
|
Analisi
10 giugno 2022 - Prima - Ucraina - Il Giornale |
|
I dubbi di Kiev e le forniture a rilento di Washington |
di Fausto Biloslavo P er Kiev non siamo mai stati disposti a morire, ma il «mondo libero», prima di tutti gli Stati Uniti, è ancora fermamente deciso a combattere i russi fino all\\\'ultimo soldato ucraino? Forse è solo un\\\'impressione, ma sembra scricchiolare la strategia dell\\\'appoggio a oltranza alla resistenza da parte dell\\\'Occidente. E pure il patto con gli americani rischia di non essere più così d\\\'acciaio. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, è tornato a lamentarsi del mancato arrivo delle armi, promesse dalla Casa Bianca, che potrebbero fare la differenza. Per Zelensky armi e sanzioni sono «il vaccino» contro l\\\'aggressione russa. Ogni giorno fra 100 e 200 militari ucraini cadono sul campo o vengono feriti. Kiev ha bisogno, in fretta, di armi pesanti e avanzate. Il Ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, si è detto, su Facebook, «non soddisfatto» del ritmo e dei volumi delle forniture belliche. Comprensibile dopo l\\\'invio, a dir poco simbolico, di 4 lanciarazzi multipli Himars rispetto ai 60 promessi dagli Usa. Il personale ucraino deve addestrarsi per utilizzare al meglio le nuove armi e lo sta già facendo in Germania, ma nel frattempo la battaglia chiave di Severodonetsk segnerà i destini del Donbass. Putin aveva ordinato di conquistare la regione contesa entro luglio. Non ce la farà del tutto, ma i vertici del G7 e della Nato a fine giugno rischiano di assistere impotenti all\\\'avanzata russa rispondendo alle cannonate con le parole, magari dure, ma che servono a poco. «Le armi stanno arrivando, ma non quelle risolutive annunciate - spiega una fonte occidentale a Kiev -. Le forniture servono soprattutto a difendersi più che a contrattaccare». Nonostante il consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan, continui a giurare appoggio totale e incondizionato a Kiev gli ucraini sentono puzza di bruciato. Non a caso i generali limitano le informazioni agli americani sulle proprie truppe e piani. «Le telefonate fra il capo di stato maggiore Usa e russo dimostrano che è in piedi un canale di dialogo più o meno sotterraneo fra Mosca e Washington», spiega la fonte a Kiev. Non si può escludere che esista un accordo non scritto fra le due superpotenze: Putin prende il Donbass e si «accontenta» aprendo a trattative serie. In questo caso o nell\\\'opzione della guerra ad oltranza tutto si gioca sulla pelle degli ucraini e di riflesso sull\\\'Europa che ha un conflitto in casa. |
[continua] |
|
video
|
|
03 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine
|
|
|
|
07 marzo 2014 | TG5 | reportage
In Crimea arrivano i volontari serbi
SEBASTOPOLI - Folti barboni, mimetiche, coltellacci alla cintola e sulla spalla il teschio con le tibie incrociate, simbolo del sacrificio in nome del popolo slavo. Si presenta così una ventina di cetnici, i paramilitari serbi, arrivati in Crimea per dare man forte ai filo russi. Non è stato facile trovare l’avanguardia dei “lupi” come vengono chiamati i volontari giunti dalla Serbia.
|
|
|
|
01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage
Sulle barricate di Kiev
Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
|
|
|
|
radio

|
27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |
Ucraina
Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
|

|
16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |
Ucraina
Una nuova Crimea
|

|
26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |
Ucraina
Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
|
|
|
|
|