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17 agosto 2021 - Prima - Afghanistan - Il Giornale
Assalto e morte all’aeroporto “La corsa per partire, è caos”
«M ezza Kabul sta andando verso l\\\\\\\'aeroporto. In tanti sperano di partire. È il caos. Domenica notte si arrampicavano sulle rampe d\\\\\\\'imbarco degli aerei e ieri li rincorrevano sulle piste», racconta un afghano che vive in Italia e dovrebbe imbarcarsi con la famiglia sui nostri voli per l\\\\\\\'evacuazione. Una testimonianza della fuga disperata, caotica, dalla Kabul conquistata dai talebani. Migliaia di afghani hanno preso d\\\\\\\'assalto l\\\\\\\'aeroporto della capitale, Hamid Karzai presidiato dai soldati americani e dalle truppe turche. La scena più terrificante, che dimostra come la disastrosa ritirata dall\\\\\\\'Afghanistan sia forse peggio della caduta di Saigon nel 1975 è stata filmata ieri. Centinaia di afghani hanno invaso la pista e quando un aereo cargo americano, C-17 Globemaster, comincia a rullare si mettono a correre dietro al bisonte grigio dei cieli. Nella follia collettiva sperano di riuscire ad aggrapparsi all\\\\\\\'ancora di salvezza che li porterebbe via dall\\\\\\\'inferno afghano. Alcuni rischiano di venire schiacciati dalle ruote, ma diversi si aggrappano ai carrelli, come un disperato carico umano. Un altro video mostra probabilmente lo stesso velivolo militare oramai decollato che prende quota. Un paio di corpi del grappolo umano sono rimasti attaccati ai carrelli e piombano nel vuoto. La drammatica immagine riporta alla mente le vittime delle Torri gemelle colpite dai kamikaze di Al Qaida, che si lanciano nel vuoto piuttosto che morire divorati dalle fiamme. Vent\\\\\\\'anni dopo l\\\\\\\'11 settembre questo è il simbolo del tradimento occidentale in Afghanistan.
I blindati turchi hanno dovuto affrontare la calca all\\\\\\\'aeroporto di Kabul. I marines sparano colpi avvertimento in aria ed hanno ucciso due uomini armati che cercavano ci penetrare il perimetro di sicurezza. Le vittime in tutto dei disordini sono dieci. Due elicotteri Usa volano a basa quota lanciando granate fumogene per disperdere la folla. Un paio di arei da trasporto miliari tedeschi sono tornati indietro perché la pista era invasa dagli afghani. L\\\\\\\'aeroporto è stato chiuso ai voli commerciali e pure a quelli militari per sgomberare la folla. «Con questa ressa non riusciamo ad imbarcarci. Per il secondo giorno consecutivo ci abbiamo provato assieme a quattro famiglie di dipendenti dall\\\\\\\'ambasciata oramai chiusa, ma gli italiani ci hanno detto di riprovare domani (oggi per chi legge ,ndr)», racconta al Giornale chi tenta di mettersi in salvo. L\\\\\\\'ordine dei militari è «chiunque abbia lavorato con noi e arriva all\\\\\\\'aeroporto può imbarcarsi». L\\\\\\\'impresa è proprio accedere allo scalo: «Non si riesce a passare la barriera umana», spiega un afgano in lista per l\\\\\\\'evacuazione. Ancora peggio la situazione di chi deve nascondersi dai talebani, come un ufficiale dei corpi speciali addestrato in Italia. «Mi nascondo in un pozzo perché hanno cominciato l\\\\\\\'operazione di ricerca casa per casa. E usano i sistemi di controllo biometrici con i nostri dati. Poi bloccheranno anche la strada per l\\\\\\\'aeroporto è sarà finita», racconta l\\\\\\\'ufficiale che spera nell\\\\\\\'evacuazione. Da Herat sono arrivati altri ex collaboratori del nostro contingente, che avevano fatto le domande di asilo a maggio, ma sono rimasti tagliati fuori. «Un viaggio di 24 ore su un pullman - spiega uno afghano -. Mia moglie ha dovuto indossare il burqa. I talebani ci hanno fermato e chiedevano se tra noi ci fossero interpreti, soldati, collaboratori del governo. Fortunatamente non siamo stati riconosciuti».
[continua]

video
13 aprile 2010 | RaiNews24 | reportage
Rassegna stampa del mattino
Emergency in manette in Afghanistan

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13 giugno 2010 | Memoria audiovisivi | reportage
Professione Difesa
I giornalisti aggregati alle unità combattenti nei teatri più difficili, come l'Afghanistan. Un video sul giornalismo embedded realizzato da Antonello Tiracchia. E il racconto della mia storia: l'avventura dell'Albatross, la morte in prima linea di Almerigo ed i reportage di guerra.

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02 novembre 2012 | Tg5 | reportage
Messa in prima linea per l'ultimo caduto
Tiziano Chierotti ucciso in combattimento a Bakwa il 25 ottobre viene ricordato con una toccante cerimonia nella mensa da campo di base Lavaredo.

