image
Articolo
25 giugno 2008 - Esteri - Iraq - il Giornale
Attentato a Bagdad: muore un italo-iracheno
Fausto Biloslavo
Cittadinanza italiana, origini irachene ed un lavoro pericoloso a Bagdad. Una bomba ha dilaniato, Abdul Al Salal, un italo-iracheno che lavorava con le truppe americane come interprete e per facilitare i rapporti con la popolazione. L’appuntamento con il destino è scattato ieri mattina a Sadr city, la roccaforte sciita della capitale. L’ordigno è targato Gruppi speciali, le cellule oltranziste sciite finanziate ed addestrate dagli iraniani. Lo hanno subito denunciato fonti militari americane. Nell’esplosione sono rimasti uccisi sei iracheni, due soldati Usa ed un altro civile, Steven Farley, del Dipartimento di stato.
La vittima italo-iracheno lavorava come consigliere culturale del Prt di Bagdad, i team specializzati nella ricostruzione. Pur trattandosi di un civile aveva un contratto con il Dipartimento della Difesa. I genitori vivono in Canada, ma non è escluso che ci sia qualche familiare anche in Italia. La cittadinanza potrebbe averla ottenuta sposando un’italiana, oppure vivendo come rifugiato nel nostro paese. Ai tempi di Saddam erano molti gli iracheni che approdavano in esilio in Italia.
L’esplosione è avvenuta alle 9.30 del mattino (le 8.30 in Italia) nella sede del consiglio di quartiere a Sadr city. Gli americani erano appena arrivati nell’ufficio del numero due del distretto, quando è scoppiata la bomba. Un sospetto terrorista si è allontanato di corsa dal luogo della strage, che ha provocato pure10 feriti. Bloccato dai soldati americani “è risultato positivo al test per i residui di esplosivo” si legge in un comunicato Usa.
Gli americani avevano un incontro, il quarto in poco tempo, per pianificare un piano di aiuti a Sadr city. L’italo-iracheno facilitava i contatti grazie alla conoscenza della lingua e cultura dell’Irak. Il precedente consiglio, dominato dai radicali di Moqtada al Sadr, il piccolo Khomeini iracheno, si era dimesso in blocco. Sadr city è stata a più riprese teatro di scontri fra i miliziani sciiti dell’esercito del Mahdi, fedeli a Sadr, e le truppe americane. Un’instabile tregua è stata raggiunta lo scorso mese.
Si prevedeva che il nuovo consiglio di quartiere fosse più moderato e filo Usa. Inoltre erano già stati accettati di buon grado gli aiuti americani per il povero quartiere sciita, dove vivono due milioni di persone. Una sfida agli uomini di Sadr molto attivi anche nel sociale, sullo stile di Hezbollah in Libano.
“Crediamo che i criminali dei Gruppi speciali fossero infastiditi dalla collaborazione che si stava instaurando con le forze della coalizione per migliorare il livello di vita degli abitanti di Sadr city” ha spiegato il tenente colonnello Steve Stover. Per questo hanno colpito con un attentato negli uffici dell’autorità locale. I Gruppi speciali sono le cellule sciite filo iraniane armate ed addestrate dai Pasdaran. “Sono impauriti dei progressi che stiamo facendo e del potere che passa veramente nelle mani del popolo” ha aggiunto il colonnello John Digiambattista, ufficiale della terza brigata di fanteria Usa. Anche lui ha puntato il dito contro le cellule estremiste all’ombra di Teheran.
Salam Fraïji, responsabile del movimento estremista sciita di Moqtada al-Sadr a Bagdad, ha invece accusato i filo americani. «E’ una cospirazione dei membri del consiglio comunale che stanno con gli Usa - denuncia Fraïji - Come è possibile per un attentatore infiltrarsi in un edificio così controllato dai soldati americani».
In Italia il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha auspicato che il governo riferisca al più presto in aula. Al Senato è stato espresso cordoglio per la morte dell’interprete italo-iracheno. Il segretario di stato Usa, Condoleezza Rice, ha detto che la strage "e' un terribile memento dei pericoli con i quali si confrontano gli americani che lavorano in Iraq". Anche se sono civili come la vittima con la cittadinanza italiana.
www.faustobiloslavo.com



video
22 novembre 2014 | | reportage
Premio Cutuli
Da Erbil collegamento per ricordare Maria Grazia uccisa dai talebani il 19 novembre 2011 a Surobi sulla strada per Kabul

play
18 novembre 2015 | Virus Raid due | reportage
Speciale terrorismo
LE IMMAGINI DELLA BATTAGLIA DI SINJAR NEL NORD DELL'IRAQ VICINO AL CONFINE SIRIANO, CHE HA SPACCATO IN DUE IL CALIFFATO. COLLEGAMENTO SULL'INTERVENTO DI TERRA: "SPAZZARE VIA IL CALIFFATO NON E' IMPOSSIBILE, MA NON ABBIAMO GLI ATTRIBUTI E LA VOLONTA' POLITICA DI UNIRE LE FORZE"

play
12 febbraio 2008 | Top Secret Rete 4 | reportage
Iraq: il caso Calipari
Fausto Biloslavo e Barbara Schiavulli parlano di Nicola Calipari il numero due del Sismi ucciso ad un posto di blocco americano in Iraq, mentre portava in salvo Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad nel 2005. Con Claudio Brachino si parla anche della missione italiana ad An Nassiryah e dell'impegno militare in Afghanistan.

play
[altri video]
radio

26 agosto 2010 | Radio Anch'io - Radio Uno | intervento
Iraq
Missione compiuta?
Il ritiro del grosso dei soldati americani lascia un paese ancora instabile, ma la missione è in parte compiuta.

play

14 giugno 2014 | Radio24 | intervento
Iraq
L'avanzata del Califfato
Il califfato con Baghdad capitale, Corano e moschetto, mani amputate ai ladri, nemici crocefissi, tasse islamiche, donne chiuse in casa ed Occidente nel mirino con l’obiettivo di governare il mondo in nome di Allah. Questo è lo “Stato islamico dell’Iraq e della Siria” (Isis), che sta conquistando città dopo città rischiando di far esplodere il Medio Oriente.

play

06 ottobre 2015 | Zapping Rai Radio 1 | intervento
Iraq
Raid italiani in Iraq?
Raid italiani le ipotesi:Paolo Magri dir.Ispi,Fausto Biloslavo corrispondente Il Giornale.

play

31 ottobre 2010 | Nuova Spazio Radio | intervento
Iraq
Wikileaks dice quello che si sa già. Per tutti è un grande scoop
I rapporti Usa che smonterebbero la versione italiana di un episodio della battaglia dei ponti ad An Nassiryah e la morte accidentale di un paracadutista in Iraq sono la classica tempesta in un bicchier d’acqua. Le rivelazioni di Wikileaks sugli italiani della missione Antica Babilonia derivano dagli stessi rapporti scritti dal nostro contingente, che lungo la catena di comando arrivavano fino al quartier generale americano a Baghdad. E altro ancora.

play

[altri collegamenti radio]




fotografie







[altre foto]