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25 settembre 2024 - Copertina - Ucraina - Panorama
Ucraina, ultimo atto
Fausto Biloslavo
“La situazione è tragica. I russi stanno avanzando a ritmi mai visti. e noi perdiamo un sacco di uomini. Quando riusciamo a prendere una posizione, con grande sacrificio, per tenerla arriva la normale fanteria. I russi lanciano un paio di bombe plananti ed è tutto finito”. La voce del “fantasma”, un veterano italiano della guerra in Ucraina arruolato nei corpi d’assalto, arriva a Panorama dal fronte del Donbas. “Un ping pong di morti da una parte e dall’altra. La prima linea è una marea di corpi, più russi, ma anche tanti ucraini” ammette chi ha combattuto fin dall’inizio rimanendo ferito più volte.
Il Wall street journal parla di 1 milione di caduti, feriti e dispersi, sia ucraini che russi. Rapporti riservati indicano che i russi, avvicinandosi ai millesimo giorni di guerra, avrebbero perso in media 150 soldati al giorno e gli ucraini sul centinaio. La guerra si è espansa nella regione russa di Kursk con l’attacco ucraino del 6 agosto, le truppe di Mosca avanzano nel Donbas a una media lenta di 3-4 chilometri alla settimana nei punti di maggiore spinta e il presidente Volodymyr Zelensky chiede di utilizzare i missili occidentali per colpire il nemico in profondità oltre il confine.
“Dobbiamo difendere l’Ucraina, ma lavorare per la pace. Se concedessimo di colpire la Russia quale sarebbe il limite? Si usano le armi occidentali per bombardare Mosca? Va garantito il diritto internazionale, ma non certo scatenando la guerra mondiale con i russi” sottolinea a Panorama il ministro degli Esteri Antonio Tajani. L’escalation è dietro l’angolo, ma l’Italia “spinge per la conferenza di pace con la presenza dei russi e la Cina che può convincerli a lasciare da parte i diktat. Lo stesso Zelensky è favorevole. La posizione italiana rimane di fermezza e prudenza con la fine delle ostilità come obiettivo guardando al prossimo anno quando organizzeremo la conferenza sulla ricostruzione”.
Il 10 luglio la Gazzetta ufficiale ha pubblicato la notizia dell’invio del “nono pacchetto” di armi all’Ucraina, che nei dettagli rimane classificata. La fornitura più importante dovrebbe essere una seconda batteria anti missili Samp/T, che era schierata in Kuwait. Secondo il monitoraggio dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel, in Germania, l’Italia ha speso per sostenere l’Ucraina dall’invasione russa 2,2 miliardi di euro. Le forniture militari pesano per 1,3 miliardi. L’ultima stima di Kiel, in agosto, evidenzia che gli Usa sono sempre al primo posto negli aiuti con 75,1 miliardi di euro (51,6 di carattere militare). Poi seguono Germania, Inghilterra, Giappone e Canada. L’Europa, però, nel suo complesso supera gli Stati Uniti con un totale di 110,2 miliardi di euro, circa metà in forniture belliche.
E sulla nuova Commissione europea il generale in congedo, Giorgio Battisti, evidenzia che “le nomine della estone Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera e sicurezza, e del lituano Andrius Kubilius alla Difesa e Spazio sottolineano un evidente orientamento dell'Ue verso le posizioni dei paesi baltici che sono i più determinati per coinvolgere sempre di più l'Europa nel conflitto in Ucraina”.
Sul campo di battaglia Kiev ha messo a segno in agosto un colpo spettacolare ideato dal nuovo capo di stato maggiore delle forze armate ucraine, il generale Oleksandr Syrskyi formato a lungo dalla Nato. Le migliori forze ucraine hanno conquistato 940 chilometri quadrati di territorio russo nella regione di Kursk con un centinaio di centri abitati, prima fra tutti la città di Sudzha. I ponti sul fiume Sejm sono stati fatti saltare, ma il 10 settembre è iniziato il contrattacco russo con i fanti di Marina della 155a Brigata provenienti da Vladivostok e del 51° reggimento aviotrasportato. In meno di 48 ore sono stati ripresi dieci centri abitati. La battaglia, ancora lunga, è guidata dal generale Apty Alaudinov, comandante delle unità cecene Akhmat.
