| 
														
															
																|  
 | 
																		
																			
																				| Articolo 17 novembre 2022  - Prima - Ucraina - Il Giornale
 |  |  
																				| Ma il partito dei “falchi” al Cremlino e in Ucraina soffia ancora sul conflitto: la tattica della provocazione segnerà i prossimi mesi |  
																				| di Fausto Biloslavo I l fungo di fumo grigio sollevato dal missile  piombato sul territorio polacco fa impressione. Più preoccupante ancora è  che possa trattarsi di un incidente, vero o voluto, con l\\\'obiettivo  dell\\\'escalation. La finestra di speranza e pace che sembra aprirsi, dopo  la ritirata dei russi da Kherson, rischia di venire funestata da  ulteriori episodi del genere. Una tattica della provocazione, del casus  belli, per far saltare, come è già capitato nei nove mesi di guerra  precedenti, qualsiasi trattativa o negoziato. Su tutti e due i fronti si  annidano schiere di falchi pronti a boicottare qualsiasi via d\\\'uscita  che fermi subito il conflitto nel cuore dell\\\'Europa.
 Oramai sembra  chiaro che il missile era un S-300 della contraerea ucraina esploso sul  territorio polacco. Forse era stato lanciato per intercettare un missile  russo e forse no. Il risultato è che il presidente ucraino, Volodymyr  Zelensky, ancora convinto che si tratti di una zampata di Mosca, ha  subito denunciato che «l\\\'attacco missilistico è il vero messaggio della  Russia al G20» riunito a Bali. Anche dopo le conferme Nato che il  Cremlino non aveva attaccato la Polonia il consigliere presidenziale,  Mykhailo Podolyak, twittava da Kiev: «Solo la Russia è dietro ai rischi  rapidamente crescenti per i paesi confinanti. Non serve cercare scuse e  rinviare decisioni chiave. È tempo per l\\\'Europa di chiudere il cielo  sopra l\\\'Ucraina. Per la vostra stessa sicurezza». Una richiesta  esplicita di no fly zone, che fin dall\\\'inizio del conflitto è un chiodo  fisso degli ucraini sempre respinto dalla Nato perché si rischierebbe la  terza guerra mondiale. Non è un caso che sul lato russo, l\\\'ex  presidente Dmitrij Medvedev, abbia lanciato un tweet preoccupante:  «L\\\'attacco missilistico ucraino in una fattoria polacca dimostra solo  una cosa: intraprendendo una guerra ibrida contro la Russia, l\\\'Occidente  si avvicina alla guerra mondiale». Il ministro degli Esteri ucraino,  Dmytro Kuleba, ha chiesto azioni «immediate e collettive» oltre che la  convocazione di un vertice Nato a Kiev e «caccia moderni F-15 e F-16».  Alla fine i paesi dell\\\'Alleanza atlantica discuteranno «della chiusura  dello spazio aereo ucraino» ha ammesso Pekka Haavisto, ministro degli  Esteri finlandese.
 I russi non sono da meno nelle manipolazioni come  hanno dimostrato di recente invocando la minaccia di una bomba sporca  ucraina, che al momento non esiste, dopo aver ripetutamente sbandierato  lo spettro del conflitto nucleare. Accuse reciproche riguardano i  bombardamenti di artiglieria sulla diga di Nova Kakhovka e  l\\\'interruzione o meno della centrale idroelettrica. Gli ucraini avevano  bloccato il canale idrico verso la Crimea, annessa dai russi, negli otto  anni di guerra precedenti. Durante il ritiro da Kherson il governo di  Kiev ha ripetutamente lanciato l\\\'allarme che i russi volessero fare  saltare per aria la diga allagando tutto. Ieri, però, l\\\'intelligence  britannica ha ammesso che l\\\'artiglieria ucraina «ha preso di mira il  sito fin da agosto riuscendo a scompigliare con successo il rifornimento  militare russo». I danni subiti dalla diga, però, non sarebbero tali da  farla crollare provocando un disastro.
 Il sabotaggio del gasdotto  sottomarino Nord Stream è un altro buco nero della guerra. Non si parla  più dell\\\'inchiesta per individuare i responsabili di un\\\'operazione che  potrebbe essere stata condotta sotto falsa bandiera per far ricadere la  colpa sul nemico. Due navi «ombra» con il segnale di riconoscimento  spento sono state individuate da immagini satellitari fornite da una  società privata vicino al luogo della fuoriuscita del gas poco prima  delle esplosioni. Fino a febbraio, primo anniversario dell\\\'invasione,  rimarrà aperta la finestra per una possibile mediazione del conflitto.  Non ci sarà da stupirsi se gli «incidenti» veri o presunti, le  provocazioni sotto falsa bandiera, i casus belli per allargare il  conflitto aumenteranno con il plauso dei falchi sugli opposti fronti,  che rincorrendo una vittoria schiacciante rischiano di alimentare la  guerra senza fine.
 |  
																				| [continua] |  |  
 
																			
																				| video 
 
																						
																							
																								| 
																																																																															|  |  | 14 marzo 2014 | TG5 | reportage Gli italiani di Crimea
 Gli italiani di Crimea, emigrati nella penisola oltre duecento anni fa, furono deportati in Siberia e decimati da Stalin, che li considerava una spina nel fianco durante la seconda guerra  mondiale. Poi sono tornati a Kerch, vicino all'ex confine con la Russia. Gli italiani di origine sono ancora 500.
 
 
 |  
																											|  |  																											|  |  | 03 marzo 2014 | TG5 | reportage In Crimea ultimatum dei russi alle basi ucraine
 
 
 
 |  
																											|  |  																											|  |  | 01 febbraio 2014 | MezziToni | reportage Sulle barricate di Kiev
 Piazza Maidan, l'Ucraina e le mille facce della rivolta contro il regime del presidente Viktor Yanukovich.
 
 
 |  
																											|  |  |  | radio 
 
																						
																							|  
 | 16 aprile 2014 | Radio IES | intervento |  
																							| Ucraina Una nuova Crimea
 
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 26 maggio 2014 | RadioVaticana | intervento |  
																							| Ucraina Il nuovo presidente ucraino e la guerra civile nell'Est
 I rapporti con Mosca, la crisi economica, la secessione del Donbas e lo spettro della guerra civile sempre più sanguinosa.
 
 
 |  
																						
																							|  
 | 27 marzo 2014 | La notte di radio uno | intervento |  
																							| Ucraina Crimea, i trenta giorni che sconvolsero l'Europa
 
 
 
 |  
 |  
 
 | 
																		 |  |