente si siede, spezzate inspiegabilmente.
Il Viminale ha accusato il Sap di «sciacallaggio» per avere sollevato le deficienze nel caso del duplice omicidio di Trieste, ma il problema è reale. E collegato alla mattanza come dimostra la ricostruzione dei fatti e le fondine in dotazione agli agenti uccisi. «Il Sap propone la costituzione di una commissione parlamentare ispettiva per verificare lo stato dell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'apparto di pubblica sicurezza - spiega Tamaro -. Un atto di trasparenza dovuto sia alle forze dell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'ordine, ma anche ai cittadini. La commissione non dovrà occuparsi solo delle fondine più o meno difettose, ma anche del resto della dotazione ed equipaggiamento della polizia». Non solo: le vecchie fondine bianche da dove è facile portare via la pistola vengono ancora utilizzate in servizio di ordine pubblico. Tamaro aggiunge che «quest\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'ultimo tragico caso dimostra pure la necessità dei giubbotti antiproiettile sotto camicia». Più leggeri rispetto ai tradizionali possono venire indossati per l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'intero turno «garantendo operatività e libertà di movimento più ampia rispetto alle protezioni classiche». Forse non sarebbe servito a salvare la vita a Rotta colpito a bruciapelo per primo, ma avrebbe potuto assorbire l\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'impatto dei proiettili per il secondo agente ucciso.
E sarebbero stati utili ai tre poliziotti della Squadra mobile che hanno affrontato in una sparatoria il killer uscito dalla Questura riuscendo a neutralizzarlo con un colpo all\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'inguine. «I sotto camicia non proteggono solo dai proiettili, ma pure dalle coltellate sempre più frequenti», osserva Tamaro. Dal primo giugno al 4 ottobre il Sap ha registrato almeno 186 aggressioni alle forze dell\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\'ordine in tutta Italia.
[continua]

video
29 dicembre 2011 | SkyTG24 | reportage
Almerigo ricordato 25 anni dopo
Con un bel gesto, che sana tante pelose dimenticanze, il presidente del nostro Ordine,Enzo Iacopino, ricorda davanti al premier Mario Monti, Almerigo Grilz primo giornalista italiano caduto su un campo di battaglia dopo la fine della seconda guerra mondiale, il 19 maggio 1987 in Mozambico.

play
07 aprile 2020 | Tg5 | reportage
Parla il sopravvissuto al virus
Fausto Biloslavo TRIESTE - Il sopravvissuto sta sbucciando un’arancia seduto sul letto di ospedale, come se non fosse rispuntato da poco dall’anticamera dell’inferno. Maglietta grigia, speranza dipinta negli occhi, Giovanni Ziliani è stato dimesso mercoledì, per tornare a casa. Quarantadue anni, atleta e istruttore di arti marziali ai bambini, il 10 marzo ha iniziato a stare male nella sua città, Cremona. Cinque giorni dopo è finito in terapia intensiva. Dalla Lombardia l’hanno trasferito a Trieste, dove un tubo in gola gli pompava aria nei polmoni devastati dall’infezione. Dopo 17 giorni di calvario è tornato a vivere, non più contagioso. Cosa ricorda di questa discesa all’inferno? “Non volevo dormire perchè avevo paura di smettere di respirare. Ricordo il tubo in gola, come dovevo convivere con il dolore, gli sforzi di vomito ogni volta che cercavo di deglutire. E gli occhi arrossati che bruciavano. Quando mi sono svegliato, ancora intubato, ero spaventato, disorientato. La sensazione è di impotenza sul proprio corpo. Ti rendi conto che dipendi da fili, tubi, macchine. E che la cosa più naturale del mondo, respirare, non lo è più”. Dove ha trovato la forza? “Mi sono aggrappato alla famiglia, ai valori veri. Al ricordo di mia moglie, in cinta da otto mesi e di nostra figlia di 7 anni. Ti aggrappi a quello che conta nella vita. E poi c’erano gli angeli in tuta bianca che mi hanno fatto rinascere”. Gli operatori sanitari dell’ospedale? “Sì, medici ed infermieri che ti aiutano e confortano in ogni modo. Volevo comunicare, ma non ci riuscivo perchè avevo un tubo in gola. Hanno provato a farmi scrivere, ma ero talmente debole che non ero in grado. Allora mi hanno portato un foglio plastificato con l’alfabeto e digitavo le lettere per comporre le parole”. Il momento che non dimenticherà mai? “Quando mi hanno estubato. E’ stata una festa. E quando ero in grado di parlare la prima cosa che hanno fatto è una chiamata in viva voce con mia moglie. Dopo tanti giorni fra la vita e la morte è stato un momento bellissimo”. Come ha recuperato le forze? “Sono stato svezzato come si fa con i vitellini. Dopo tanto tempo con il sondino per l’alimentazione mi hanno somministrato in bocca del tè caldo con una piccola siringa. Non ero solo un paziente che dovevano curare. Mi sono sentito accudito”. Come è stato infettato? “Abbiamo preso il virus da papà, che purtroppo non ce l’ha fatta. Mio fratello è intubato a Varese non ancora fuori pericolo”. E la sua famiglia? “Moglie e figlia di 7 anni per fortuna sono negative. La mia signora è in attesa di Gabriele che nascerà fra un mese. Ed io sono rinato a Trieste”. Ha pensato di non farcela? “Ero stanco di stare male con la febbre sempre a 39,6. Speravo di addormentarmi in terapia intensiva e di risvegliarmi guarito. Non è andata proprio in questo modo, ma è finita così: una vittoria per tutti”.

play
26 agosto 2023 | Tgcom24 | reportage
Emergenza migranti
Idee chiare sulla crisi dagli sbarchi alla rotta balcanica.

play
[altri video]
radio

03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento
Italia
Professione Reporter di Guerra


play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]