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Articolo
09 settembre 2023 - Interni - Italia - Il Giornale |
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| Vannacci a rapporto dal ministro Crosetto “Torno a fare il soldato. Ma presento il libro” |
Alla fine il generale andò a Canossa? Non proprio. Roberto Vannacci si è messo a rapporto dal ministro della Difesa e ieri i due si sono, finalmente, incontrati anche se non hanno voluto far trapelare nulla. «E lunedì torno in servizio a Firenze, dopo la licenza. Mi presenterò dal mio supereroe diretto, il generale Massimo Panizzi. Mi hanno messo a sua disposizione» spiega Vannacci al Giornale sottolineando che non dirà nulla dell’incontro con il ministro. Però ribadisce che «continuerò a fare il soldato. E nel tempo libero presenterò il mio libro “Il mondo al contrario” parlandone come ho fatto fino ad oggi». Uno scarno comunicato, in stile azzeccagarbugli, spiega che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, «su richiesta dell’interessato» ha ricevuto il generale di divisione Roberto Vannacci «per motivi di carattere privato». Il termine privato fa un po’ sorridere dopo un mese di tempesta pubblica sul suo caso. Il generale, che viene dagli incursori, ha solo dichiarato che «sono estremamente soddisfatto dell'incontro e del fatto che il ministro abbia accettato di ricevermi». Da settimane la «diplomazia» militare e anche qualche esponente politico puntava a un incontro, che poteva avvenire solo se Vannacci si metteva direttamente a rapporto dal ministro saltando la catena gerarchica. Una procedura prevista in determinati casi. L’incontro probabilmente sarà stato chiarificatore, ma difficile che qualcuno dei due abbia fatto marcia indietro. Crosetto pensa che Vannacci ha diritto ad esprimere le sue opinioni, ma indossando ancora una divisa avrebbe dovuto astenersi dalla pubblicazione del libro che ha sollevato, inevitabilmente, una marea di polemiche. Vannacci, regolamento alla mano, specificando che il contenuto del «mondo al contrario» sono opinioni personali e non certo della Difesa continua ad andare avanti per la sua strada. «Domani (oggi per chi legge, nda) ho la presentazione del libro a Marina di Pietrasanta presso lo stabilimento di un amico. Modererà l’incontro Aldo Grandi, giornalista del Gazzettino di Lucca» spiega il generale al Giornale. «Si tratta della prima presentazione sulla penisola. Ho tenuto solo un incontro in Sardegna che è stato un grande successo. Mi chiamano tutti» continua Vannacci. E il 14 settembre ci sarà lo «sbarco» a Roma ad un appuntamento sulla libertà di parola organizzato dalla rivista Nazione futura dell’omonimo think tank vicino al mondo di destra. Il libro di Vanancci è diventato un best seller, grazie alle polemiche, e «ci sono contatti avanzati con diverse case editrici straniere che hanno chiesto la pubblicazione in altri Paesi europei» rivela il generale. Al momento è probabile che nessuno, lungo la catena gerarchica, abbia una chiara idea di cosa fare con Vannacci, dopo avere scoperto che può esprimere liberamente le sue opinioni. Un ufficiale superiore è stato incaricato di effettuare un’inchiesta sommaria sull’operato del generale dall”uscita del «mondo al contrario». Per ora sembra una mossa inutile. L’incursore continua ad andare avanti con il piano previsto di alimentare sempre più il dibattito sul «mondo al contrario». |
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05 febbraio 2015 | Porta a Porta | reportage
IN RICORDO DELLE FOIBE E L'ESODO LA PUNTATA DI PORTA A PORTA
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10 giugno 2008 | TG3 regionale | reportage
Gli occhi della guerra.... a Bolzano /1
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, non dimentica i vecchi amici scomparsi. Il 10 giugno ha visitato a Bolzano la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” dedicata ad Almerigo Grilz. La mostra è stata organizzata dal 4° Reggimento alpini paracadutisti. Gli ho illustrato le immagini forti raccolte in 25 anni di reportage assieme ad Almerigo e Gian Micalessin. La Russa ha ricordato quando "sono andato a prendere Fausto e Almerigo al ritorno da uno dei primi reportage con la mia vecchia 500 in stazione a Milano. Poco dopo li hanno ricoverati tutti e due per qualche malattia". Era il 1983, il primo reportage in Afghanistan e avevamo beccato l'epatite mangiando la misera sbobba dei mujaheddin, che combattevano contro le truppe sovietiche.
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04 luglio 2012 | Telefriuli | reportage
Conosciamoci
Giornalismo di guerra e altro.
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03 gennaio 2011 | Radio Capodistria - Storie di bipedi | intervento |
Italia
Gli occhi della guerra
Le orbite rossastre di un bambino soldato, lo sguardo terrorizzato di un prigioniero che attende il plotone di esecuzione, l’ultimo rigagnolo di vita nelle pupille di un ferito sono gli occhi della guerra incrociati in tanti reportage di prima linea.
Dopo l’esposizione in una dozzina di città la mostra fotografica “Gli occhi della guerra” è stata inaugurata a Trieste. Una collezione di immagini forti scattate in 25 anni di reportage da Fausto Biloslavo, Gian Micalessin e Almerigo Grilz, ucciso il 19 maggio 1987 in Mozambico, mentre filmava uno scontro a fuoco. La mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al 20 gennaio, è organizzata dall’associazione Hobbit e finanziata dalla regione Friuli-Venezia Giulia. L’esposizione è dedicata a Grilz e a tutti i giornalisti caduti in prima linea. Il prossimo marzo verrà ospitata a Bruxelles presso il parlamento europeo.Della storia dell'Albatross press agency,della mostra e del libro fotografico Gli occhi della guerra ne parlo a Radio Capodistria con Andro Merkù.
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03 giugno 2019 | Radio Scarp | intervento |
Italia
Professione Reporter di Guerra
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20 giugno 2017 | WDR | intervento |
Italia
Più cittadini italiani con lo ius soli
Estendere la cittadinanza italiana ai bambini figli di stranieri? È la proposta di legge in discussione in Senato in questi giorni. Abbiamo sentito favorevoli e contrari.
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06 settembre 2018 | Radio immaginaria | intervento |
Italia
Teen Parade
Gli adolescenti mi intervistano sulla passione per i reportage di guerra
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25 maggio 2010 | Spazio Radio - Radio 1 | intervento |
Italia
L'Islam nelle carceri italiane
In Italia su oltre 23mila detenuti stranieri, 9840 risultano musulmani, secondo i dati ufficiali. Almeno seimila, però, non si sono dichiarati. Il rapporto di 364 pagine, “La radicalizzazione jihadista nelle istituzioni penitenziarie europee”, realizzato dall’esperto di Islam nella carceri, Sergio Bianchi, ne indica 13mila.
In Italia ci sono circa 80 islamici dietro le sbarre per reati connessi al terrorismo. Dal 2009 li hanno concentrati in quattro istituti di pena: ad Asti, Macomer, Benevento e Rossano. Nel carcere di Opera, invece, sono arrivati Adel Ben Mabrouk, Nasri Riadh e Moez Abdel Qader Fezzani, ex prigionieri di Guantanamo. Chi li controlla ogni giorno racconta che parlano in italiano. La guerra santa in Afghanistan l’hanno abbracciata dopo aver vissuto come extracomunicatori nel nostro paese. Non si possono incontrare fra loro e vivono in celle singole. Pregano regolarmente con molta devozione e hanno mantenuto i barboni islamici.
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