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[altri video]
radio

12 settembre 2002 | Radio 24 Nove in punto | reportage
Afghanistan
Afghanistan un anno dopo/1
Un anno dopo l'11 settembre ed il crollo dei talebani comincia lo stillicidio di piccoli attacchi contro le forze della Nato. Osama Bin Laden, vivo o morte, è entrato nel mito della guerra santa

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18 maggio 2010 | SBS Australia | intervento
Afghanistan
Trappola esplosiva uccide due alpini
L’Afghanistan è la nostra trincea, dove 3300 soldati italiani combattono i talebani e portano aiuti e sviluppo alla popolazione. Dal 2001 abbiamo perso 22 uomini per cercare di garantire sicurezza al paese. Gli ultimi due caduti sono il sergente Massimiliano Ramadù ed il caporal maggiore Luigi Pascazio. La mattina del 17 maggio sono saltati in aria su una trappola esplosiva lungo la “strada maledetta”. Una pista in mezzo alle montagne di sabbia che porta da Herat, il capoluogo dell’Afghanistan occidentale, a Bala Murghab, dove i soldati italiani tengono con le unghie e con i denti una base avanzata. I caduti fanno parte del 32° reggimento genio guastatori della brigata Taurinense. Due loro commilitoni, il primo caporal maggiore Gianfranco Scirè ed il caporale Cristina Buonacucina sono rimasti feriti dall’esplosione che ha sconquassato il blindato Lince su cui viaggiavano. L’alpina è la seconda donna soldato ferita in Afghanistan.

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12 settembre 2002 | Radio 24 Nove in punto | reportage
Afghanistan
Afghanistan un anno dopo/5
Un anno dopo l'11 settembre ed il crollo dei talebani il ruolo delle truppe straniere ed i rapporti con la popolazione. Sulla strada da Bagram, la più grande base degli americani, e Kabul sono appostati "gli avvoltoi". Banditi che si spacciano per poliziotti militari e ti derubano lasciandoti in mutande

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20 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ La "battaglia" per il voto
L’Afghanistan ha vinto la “battaglia” per il voto” .Anche nelle zone più minacciate, come la provincia di Farah, i talebani non sono riusciti a far saltare le elezioni presidenziali e provinciali. L’aiuto dei paracadutisti della Folgore è stato determinante. I baschi amaranto della 6° compagnia Grifi sono partiti all’alba da Tobruk, la base avanzata italiana nel turbolento distretto di Bala Baluk. L’obiettivo del plotone Nembo è di garantire la sicurezza del seggio più a sud nel villaggio di Chakab. Non un paesino qualunque, ma il villaggio dove è nato Said Ayub il governatore ombra dei talebani nella provincia di Farah. Centoventicinque elettori hanno sfidato le minacce talebane andando a votare per il nuovo presidente nella piccola moschea di Chakab. Invece tre razzi sono stati lanciati contro base Tobruk. Il più vicino è esploso a 150 metri da una torretta di controllo del campo italiano. La battaglia più dura è scoppiata alle 11.30 ora afghana con un bombardamento di mortai su una colonna di bersaglieri partiti da Farh, il capoluogo provinciale. I fanti piumati hanno dovuto ripiegare, ma gli scontri sono continuati con i talebani che sparavano del villaggio di Pust i Rod. Il giorno delle elezioni e la notte precedente sono stati registrati 22 attacchi nel settore occidentale dell’Afghanistan comandato dal generale Rosario Castellano. Fausto Biloslavo da base Tobruk, provincia di Farah per Gr24 il sole 24 ore

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10 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ Base Tobruk
Visori notturni e musica a palla nei blindati Lince del convoglio diretto a base Tobruk, nella famigerata provincia di Farah. Il fortino più avanzato sul fronte sud dello schieramento italiano nell’Afghanistan occidentale. Il pericolo, anche di notte, sono le trappole esplosive piazzate lungo le poche strade asfaltate. Un piatto di pressione che attiva l’ordigno al passaggio del blindato o un radiocomando, anche un semplice telefonino, e salti in aria. I ragazzi della 6° compagnia Grifi confidano in San Michele, protettore dei paracadutisti e negli inibitori di segnale montati sui blindati. A dieci giorni dalle cruciali elezioni presidenziali del 20 agosto l’avamposto Tobruk è in prima linea per garantire la sicurezza del voto in una delle aree più pericolose dell’Afghansitan. Bala Baluk e Shewan, a pochi chilometri di distanza sono roccaforti dei talebani e dei combattenti stranieri della guerra santa internazionale. I seggi elettorali in quest’area dovrebbero essere un a trentina, ma non è ancora chiaro quanti saranno effettivamente aperti il giorno delle elezioni. “Verranno sicuramente ridotti per motivi di sicurezza – conferma il capitano Gianluca Simonelli comandante di base Tobruk – ma ci stiamo organizzando con l’esercito afghano e la polizia per garantire il diritto di voto anche nelle zone più calde. I talebani non la faranno da padroni”. Fausto Biloslavo da base Tobruk, Afghanistan occidentale

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