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Articolo
18 gennaio 2009 - Esteri - Afghanistan - Il Giornale
Afghanistan, kamikaze a 300 metri dall'ambasciata italiana
Ilterrorista suicidahatrovato lasuapreda
nelcentro di Kabul,a soli300metri dall’ambasciata
italiana. Il kamikaze si è fatto saltare in
ariacontrounamacchinablindataUsa,difronte
alla sede diplomatica tedesca. Un soldato
americano è rimasto ucciso, oltre a quattro civili
afghani. Cinque soldati Usa e un civile sono
stati feriti, alcuni dei quali gravemente. Gli
afghani, in maggior parte civili, hanno pagato
il tributo più alto con 19 feriti, in gran parte
ricoverati nel vicino ospedale di Emergency.
Nell’ambasciata italiana, a poche centinaia di
metri dall’esplosione, ha tremato il pavimento.
L’attaccoèavvenutoall’imbocco diunadelle
strade percorse regolarmente dal nostro
personale diplomatico. L’ambasciata italiana
sitrova infondoaquestavia.Ilmezzoamericano,
colpito inpienodall’azionesuicida, scortava
una cisterna per la raccolta delle acque di
scolo di Camp Egger, una base Usa nel centro
di Kabul. Purtroppo questo genere di operazione
è quotidiano e i terroristi se ne sono accorti.
L’esplosione ha scaraventato i corpi in aria,
alcuni sui tetti circostanti, facendo sollevare
un’altacolonnadifumonero. L’ambasciata tedesca,
esattamente di fronte,hasubito ingenti
danni. Diversidipendenti dellasedediplomaticasonorimasti
feritiedèscoppiatounincendio.
Sembrache all’interno dell’edificio ci fosseunapersonalitàimportante,
chesenesarebbe
andata poco prima dell’attacco.
L'attentato è stato rivendicato da un portavoce
talebano, Zabihulla Mujahed, che ha confermato
la volontà di colpire i tedeschi. «Hanno
delle truppe nel nord dell'Afghanistan
(3200uomininda)e sonocoinvolti nella morte
di afghani innocenti – ha dichiarato
Mujahed -. I talebani attaccheranno chiunque
abbia forze dispiegate nel nostro paese».
Lacancelliera tedescaAngelaMerkelsièdetta
«inorridita» dall’attentato. Il capo della diplomazia
di Berlino, Frank Walter Steinmeier, ha
ribadito che l'impegno in Afghanistan rimane
immutato. Il giorno prima era stato diramato
un allarme a tutti gli italiani presenti a Kabul
su«possibili attentati contro obiettivi istituzionali
e internazionali, in particolare contro
l’ambasciata indiana». L’attaccohacolpito i tedeschi,
magli allarmidell’intelligencesi susseguono.
«Possibili atti ostili»potrebberoavvenire
lungo la strada dell’aeroporto, in direzione
di Bagram, dove si trova la più grande base
Usaelungola Jalalabad road. Suquesta strada
c’èCampInvicta, labasedelcontingente italiano
a Kabul di circa 500 uomini. «Gli attentati
potrebbero essere effettuati con camion o autocisterne
», si legge nei bollettini d’allerta.
Ieriunaltro attacco kamikaze, nella provincia
di Nangarahr, ha ucciso un civile e ferito sei
persone. Un elicottero Usa da trasporto è stato
colpitodaarmileggere dei talebani. Nell’atterraggio
di fortuna un militare americano è
morto.
www.faustobiloslavo.com

video
20 settembre 2009 | Domenica Cinque | reportage
I parà di Kabul
Su Canale 5: Più che eroi i paracadutisti caduti in Afghanistan sono soldati che hanno fatto il loro dovere fino in fondo

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28 ottobre 2012 | TGCOM | reportage
Così sono saltato in aria in aria su una trappola esplosiva con i soldati italiani in Afghanistan
L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta, che si infila fra le montagne. Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere alle trappole esplosive. E’ come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo. “Siano saltati, siamo saltati” urla alla radio il tenente Davide Secondi, che conduce la missione per stanare gli Ied, le famigerate trappole esplosive. E poi sbotta: “Porco demonio”.