“Il fronte di Kursk è figlio del grosso problema russo della corruzione. Non a caso si susseguono arresti di generali. - spiega una fonte occidentale a Mosca - In quelle regioni di confine erano arrivati investimenti per 10 miliardi di rubli (98 milioni di euro nda) per le fortificazioni, ma una bella fetta è finita nelle tasche di qualcuno. Gli ucraini, ben informati, hanno attaccato nel punto debole”. Per Zelensky l’obiettivo strategico e politico è uno scambio con territori occupati dai russi in Ucraina, ma le forze di Mosca “sono intenzionate a riprendersi tutto nel giro di 2-3 mesi con l’ennesimo bagno dia sangue”. Lo stato maggiore russo non ha distolto truppe dal Donbas come speravano gli ucraini, dove le truppe di Mosca puntano a conquistare, a breve, la città di Prokovsk, un hub dei rifornimenti cruciale lungo la ferrovia principale e l’autostrada M 30 che arriva fino alla capitale. “Quando ci riusciranno si aprirà una “prateria”, ma non è detto che i russi avanzeranno senza limiti” spiega la fonte di Panorama a Mosca. Un altro punto di forte pressione è Chasiv Yar, quasi persa, baluardo prima della linea del Piave ucraina di Kramatrosk e Sloviansk. “Sul campo di battaglia assomigliamo a due pugili all’ultimo round. Continuiamo a darcele, ma siamo entrambi esausti” racconta Vadim, veterano sessantenne, che ha combattuto un anno nella regione di Donetsk prima di venire ricoverato in stato confusionale dopo un pesante bombardamento. “Non si può continuare a questo livello a lungo. I soldati vogliono tornare a casa. Siamo tutti sfiniti. A questo punto la soluzione deve essere giusta, ma politica” spiega il combattente ucraino. Dopo due anni e mezzo di guerra si sta raschiando il barile del “serbatoio umano”. Nei primi 4 mesi dell’anno sono stati avviati oltre 10.584 procedimenti per “abbandono di unità militare o luogo di servizio” e 7.306 per “diserzione”.  Ruslan Gorbenko, deputato del partito “Servitori del popolo” di Zelensky, denuncia che ci sono già stati 80mila casi di soldati in fuga dalla mattanza. Si parla di mezzo milioni di giovani che scappando all’estero o in altra maniera, compresa la corruzione, siano riusciti ad evitare la trincea. Gli ucraini vogliono continuare a combattere per cacciare l’invasore, ma l’intensità del conflitto è spaventosa. “Se i russi taglieranno l’autostrada Kostiantynivka - Prokovsk, chiamata Tango 05-04, per gli ucraini diventerà veramente complicato tenere gli ultimi territori nel Donbas - spiega la fonte occidentale da Mosca - Il Cremlino vuole avanzare il più possibile prima dell’arrivo della stagione piovosa e dell’inverno fermandosi a ridosso delle elezioni per la Casa Bianca. L’obiettivo è attestarsi sui confini delle regioni di Donetsk e Luhansk chiedendo una zona smilitarizzata come in Corea”.
Zelensky e il suo cerchio magico non ne vogliono sentire parlare e rilanciano con un “Piano della Vittoria” che dovrebbe prevedere una seconda conferenza di pace, questa volta con i russi, a novembre. Il piano “senza tregue, ne’ concessioni” verrà presentato agli alleati, primo fra tutti il presidente americano Joe Biden, fra il 22 e 30 settembre a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. “Zelensky si è arroccato con il recente rimpasto di governo accentrando i poteri nel gabinetto presidenziale a scapito dei ministri” fa notare una fonte diplomatica che conosce bene i meandri politici di Kiev. La “vittima” più eccellente del rimpasto è stato il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, molto apprezzato in Occidente, entrato in rotta di collisione con Andriy Yermak. Il capo dello staff di Zelensky è il demiurgo del palazzo presidenziale, fautore della linea dura, che ha eliminato o messo in ombra consiglieri e ministri. Un altro falco, che ha spinto per espandere il conflitto in Russia, è  Kyrylo Budanov,  il capo dell’intelligence militare ucraina. A causa della legge marziale, le elezioni presidenziali sono sospese, ma la popolarità di Zelensky è in calo e gli ucraini stanno cambiando idea sul conflitto. Nel 2022 quasi l’80% sosteneva che “bisogna combattere fino alla vittoria”. Dopo il fallimento dell’offensiva ucraina dello scorso anno i sondaggi hanno rivelato che nel 2024 è scesa al 57,2 la percentuale della popolazione che si oppone al riconoscimento di Donbass e Crimea, parte della Russia, in cambio di una pace duratura. Però sarebbe in aumento chi vorrebbe un congelamento del conflitto, attraverso una tregua senza “mutilazioni” definitive di territorio, per tirare il fiato.
Zelensky preme per ottenere da inglesi e americani l’autorizzazione a lanciare i missili Storm Shadow e Atamcs per colpire 15 aeroporti militari e 250 tra basi, arsenali, snodi ferroviari, stradali e batterie di lancio in un raggio di 300 chilometri all’interno dela Russia. Il presidente Vladimir Putin ha messo in chiaro che “si sta decidendo della partecipazione diretta di soldati Nato al conflitto (attraverso i satelliti per la guida dei missili nda). Se accadesse Stati Uniti e paesi europei sarebbero in guerra con la Russia”. Sergej Karaganov, cofondatore del Consiglio per la Politica estera e la Difesa, ha tradotto il messaggio del Cremlino sostenendo che la reazione sarebbe un “attacco nucleare limitato”.
Per 10 missili balistici lanciati sull’Ucraina da Kiev riescono a  rispondere con 2, “ma compensano con i droni - spiega la fonte occidentale  - La notte fra il 9 e 10 settembre sono arrivati 140 droni sul territorio russo compresi 20 sulle regione della capitale, che hanno mandato in tilt gli aeroporti di Mosca”. Non solo: “Ci sono cellule in Russia che lanciano dall’interno droni con 15-20 kg di potenziale esplosivo”. Zelensky reagisce con ogni mezzo al Vietnam che si profila in vista del terzo anno di guerra. Paesi come la Polonia, i baltici, la Finlandia e la Svezia guidati dall’Inghilterra potrebbero mandare truppe sul terreno, se la situazione precipitasse, come “coalizione di volenterosi” non con il cappello Nato. “Zelensky sta cercando sempre di più di coinvolgere l’Alleanza nel conflitto sul campo - spiega Battisti - Solo così potrebbe uscirne vincitore. Un grosso rischio perchè la Russia rimane una potenza nucleare”.   Ryan Routh, che il 15 settembre voleva sparare a Donald Trump con una carabina Sks, dotata di ottica da cecchino, aveva come copertina  sul profilo LinkedIn una foto di dozzine bandierine ucraine utilizzate per ricordare i caduti. L’americano di 58 anni, che si era trasferito alle Hawaii, ha una lunga fedina penale. E sembra uno squilibrato, innamorato della causa ucraina, ma pure di Taiwan. In un suo libro autoprodotto su Amazon bolla l’ex presidente come un “idiota”, “buffone” e “folle”. Routh lo aveva votato, ma poi è passato ai democratici e ha pure scritto che l’Iran è “libero di assassinare Trump”. Il movente del tentativo di attentato è probabilmente legato alla guerra in Ucraina, che l’ex presidente ha promesso di chiudere “in 48 ore” se tornasse alla Casa Bianca. L’aspirante attentatore ha passato cinque mesi a Kiev, dove voleva arruolarsi, ma non aveva nè l’età, nè l’addestramento. Allora ha provato, inutilmente, a reclutare afghani in fuga dal regime dei talebani per combattere nel Donbass e a Taiwan. Il titolo del suo libro di 291 pagine è tutto un programma:  “La guerra impossibile da vincere dell’Ucraina”.   “La Russia sta condividendo tecnologie richieste dall’Iran, inclusa quella nucleare e spaziale, per generare ancora più insicurezza nel mondo” è l’allarme lanciato dal segretario di Stato americano Anthony Blinken. Il sospetto è che si tratti di un accordo per l’appoggio a Mosca, sempre smentito, nella guerra in Ucraina. Il 14 settembre i ministri degli esteri dei Paesi del G7, sotto presidenza italiana, hanno pronunciato un duro monito: "L'Iran deve immediatamente porre fine a qualsiasi forma di supporto alla guerra illegale e ingiustificabile della Russia contro l'Ucraina e cessare i trasferimenti di missili balistici, droni e relativa tecnologia, che costituiscono una minaccia diretta agli ucraini così come alla sicurezza europea e internazionale più in generale”. Il nuovo presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha dichiarato: “E' possibile che abbia avuto luogo in passato, ma posso assicurarvi che da quando sono entrato in carica, non c'è stata alcuna consegna del genere alla Russia”.
La preoccupazione maggiore riguarda il programma nucleare. L’analisi dell’ultimo rapporto dell’Agenzia atomica dimostra che le centrifughe iraniane sono in grado di produrre 25 chilogrammi di uranio arricchito per 9 bombe nucleari in soli 30 giorni e 15 in cinque mesi. Regno Unito, Francia e Germania hanno denunciato in una nota congiunta che le riserve di uranio arricchito dell’Iran “sono cresciute significativamente, e ciò non può essere giustificato da un programma per scopi civili”.
f.bil.

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