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16 dicembre 2012 | Terra! | reportage
Afghanistan Goodbye
Dopo oltre dieci anni di guerra in Afghanistan i soldati italiani cominciano a tornare a casa. Questa è la storia del ripiegamento di 500 alpini dall’inferno di Bakwa, una fetta di deserto e montagne, dimenticata da Dio e dagli uomini, dove le penne nere hanno sputato sangue e sudore. I famigerati ordigni improvvisati chiamati in gergo Ied sono l’arma più temibile dei talebani che li sotterrano lungo le piste. Questo è il filmato ripreso da un velivolo senza pilota di un blindato italiano che salta in aria. A bordo del mezzo con quattro alpini del 32imo genio guastatori di Torino c'ero anch'io. Grazie a 14 tonnellate di corazza siamo rimasti tutti illesi. Il lavoro più duro è quello degli sminatori che devono aprire la strada alle colonne in ripiegamento. Il sergente Dario Milano, veterano dell’Afghanistan, è il cacciatore di mine che sta davanti a tutti. Individua le trappole esplosive da un mucchietto di terra smossa o da un semi invisibile filo elettrico del detonatore che spunta dalla sabbia. Nel distretto di Bakwa, 32 mila anime, questo giovane afghano rischia di perdere la gamba per la cancrena. Il padre ha paura di portarlo alla base italiana dove verrebbe curato, per timore della vendetta talebana. La popolazione è succube degli insorti e dei signori della droga. Malek Ajatullah è uno dei capi villaggio nel distretto di Bakwa. La missione del capitano Francesco Lamura, orgoglioso di essere pugliese e alpino è dialogare con gli afghani seduto per terra davanti ad una tazza di chai, il tè senza zucchero di queste parti. Malek Ajatullah giura di non saper nulla dei talebani, ma teme che al ritiro delle truppe italiane il governo di Kabul non sia in grado di controllare Bakwa. Tiziano Chierotti 24 anni, caporal maggiore del 2° plotone Bronx era alla sua prima volta in Afghanistan. Una missione di sola andata. La polizia afghana cerca tracce dei talebani nel villaggio di Siav, ma gli insorti sono come fantasmi. Il problema vero è che nessuno vuole restare a Bakwa, dove in tutto il distretto ci sono solo 100 soldati dell’esercito di Kabul. Il maggiore Gul Ahmad ha arrestato tre sospetti che osservavano i movimenti della colonna italiana, ma neppure con il controllo dell’iride e le impronte digitali è facile individuare i talebani. Il caporal maggiore Erik Franza, 23 anni, di Cuneo è alla sua seconda missione in Afghanistan. Suo padre ogni volta che parte espone il tricolore sul balcone e lo ammaina solo quando gli alpini del 2° reggimento sono tornati a casa. Per Bakwa è passato anche il reggimento San Marco. I fucilieri di marina, che garantiscono il servizio scorte ad Herat, hanno le idee chiare sulla storiaccia dei due marò trattenuti in India. Anche se ordini da Roma li impongono di non dire tutto quello che pensano. Per Natale i 500 alpini di base Lavaredo saranno a casa. Per loro è l’addio all’Afghanistan dove rimangono ancora 3000 soldati italiani.

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radio

18 settembre 2009 | Radio Anch'io | intervento
Afghanistan
La sfida che non possiamo perdere
Perchè non possiamo perdere la sfida afghana e le dimenticanze di Emergency sulle vessazioni dei talebani

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18 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani / Scontro a Farah
Questa mattina dalle 9.48, ora afghana, i Leoni del primo reggimento bersaglieri sono stati attaccati ad una decina di chilometri a nord di Farah, con armi controcarro e fucili mitragliatori. I fanti piumati erano partiti dalla base El Alamein nel capoluogol della turbolenta provincia sotto controllo del nostro contingente nell’Afghanistan occidentale. I cingolati d’attacco Dardo, armati di cannoncino da 25 millimetri, hanno risposto al fuoco. Sono stati impegnati anche i mortai da 60 millimetri in una battaglia che è durata fino alle 11.50. Fra gli italianii non si registrano feriti o seri danni ai mezzi. La richiesta di intervento era giunta dal governatore di Farah che aveva segnalato la presenza dei talebani pronti ad ostacolare le elezioni presidenziali del 20 agosto. La battaglia per il voto in Afghanistan è appena iniziata.

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21 agosto 2009 | Radio24 | reportage
Afghanistan
Al fronte con gli italiani/ I primi risultati nel distretto di Bala Baluk
L’Afghanistan ha vinto la “battaglia” per il voto”. Anche nelle zone più a rischio, come la provincia di Farah, i talebani non sono riusciti a far saltare in aria le elezioni. Nonostante molti seggi siano rimasti chiusi. I primi conteggi indicano che gli afghani, nella zona calda di Bala Baluk, hanno votato per il presidente in carica Hamid Karzai. La sicurezza garantita dai paracadutisti della Folgore è stata determinante. I baschi amaranto della 6° compagnia Grifi presidiavano a distanza i soli 5 seggi aperti su 30 del turbolento distretto. Dove hanno votato 862 afghani. Ben oltre la metà, 569, per Karzai. Secondo, con 121 voti, il rivale pasthun del presidente in carica Ashraf Ghani Ahmadzai. Seguito dal tajiko Abdullah Abdullah con 105 voti. Frozan Fana, candidata donna, ha ottenuto 2 voti in un’area dove esiste solo il burqa. Si è votato anche a Chakab. Non un paesino qualunque, ma il villaggio dove è nato Said Ayub il governatore ombra degli insorti nella provincia di Farah. Centoventicinque elettori, su 600 registrati, hanno sfidato le minacce talebane andando a votare nella piccola moschea di Chakab. I voti per Karzai sfiorano il 90%. Comunque non è stata una passeggiata. Nelle ultime 36 ore nel settore occidentale dell’Afghanistan, comandato dal generale della Folgore, Rosario Castellano, sono stati registrati 22 attacchi. Compresi tre razzi lanciati contro Tobruk, la base avanzata italiana a Bala Baluk. Il più vicino è esploso a 150 metri da una torretta di sorveglianza. Fausto Biloslavo da base Tobruk, provincia di Farah Per Gr24 il sole 24 ore

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07 novembre 2009 | SBS Radio Italian Language Programme | intervento
Afghanistan
Cosa fare dopo la caotica elezione di Karzai?
Un dibattito a più voci con toni talvolta vivaci sui crimini di guerra in Afghanistan e la giustizia internazionale.

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06 luglio 2009 | Radio24 mattino | intervento
Afghanistan
Marines all'attacco ed anche gli italiani all'offensiva
L'offensiva "colpo di spada" nella parte meridionale della provincia di Helmand lanciata da 4000 marines. Nel settore occidentale anche gli italiani all'attacco finiscono nel mirino dei talebani. in collegamento l'ex generale Mauro Del Vecchio, parlamentare del Parito Democratico.

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